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Referendum

Presentato in Cgil Nazionale “Testo unico degli incentivi” targato Fillea. Genovesi: la nostra proposta con l'obiettivo di 1,2 punti di Pil e 430mila occupati. Tutti i materiali ed il video del convegno.       

 “Avanziamo le nostre proposte oggi, prima dell’incontro di fine agosto 2023 tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea per discutere sulla Direttiva Case Green e prima della prossima legge di bilancio per il 2024.  Invitando il Governo, più che a contrastare la Direttiva o peggio negarne l’urgenza (ambientale e sociale), a richiedere alla Commissione Europea risorse specifiche aggiuntive, la possibilità di escludere le risorse previste dai Piani Nazionali per l’efficienza energetica dall’eventuale ritorno al Patto di Stabilità, usare quote del PNRR da ridestinare a combattere così la povertà energetica.” 

Così ha esordito il Segretario generale Alessandro Genovesi, presentando oggi la proposta Fillea Cgil di “testo unico degli incentivi” nel corso di un convegno in Cgil Nazionale che ha visto confrontarsi politica, sindacato, costruttori e ambientalismo su quali strumenti ed incentivi mettere in campo per centrare gli obiettivi della Direttiva UE Case Green.

Il Convegno di oggi si inserisce in un percorso di confronto e approfondimento lanciato con il "Manifesto delle lavoratrici e dei lavoratori delle costruzioni" approvato dall'Assemblea Generale degli edili Cgil lo scorso 15 giugno. Il Manifesto, dal titolo “Rigeneriamo la Città, rigeneriamo il Lavoro, rigeneriamo la Democrazia”, propone 5 azioni/interventi per uno sviluppo sostenibile del Paese, a partire dall’Agenda Onu 2030 e dalle indicazioni del Green Deal Europeo, per creare buona e stabile occupazione, alimentare la partecipazione popolare, cambiare l’attuale modello di sviluppo.

La prima di queste 5 azioni, oggetto del Convegno di oggi, vuole rispondere alla domanda: quali incentivi fiscali e quale intervento pubblico per centrare gli obiettivi della Direttiva UE casa green?

"La nostra proposta di riforma degli incentivi - ha spiegato Genovesi – vuole interloquire anche con quelle avanzate in queste settimane da diverse forze politiche (dalla Lega a Forza Italia, dai 5 stelle al Pd) e dalla stessa Ance, invitando ad un'inversione di rotta rispetto a quella presa dal Governo che, con il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura “di fatto permette, oggi, solo a chi ha già risparmi e liquidità e redditi medio alti, di beneficiare degli incentivi rimasti sotto forma esclusiva di detrazioni” un sistema che “favorisce i ceti più ricchi, il Nord del Paese e non seleziona i beneficiari in termini di priorità né energetiche né sociali.”

Per la Fillea, invece, c’è bisogno di una politica degli incentivi “che garantisca certezza nel medio periodo, sia finanziariamente più sostenibile, ma soprattutto sia più efficace in termini energetici e più giusta socialmente” per questo Genovesi propone di puntare principalmente sullo “strumento del trasferimento diretto da parte dello Stato, al posto dello sconto in fattura e della cessione del credito, per una maggiore trasparenza, efficacia e tracciabilità delle risorse pubbliche e anche per evitare tentazioni speculative o ricattatorie da parte del sistema bancario italiano.”

La “riforma” degli incentivi Fillea potrebbe generare “oltre 1,2 punti di PIL aggiuntivi l’anno (12% in 10 anni) con la creazione di oltre 300mila posti di lavori diretti, 430mila con l’indotto, ogni anno” ha sottolineato Genovesi “ma servono risorse vere e serve che questa proposta diventi unapriorità nella politica economica del Governo Meloni” e dai conti della Fillea “anche nelle ipotesi di previsione contabile più rigide le somme da mettere in bilancio sarebbero circa 20-25 miliardi l’anno.”

Per Genovesi occorre fare della sostenibilità “un’occasione e una vera convenienza per le fasce popolari, per i tanti lavoratori e pensionati che qualcuno - negando la questione ambientale – vuole invece arruolare a difesa di questo modello di sviluppo, dove i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri (poveri di salario, di diritti, di ambiente) sempre più poveri. Dobbiamo provare a tenere insieme – come è giusto che sia – chi ha paura della “fine del mondo” con chi ha paura della “fine del mese”. Ed insieme cambiare tutto quello che non va.”

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