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Sindacato Nuovo, Luglio 2021. Una riflessione sulla presenza dei comunisti nella Cgil. Di Luigi Agostini, Forum Pietro Greco Scienza e Politica.

Centralità e insufficienza. Centralità sociale del Sindacato, insufficienza politica del Sindacato. 

Tale coppia concettuale può raffigurare meglio di ogni altra, la contraddizione, che i comunisti della Cgil erano chiamati ad affrontare. Più di ogni altra forza. Un imperativo categorico, derivante in primo luogo dalla loro cultura politica. Il nemico, il pericolo da evitare, per dirla con Lenin, era il Sindacato tradeunionista, il classismo corporativo. Nessuno più del Sindacato è chiamato quotidianamente ad affrontare lo sfruttamento e l’alienazione del lavoro salariato o della assenza di lavoro, nessuno meglio del Sindacato può sapere che tale contraddizione è destinata a perpetuarsi all’infinito, se dal sindacato il discorso non passa alla politica, cioè alla organizzazione complessiva della Polis; al Partito. 

Dal corporativo alla politica però non si passa, quindi allora nessuna concessione al pansindacalismo, che si nutre della stessa natura anfibia dell’azione sindacale e che tra l’altro non può che congelare la situazione in uno sterile contrattualismo. 

La necessaria e inevitabile matrice corporativa della lotta sindacale e quindi del Sindacato - l’atto sindacale nasce sempre empiricamente come atto di protezione - andava riconcettualizzato e trasformato come atto che discende dalla autonomia del lavoro, del lavoro come soggetto che si erge di fronte al soggetto Capitale. Lavoro come soggetto autonomo, e non semplicemente forza-lavoro.

 La risposta trovata è stata una particolare forma-sindacato, il Sindacato Confederale, i cui elementi erano tutti o quasi tutti presenti nella storia italiana, ma che in particolare i comunisti utilizzarono e continuamente rielaborarono per dare loro una forma compiuta.

 Il Sindacato politico. La forma Sindacato unica in tutto l’Occidente.

Tra Partito e Sindacato, c’era una corrispondenza biunivoca; tra Sinistra politica e Sindacato Confederale. gemelli siamesi. Simul stabunt, simul cadent. Così può essere descritta la originalità dei comunisti della Cgil, Il concetto guida, il filo rosso, l’idea unificante, colta almeno nei momenti di massima creatività.

L’ergersi del lavoro di fronte al Capitale, primo comandamento, è figlio di una grande strategia politica: della politica come egemonia che viene ben prima del potere, secondo la traiettoria tracciata dalla Rivoluzione francese. A differenza della traiettoria della Rivoluzione russa. Significa una via che trova l’ancoraggio fondamentale nella Costituzione Repubblicana, si alimenta della Democrazia progressiva. Si articola nelle riforme di struttura, per approdare nel pieno della maturità al tema dei temi: il modello di sviluppo. 

Nei termini del pensiero strategico, le grandi coordinate sono condensate nella figura della guerra di posizione, guerra secondo cui i fronti principali diventano il fronte culturale e il fronte sociale, la conquista delle casematte sociali e culturali: da cui la rilevanza e la “autonomia di movimento” dei comunisti del Sindacato. Ma, per l'appunto, del Sindacato confederale. Una strategia politica in cui il fronte istituzionale - luogo privilegiato del Partito - viene pensato come intrecciato strettamente con altri due fronti decisivi: sociale e culturale. 

Il Sindacato come ala marciante nel sociale. I comunisti del Sindacato come la cavalleria negli eserciti di Annibale. All’interno di queste coordinate strategiche, il protagonismo dei comunisti della Cgil sul fronte sociale  si afferma indiscusso, dagli scioperi del ‘43 a tutto  il dopoguerra; tale protagonismo peserà in modo determinante all’interno del grande scontro sociale degli anni Settanta e porterà alla grande avanzata del Partito di Berlinguer. 

Il concetto-guida diventa la autonomia del lavoro.

Il luogo della sfida per eccellenza sarà la fabbrica, perché come diceva Sergio Garavini, è la fabbrica stessa il principale meccanismo di Integrazione del lavoro. Il grande test fu la job evaluation. La battaglia vinta contro la job evaluation, che poi porterà alla affermazione della strategia dell’inquadramento unico, rappresenta il principale successo nella costruzione dell’autonomia del lavoro. inquadramento unico e prima parte dei contratti.

 Il limite, ma interno di tale strategia, stava in un punto, colto particolarmente da Claudio Napoleoni: guardate che - avvertiva Napoleoni - il Capitalismo non si esaurisce oggi nella produzione, come ai tempi di Ford. Il capitalismo è fatto, oltreché di produzione, anche di consumo; mentre voi continuate ad inseguire il Capitalismo nella produzione, il Capitalismo vi sta aggirando alle spalle attraverso il consumo, Il suo modello di consumo.

Oggi, il terreno conquistato nella produzione viene più che riassorbito dal capitalismo (neo), sul terreno del consumo.  Riordinate il fronte - diceva Napoleoni - attorno a una idea aggiornata del modello di sviluppo, in cui il consumo - i consumi di cittadinanza - acquista un peso determinante. Su tale terreno però Partito e Sindacato erano fondamentalmente sguarniti. Teoricamente e quindi politicamente.

L’89 ha bruciato il tempo necessario per una riorganizzazione strategica.

Oggi molta acqua è passata sotto i ponti.  La storia si è però incaricata di colmare tanti limiti e curare e vendicare tante ferite. Oggi, specie dopo la Grande Crisi del 2007 - la esplosione della Leemhan Brothers -, il discorso sul consumo ha acquistato la stessa valenza del discorso sulla produzione; specie al tempo del Capitalismo delle piattaforme digitali e delle diseguaglianze vertiginose. Le stesse ultime encicliche di Papa Bergoglio testimoniano della maturazione del discorso complessivo di un nuovo modello di sviluppo e della sua stringente necessità.

Molti semi della Storia Interrotta dei comunisti della Cgil continuano a essere fecondi e vitali, a partire dal concetto portante dell’autonomia del lavoro, e dalla idea-forza del Sindacato Confederale; persino piu’vivi e fecondi oggi, al tempo del Capitalismo della Piattaforme, o della  Sorveglianza,come lo definisce più S.Zubov, specie per soggetti e forze che lavorano ad una reimpostazione del discorso socialista. La Storia continua.

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