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Sindacato Nuovo, numero 1, Agosto 2019. Ricostruzione post - sisma. Il modello positivo umbro per la ricostruzione dopo il terremoto del 1997. Ne parla Augusto Paolucci, segretario generale Fillea Umbria.

Nonostante
la la Regione Umbria abbia alle spalle una grande esperienza positiva rappresentata dalla ricostruzione del sisma del 1997, con conquiste fondamentali quale il Durc per congruità previsto dalla legge regionale, rischiamo di venire inghiottiti dalla vera e propria “palude” della ricostruzione del Sisma 2016 in Centro Italia.


Palude che si manifesta su più versanti: con il commissario straordinario che rivendica la sua “tecnicità” come corazza di fronte ad ogni obiezione di merito, il sottosegretario Crimi che impugna l’arma della “discontinuità ”come risolutrice di ogni contraddizione presente sul terreno, e
soprattutto il governo che non teme di favorire “porcate” come corruzione e infiltrazioni criminali con le recenti proposte di modifiche e sospensioni del Codice appalti.


Se questo è il quadro che abbiamo di fronte, dobbiamo reagire, rivendicando (non come semplice testimonianza) le procedure conquistate con la ricostruzione del sisma 1997, a partire dalla legge regionale che ha reso obbligatorio il Durc per congruità, valorizzando la bilateralità, il dialogo sociale, favorendo così una ricostruzione (8 mila cantieri) che permise ai 22 mila lavoratori edili impiegati di non subire incidenti mortali. Una ricostruzione, quella del sisma 1997, che con 13,4 mld di euro costò il 5% in meno di quanto preventivato.

Con la concertazione, la bilateralità, il controllo della regolarità si è potuto così ricostruire: presto (il grosso della ricostruzione è durato tra 5 e 8 anni), bene (qualità del ricostruito), e soprattutto in sicurezza e legalità. Con quella legge regionale è stato esteso a tutti i lavori privati e pubblici in generale, vincolando la concessione dell’abitabilità alla regolarità appunto del Durc per congruità. 

Questo è lo spirito che la Fillea ha voluto favorire istituendo insieme a Legambiente l’Osservatorio per la ricostruzione del sisma 2016 (www. osservatoriosisma.it): promuovere la qualità della ricostruzione e un progetto di sviluppo economico e sociale del territorio, sconfiggendo, in primis, il “rischio spopolamento” che peraltro è già in atto da anni. 

La nostra esperienza ci insegna che questa è la strada giusta e per questo dobbiamo sviluppare iniziative e mobilitazioni per uscire da questa palude, e per contrastare la politica del “laissez faire” negli appalti pubblici che il governo vuole offrire con il cosiddetto “sblocca porcate”.

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