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Referendum

Il distretto del mobile brianzolo alle prese con il cambiamento epocale dell'innovazione tecnologica. Cosa ne pensano due aziende leade del settore, Boffi e Giorgetti. A cusa di Gianfranco Cosmo, segretario generale Fillea Monza-Brianza

Innovazione tecnologica industria 4.0 una realtà in costante ascesa, è il motivo che ci ha spinto a chiederci se anche il distretto del mobile brianzolo, leader mondiale nella produzione di arredamento di design e classico, fosse coinvolto in questo cambiamento epocale. 

Per farlo ci siamo rivolti direttamente a due aziende leader del settore, Boffi Spa e Giorgetti Spa, a cui abbiamo rivolto alcune domande:  • Perché la decisione di intraprendere questo percorso? • Quali sono i vantaggi di un simile cambiamento? • Cosa ha comportato la trasformazione a livello organizzativo, quali le difficoltà incontrate per coniugare tradizione e innovazione?

Le risposte ottenute sono sostanzialmente convergenti, consentendoci di capire meglio la necessità del cambiamento. Unmercatosemprepiùesigentein costante richiesta di novità ha imposto un cambio di paradigma, con tempi di consegna sempre più ristretti e dove le marginalità non si possono fare solo con l’aumento dei prezzi.

Investimenti su macchinari e software hanno reso possibile creare sistemi interconnessi tra uffici e produzione per consentire un’organizzazione sempre più attenta e precisa, limitando sprechi di tempo, spazi e materiali, rimodulando e cambiando la disposizione di reparti, consentendo un risparmio a sua volta reinvestito sotto forma di contenimento dei prezzi rivolti al cliente, tutto ciò mantenendo lo stesso standard qualitativo.

Alcuni esempi per capire di cosa parliamo:

• macchina per il taglio di tessuti in grado di determinare al millimetro le misure necessarie e conseguentemente ridurre gli sprechi;

• la squadraborda utilizzata per il taglio di precisione, la combinazione di più macchine e con l’ausilio di un software, tutto ciò permette alle stesse, inserendo il codice d’ordine, di elaborare la sequenza di lavoro distribuendo la lavorazione su più macchine contemporaneamente;

• attualmente sono in prova degli esoscheletri per ridurre le fatiche di operai su lavori pesanti o ripetitivi;

• magazzino verticale, il macchinario controllato da un software, attraverso l’utilizzo di codici a barre stocca e trova i pezzi richiesti mettendoli a disposizione del magazziniere evitando inutili perdite di tempo e limitando gli errori al carico.

Questi sono solo alcuni degli esempi su quanto fatto da Boffi Spa e Giorgetti Spa; naturalmente non sono le aziende a definirsi industria 4.0, perché non sono solo gli incentivi come il super ammortamento per chi investe, dei quali queste aziende hanno usufruito, a darne una definizione nuova, bensì dei controlli ispettivi a determinare e certificarne la qualità e l’innovazione. Inoltre abbiamo chiesto alle aziende la ricaduta di questo cambiamento sugli operai, i cosiddetti “Legnamè”.

Anche qui la risposta è sostanzialmente la medesima: l’innovazione non può sostituire l’esperienza, la capacità e il saper fare dell’uomo, certo è che il cambiamento haimpostoperforzadicoseuna formazione specifica per riuscire a rendere efficace l’investimento fatto. La risposta dei lavoratori alla nuova sfida è stata incoraggiante, dicono le aziende, nessuno si è tirato indietro, la crescita professionale dei singoli attraverso i corsi effettuati ne è la riprova.

Oltre a una riqualificazione dei lavoratori già in forza, le aziende sono andate ad attingere, attraverso l’alternanza scuola lavoro, a figure da inserire in organigramma al termine del loro percorso scolastico in un processo di valorizzazione e non di sfruttamento, riaffermando l’importanza delle scuole di settore come bacino dal quale attingere. Tradizione e innovazione possono e devono coesistere, di questo ne sono convinti Fausto Citterio (Giorgetti Spa) e Ruggero Marelli (Boffi Spa) che ringraziamo per la loro disponibiltà. Dalla pialla all’industria 4.0 il distretto del mobile brianzolo è presente. 

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