14.02.12 A 27 anni dalla chiusura dello stabilimento e dopo poco meno di tre anni arriva una sentenza importante, esemplare, storica, che apre una nuova e significativa stagione di lotta e di mobilitazione per affermare nei luoghi di lavoro la cultura e il rispetto per la sicurezza. Una sentenza che parla di giustizia e non di vendetta, di monito contro ogni idea di impunità. Ma resta l'amarezza per la prescrizione sentenziata per la coorte di Bagnoli, che per Gianni Sannino, segretario generale della Fillea della Campania “non solo allevia le pene comminate ma esclude, per il momento, i tanti lavoratori ammalati di mesotelioma e asbestosi e gli eredi delle vittime del risarcimento imposto ai padroni della Eternit.
Una decisione che ci appare incomprensibile."
"Attendiamo di leggere dettagliatamente il dispositivo di sentenza, nelle sue tante articolazioni, per esprimere un giudizio di merito più compiuto e insieme al collegio legale definire le iniziative a tutela dei lavoratori e dei familiari delle vittime" prosegue Sannino, che ricorda come "il filo rosso di una storia drammatica che univa e unisce le realtà territoriali, le loro storie e le loro ansie continuerà a motivare il prosieguo delle battaglie per più giustizia, più bonifica, più ricerca."