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Rinsacato Nuovo, marzo 2020. Come i cambiamenti tecnologici e digitali stanno intervenendo sulle costruzioni. Finanziato dalla commissione europea,  il progetto Discus, pronosso da Fillea e Fondazione Di Vittorio.

Il 23 gennaio si è tenuto a Roma, presso la Cgil nazionale, il secondo workshop europeo del Progetto DISCUS - Digital Transformation in the Construction Sector: Challenges and Opportunities. Finanziato dalla Commissione Europea, il progetto si concentra sull'analisi dei cambiamenti tecnologici e digitali nel settore delle costruzioni, nonché sul ruolo del dialogo sociale e delle relazioni industriali nel favorire il governo delle trasformazioni introdotte dall’innovazione tecnologica e le sfide rilevanti per l’azione sindacale a sostegno di una “just transition” in un’economia low-carbon. Guidato da Fondazione Di Vittorio-FDV e Fillea, Discus (www.discusproject.eu) coinvolge numerose organizzazioni e centri di ricerca europei ed è frutto di un percorso di ricerca di lungo periodo sui processi di cambiamento di un settore che si pone oggi sempre più come caso paradigmatico dei potenziali benefici e dei punti critici dell’innovazione in favore dei due grandi driver di cambiamento del nostro modello economico e sociale: la transizione verso la sostenibilità e la digitalizzazione. 

Già lo studio Nuovi modelli di abitare e di produrre (Rugiero, Di Nunzio, Galossi, 2013, Ediesse), a livello nazionale, e il progetto BROAD-Building a Green Social Dialogue, a livello europeo,  avevano posto in luce la rilevanza della transizione del settore delle costruzioni verso modelli di sviluppo sostenibile, in termini di innovazione di processi e di prodotto, di ricadute occupazionali, di nuove condizioni di lavoro e nuovi fabbisogni formativi e per la centralità del ruolo che il dialogo sociale e le relazioni industriali assumono nell’accompagnare tali processi, al fine di metterne sotto controllo gli effetti negativi. Anche la transizione in favore della digitalizzazione delle costruzioni richiede di promuovere una “via alta” all’evoluzione dell’organizzazione del lavoro favorita dai cambiamenti tecnologici che rendono necessaria l’introduzione di nuove logiche della contrattazione collettiva del lavoro, valorizzando il ruolo delle relazioni industriali. In particolare, come per la trasformazione in chiave sostenibile delle costruzioni, appare centrale promuovere un dialogo sociale allargato (approccio multistakeholder) - con il coinvolgimento non solo delle istituzioni, delle parti sociali, ma anche della comunità scientifica, delle associazioni professionali e della società civile - e una governance multilivello delle politiche e delle misure per garantire che i diritti dei lavoratori siano protetti, proponendo  nuovi buoni posti di lavoro e promuovendo la loro partecipazione ai processi decisionali in base ai principi della “just transition”. Le misure di giusta transizione, basate sul dialogo sociale e la contrattazione collettiva, inizialmente sorte in riferimento agli impatti dei mutamenti climatici, possono essere proficuamente impiegate anche per affrontare i processi riorganizzativi connessi alla transizione digitale ed al cambiamento tecnologico, allo scopo di ridurre il rischio di disoccupazione e di promuovere lavori che siano altamente qualificati, nel rispetto della dignità dei lavoratori e della inclusione sociale.

La digitalizzazione permea ogni aspetto del settore delle costruzioni coinvolgendone tutti gli attori in ogni fase della catena del valore e per l’intero ciclo di vita di un’opera, ridefinendo l’intero assetto organizzativo del cantiere in cui tutte le parti sono previste e quindi governabili sin dalla fase di progettazione. Tuttavia, oggi sono ancora poche le imprese che adottano tecnologie digitali basate su processi di creazione, elaborazione, conservazione e condivisione di dati e sono poche le ricerche che analizzano il tema della digitalizzazione nelle costruzioni rispetto ad altri settori.

Da qui l’importanza, con un progetto come DISCUS, di studiare approfonditamente e a livello comparato i punti critici e i possibili impatti positivi che derivano dall’introduzione delle tecnologie digitali per l’anticipazione dei mutamenti di cui l’azione sindacale deve tenere conto.

Molte sono le questioni da affrontare. Solo per citarne alcune: il tema della sostituzione e, quindi, distruzione di posti di lavoro, ma anche la nascita di nuove figure professionali altamente qualificate favorita dalla digitalizzazione; la maggiore prevedibilità e programmazione delle fasi e dell’organizzazione del lavoro che implica maggiori opportunità di prevenzione degli infortuni e di aumento della produttività e dell’efficienza, ma che pone anche la questione del controllo e della sorveglianza dei lavoratori; il ruolo fondamentale rivestito dalla formazione nel favorire un cambio di paradigma  del processo costruttivo e nella riqualificazione dei lavoratori; le barriere culturali, strutturali e sistemiche che si frappongono allo sviluppo della digitalizzazione nelle costruzioni. Di tali aspetti, affrontati dal progetto nei vari paesi coinvolti, si è discusso nell’ambito del convegno del 23 gennaio attraverso la partecipazione degli esperti e di rappresentanti delle parti sociali, anche all’insegna dello scambio  con altre categorie che intervengono in maniera diretta e indiretta nella filiera delle costruzioni, al fine di favorire percorsi di elaborazione e negoziali congiunti per affrontare le sfide della digitalizzazione per la competitività del sistema industriale, l’organizzazione del lavoro, l’occupazione delle persone e le loro competenze.

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