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Sindacato Nuovo, Novembre 2020. Per la rubrica "territorio e ambiente", il contributo di Michele Munafò, Ispra, sul tema della ripresa, resilienza e rigenerazione ambientale delle città e del territorio.

Necessità di adattamento ai cambiamenti climatici, dissesto idrogeologico ed elevata pericolosità idraulica, sismica, vulcanica e da frana, diffuso degrado fisico, sociale e ambientale, inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, perdita di biodiversità, frammentazione degli habitat, paesaggio sfigurato, consumo eccessivo di risorse, stravolgimento dei cicli naturali: il territorio italiano ha bisogno di urgenti misure per affrontare queste e molte altre sfide che presuppongono un urgente cambio di paradigma.

La pandemia degli ultimi mesi ha ulteriormente rafforzato l’importanza della qualità dell’ambiente in cui viviamo, dei nostri edifici e dello spazio urbano, rendendo evidenti la criticità e la fragilità di insediamenti non in grado di adattarsi e di recuperare gli errori di un passato. La situazione attuale è sicuramente l’esito di un governo e di una gestione del territorio che hanno avuto scarsa considerazione per l’irreversibilità di un eccessivo impatto dell’uomo sull’ambiente e per i processi ecologici alla base dell’equilibrio del pianeta e del nostro benessere. Anche perché, come riportato di recente da un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), tra le cause dell’attuale pandemia c’è “l’utilizzo insostenibile delle risorse naturali accelerato dall’urbanizzazione, dai cambiamenti di uso del suolo e dalle attività estrattive”. Le città sono al centro anche dell’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile, dove uno dei diciassette obiettivi è dedicato interamente alle città e agli insediamenti, con l’intento di renderli inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

A livello europeo, il Green Deal prevede una serie di azioni volte ad accelerare l’efficienza nell’uso delle risorse verso un’economia pulita e circolare, ripristinando la biodiversità e riducendo l’inquinamento, così come la nuova Strategia dell'UE sulla biodiversità appena adottata e la previsione di una nuova strategia tematica per il suolo entro il 2021 forniscono delle indicazioni chiare sulle priorità da seguire anche per la gestione dell’ambiente costruito. 

PROSEGUI LA LETTURA, pag. 11 

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