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La Fillea Cgil condanna gli attacchi contro l'Unione Unica delle Costruzioni e Industrie Simili di Panama – SUNTRACS. Firma la petizione.                 

La Fillea Cgil ha organizzato un incontro con l’on. Enrico Letta - ex premier italiano e presidente dell’Istituto Jacques Delors – il quale su incarico della Commissione europea, in primavera presenterà

L’Italia deve dire basta alla guerra! Purtroppo lo scenario drammatico che si sta sviluppando in questi mesi è sempre di più quello di una guerra globale. Per questo bisogna cambiare direzione, investire

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17.11.15 Un appello contro il terrorismo, il razzismo e la guerra è stato lanciato in questi giorni da Acli, Arci, Cgil, Legambiente, Libera e molti altri soggetti sociali, che  avviano un percorso di riflessione e azione comune dopo i terribili attentati in Francia. Appuntamento martedì 17 novembre alle 15 in Via dei Frentani a Roma, perché "non vogliamo nuove spedizioni ed avventure militari. Vogliamo costruire la pace".
 
L'ARTICOLO DI RASSEGNA.IT, CHE RIPORTA IL TESTO INTEGRALE DELL'APPELLO:
 
"Esprimiamo profonda solidarietà alle vittime e ai familiari dell’attacco terroristico di Parigi. Ci stringiamo a tutta la popolazione francese per il dolore e il lutto che hanno subito, ma non scordiamo l’angoscia in cui sono quotidianamente immersi popoli come quello siriano, iracheno o nigeriano. Condanniamo nel modo più netto e deciso la follia distruttiva della violenza e del terrore che attraversa il Mediterraneo, l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa". Inizia così l'appello contro il terrorismo, il razzismo e la guerra lanciato da un'ampia aggregazione di soggetti sociali italiani: Acli, Ansps, Antigone, Arci, Associazione per la Pace, Cgil, Centro Astalli, Cild, Cnca, Fiom Cgil, Habeisha, Lasciatecientrare, Legambiente, Libera, Link, Lunaria, Movimento Nonviolento, Rete della Conoscenza, Sei/Ugl, Sos Razzismo Italia, Uds, Un Ponte Per. 
L'appello punta ad aprire un percorso collettivo di riflessione e iniziativa, la cui prima tappa sarà l'assemblea nazionale convocata per martedì 17 novembre, alle ore 15.00 al Centro Congressi Frentani, Via di Porta Tiburtina 42, Roma.
 
Ma ecco come prosegue l'appello.
"La guerra è dentro le nostre società. È dentro il nostro quotidiano. È dentro il nostro modello di sviluppo. La nostra società si arricchisce con la produzione di armi che servono per fare le guerre che poi condanniamo e che vorremmo reprimere con nuove armi e nuove guerre. Una spirale che va fermata e sostituita con una diversa idea di società e di convivenza universale, fondata sugli stessi valori che oggi sono stati brutalmente attaccati in Francia: libertà, uguaglianza, fratellanza".
"Proviamo rabbia e delusione per il fallimento delle istituzioni, nazionali e internazionali cui tutti noi abbiamo delegato la sicurezza, il rispetto dei diritti umani, che non hanno fatto leva su diplomazia e cooperazione per prevenire e gestire i conflitti. Non vogliamo nuove spedizioni ed avventure militari".
"Vogliamo costruire la pace e fermare la spirale di violenza e di follia umana con il diritto, le libertà, il dialogo, la solidarietà, la cooperazione, la giustizia sociale, il lavoro dignitoso, il rispetto dell’ambiente, la costruzione di una difesa comune europea, a partire dalla difesa civile non armata e nonviolenta con l’istituzione dei Corpi Civili Europei di Pace".
"Non è più tempo di ipocrisie, di tolleranza e favoritismi politici, di deroghe ai principi fondanti della nostra società, di premiare gli interessi propri sottomettendo gli interessi universali, di giustificare le occupazioni, i regimi autoritari per non disturbare i mercati o il prezzo del petrolio.
Basta produrre e vendere armi per fare le guerre. Basta dire che non esiste alternativa alla guerra".
"Il razzismo e i predicatori d’odio vanno fermati per impedire che la paura e la violenza dilaghino e che in nome della sicurezza siano demolite progressivamente le nostre libertà e le conquiste democratiche".
"Va contrastata concretamente la deriva politico culturale che spinge l’Europa verso un ritorno al passato, dove erigere muri e indicare lo straniero, il migrante, il rifugiato, come nemico, serve per raccogliere consensi elettorali e distrarre l’opinione pubblica dai problemi interni. L’islamofobia rischia di diventare un sentimento diffuso e di alzare dentro le nostre società muri invalicabili, producendo discriminazioni e divisioni. Spingendo una parte della popolazione, soprattutto le giovani generazioni, a ricercare identità e appartenenza tracciando confini invalicabili tra differenze religiose e culturali concepite come inconciliabili tra loro".
"Bisogna fare presto per fermare questa follia umana, con gli strumenti che già abbiamo a disposizione: le armi del diritto e della democrazia. Per evitare che l’Europa, il pianeta intero e i suoi abitanti vengano travolti in una spirale distruttiva irreversibile, a partire dagli impegni che gli stati debbono assumere alla COP21 che si terrà proprio a Parigi, dal 30 novembre prossimo, vero banco di prova del cambiamento necessario ed indispensabile".
"Abbiamo bisogno di fare società, tessere relazioni sociali, ricostruire spazi collettivi di confronto e di scambio culturale.
Questo è il nostro impegno per ricordare il sacrificio di chi ha perso la vita e i propri affetti a causa delle guerre che non ha voluto e della follia che non ha potuto fermare".
"Per questo invitiamo tutte le organizzazioni sociali a organizzare a partire da domani iniziative, momenti di riflessione, assemblee nelle città, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei circoli, nelle sedi sindacali, nelle parrocchie per definire dal basso e a partire dai territori un piano di azione nazionale contro il terrorismo, le guerre e il razzismo".

 

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