Per le lavoratrici ed i lavoratori del restauro ed archeologia non esistono diritti “Chi può parlare? Chi può scioperare? “ domanda la Fillea, che prosegue “per queste professioni esistono contratti nazionali, giusti salari definiti, tutele possibili, ma non vengono di fatto rispettati e garantiti. Quello che manca è una seria politica che, da una parte, sostenga la regolarità e la qualità del lavoro e, dall’altra, sblocchi la situazione di paralisi di un settore che potrebbe dare lavoro qualificato a migliaia di persone (il bilancio del MIBACT è arrivato ad 1 miliardo e mezzo, il 2,0% del bilancio dello Stato)."
"Le risposte del governo alla crisi e alle diseguaglianze profonde che in questi anni di crisi si sono acuite, sono sbagliate" prosegue la Fillea di Roma e Lazio "al bisogno di un futuro e di una vita dignitosa che viene dai giovani si risponde rendendo ancora più profonde quelle diseguaglianze e rafforzando le forme di lavoro precario. Così non va” conclude la Fillea, che invita tutti i lavoratori e le lavoratrici dei beni culturali a partecipare allo sciopero generale del 12 dicembre.