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Sindacato Nuovo, Luglio 2021. Passi in avanti ma c'è ancora moto da fare, come confermano i dati sulla ripresa, segnata da tantissimi infortuni gravi e mortali. Di Ermira Behri, Segretaria nazionale Fillea Cgil.

La ripresa del settore delle costruzioni, spinta dal Bonus 110% e dalle opere in cantiere con le risorse del Recovery Fund, purtroppo fa a pugni con l’emergenza infortuni e morti, che non accennano a ridursi - in edilizia come in agricoltura - anzi sono in crescita: Per le costruzioni, in particolare l’edilizia, dobbiamo fare i conti con un primato negativo terribile, come ci dicono i dati del monitoraggio Fillea: rispetto allo scorso anno, nel bimestre gennaio - febbraio 2021 l’aumento di infortuni mortali è stato oltre il 70% e sembra addirittura in peggioramento in chiusura di questo primo semestre. 

Senza contare gli infortuni mortali in itinere e le centinaia di infortuni gravi ed invalidanti che vedono nel settore edile la maggiore concentrazione di incidenti con alti coefficienti di invalidità, lungo decorso post trauma e numerose vittime registrate a distanza di mesi, talvolta anni, a seguito dell’infortunio subito. I controlli sono pochi ma tantissime le irregolarità rilevate. Secondo l’ultimo Rapporto INL il 53% delle irregolarità avvengono proprio nei cantieri. 

E’ questo che il 26 maggio scorso, nell’ambito della settimana di mobilitazione straordinaria promossa da Cgil Cisl Uil “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro”, le categorie delle costruzioni sono scese in piazza in 6 città colpite dalle più recenti tragedie sul lavoro -  Alessandria, Bergamo, Ancona, Roma, Napoli, Palermo - per dire ancora una volta #BastaMortiSulLavoro. In quelle piazze, ed in particolare a Roma davanti la Camera dei Deputati, abbiamo denunciato con forza la mancanza di azioni, rilanciando le nostre proposte contro il lavoro nero e irregolare, contro la liberalizzazione del subappalto, terreno fertile per irregolarità, illegalità, dumping contrattuale e conseguenti condizioni di lavoro più a rischio. Le nostre richieste sono sempre le stesse: più controlli, più prevenzione e formazione, rafforzamento delle sanzioni, incremento del personale ispettivo, attuazione della Patente a punti, applicazione del contratto edile a tutti i lavoratori impiegati in cantiere per assicurare uguali prestazioni ed uguali diritti, secondo il principio “stesso lavoro, stesso contratto”. 

Negli ultimi giorni qualcosa si muove sul fronte istituzionale:  a partire dall’assunzione di oltre 2000 nuovi ispettori del lavoro (si spera in una presenza maggiore nel settore dell’edilizia), all’attivazione della Commissione Parlamentare di inchiesta, fino alla recentissima emanazione del decreto attuativo del Durc di Congruità, che rappresenta lo strumento per eccellenza, insieme a quello della vigilanza, per combattere il lavoro irregolare, la concorrenza sleale e il dumping contrattuale in edilizia, a tutela del lavoro e della legalità e, quindi, a tutela dei diritti a partire da quello alla salute e alla sicurezza. Quel decreto è frutto delle nostre battaglie di anni e rappresenta una grande vittoria per la nostra categoria e per l’intera confederazione, dobbiamo esserne orgogliosi, pur consapevoli che la strada da fare è ancora tanta. Occorre riconoscere la gravosità del lavoro edile e modificare i requisiti per andare in pensione; occorre introdurre il reato di omicidio sul lavoro e la Patente a Punti per le imprese; occorre rafforzare l’intero sistema di prevenzione, non solo degli infortuni ma anche delle malattie professionali. Tema, quest’ultimo, su cui resta ancora molto, moltissimo da fare. Pensiamo solo al rischio di esposizione all’amianto, che torna ad essere attuale per i lavoratori edili con la partenza delle ristrutturazioni edilizie, in particolare degli edifici costruiti prima degli anni 90’.

Malattie professionali in Europa.
In Europa abbiamo circa 160.000 morti l’anno causate da malattie professionali, 100.000 di queste sono tumori legati al lavoro. Il cancro è responsabile del 53% dei decessi legati al lavoro rispetto al 2% solamente per gli incidenti sul lavoro. Dopo anni di pressioni, abbiamo raggiunto il risultato della revisione della Direttiva Europea sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro, aggiungendo ben 25 sostanze chimiche riconosciute cancerogene, alcune delle quali molto usate nei nostri settori, dalla silice cristallina al cromo, formaldeide, polveri di legno e emissioni di gas diesel. L’Italia ha recepito le nuove direttive a giugno 2020 (D.lg n.44 del 1 giugno 2020) e a febbraio 2021 (Decreto Interministeriale del 11 febbraio 2021) modificando il Testo Unico di Sicurezza all'art. 242 comma 6 in materia di sorveglianza sanitaria dei lavoratori e gli Allegati XLII (Elenco di sostanze miscele e processi) e XLIII (Valori limite di esposizione professionale) che vengono sostituiti dagli allegati I e II del decreto. L’attuazione della nuova normativa può essere l’occasione per aprire, insieme ai nostri RLS/RSU e RLST uno specifico confronto sindacale con le Aziende sui temi della salute e della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.

 

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