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15.02.12 “La sentenza pronunciata dal Tribunale di Torino sul caso Eternit è esemplare e ripaga di tante battaglie sindacali. Tuttavia, resta incomprensibile la prescrizione del reato a Bagnoli. Il giudizio rischia di apparire iniquo rispetto a quanto deciso per gli altri siti”. E' quanto affermano dalla Cgil e Fillea Campania in un comunicato dei segretari generali Franco Tavella e Gianni Sannino.
"A Bagnoli – sottolinea Giovanni Sannino - si continua a morire di cancro a causa dell’inquinamento provocato dall’Eternit e dalla mancanza di qualsiasi misura di prevenzione. Nell’area, ancora oggi, permane una contaminazione da amianto perché la bonifica è giunta solo al 50% a causa dell’esaurimento dei fondi. Ciò si è verificato perché nella zona è stato ritrovato più amianto del previsto. Dalle deposizioni fatte alla magistratura, inoltre, si evince che l’inquinamento non riguarda solo l’area della fabbrica, ma tutta quella circostante a causa dell’illegale smaltimento dei residui”
“Per tali ragioni – conclude Tavella - riteniamo che a Bagnoli e nelle aree vesuviane si sia prodotto un vero e proprio disastro ambientale permanente che provoca ancora morti. La Cgil regionale, nell’attesa di leggere le motivazioni della sentenza, sta sin d’ora valutando gli elementi di merito della decisione per ricorrere in appello. Il sindacato, inoltre, sarà impegnato per mettere in campo tutte le iniziative possibili affinché a Bagnoli si ripristini la legalità, sia fatta giustizia e non cali il silenzio”.

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