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Sindacato Nuovo, Novembre 2021. La doppia responsabilità del Sindacato. L'editoriale di Alessandro Genovesi.

 

Il Paese sta conoscendo una ripresa economica importante, tutti gli indicatori generali (a partire dal PIL, Prodotto Interno Lordo +7%) e di settore (edilizia +12%, materiali +6%, legno arredo +8%) lo certificano. Ma crescita economica non vuol dire per forza anche buona occupazione, cioè più lavoro regolare, stabile, sicuro, che valorizzi professionalità e saperi.

Per queste ragioni la CGIL, insieme a CISL e UIL, è in campo su una rivendicazione “di sistema” che affronti i nodi di fondo di quale modello di sviluppo: da quali politiche industriali a forte contenuto di innovazione, a quali strumenti per ridurre la precarietà in particolare di donne e giovani, da come accompagnare la transizione ecologica (ammortizzatori sociali) a quali politiche fiscali per riattivare consumi interni e vera lotta all’evasione, fino a quale sistema pensionistico che riconosca che “i lavori non sono tutti uguali”. 

Perché alla fine i nodi sono due: da un lato come il mondo del lavoro contribuisce alla ripresa, dall’altro che contenuto di “trasformazione” avrà questa ripresa. Se viene messa o no al servizio di una progressiva ma costante riduzione di quelle disuguaglianze sociali e ambientali, che ci hanno fatto precipitare nel “burrone” di una crisi economica e sociale che è anche crisi di democrazia e di partecipazione. 

Una crescita socialmente più giusta è del resto la precondizione per tornare ad alimentare una democrazia sempre più in sofferenza (si veda il tasso di partecipazione delle fasce popolari alle ultime elezioni amministrative) e per contrastare fenomeni di populismo e finanche eversione (è in quel mare di disagio che si insinuano fascisti ed estremisti, compresi gli assalitori della nostra sede nazionale).

La Fillea è in piena sintonia con questa strategia, con la profonda convinzione della bontà di un rapporto unitario genuino e trasparente, con la necessità di declinare le parole d’ordine “più occupazione, più stabile, più di qualità”, tenendo insieme qualificazione delle imprese, strutturazione industriale dei nostri settori (a partire dall’edilizia), contrasto al lavoro irregolare e agli infortuni attraverso gli strumenti dell’azione contrattuale e dell’azione politica.

Leggiamo così allora l’impegno contro il lavoro irregolare, ora più che mai necessario, visto la crescita del settore, grazie agli investimenti e agli incentivi pubblici (dal PNRR al Fondo Complementare, ai vari bonus, compreso il 110% prorogato come da nostra richiesta): non solo denunce e azioni contro lo sfruttamento (si vedano gli articoli su Firenze e Macerata) ma anche e soprattutto prevenzione (dal 1 Novembre è operativo il Durc di Congruità per tutti i cantieri pubblici e per quelli privati sopra i 70 mila euro). 

Leggiamo dentro questa strategia l’intesa del 25 Ottobre con il Ministro Giovannini: non solo per mettere a verifica il rispetto degli accordi di dicembre e successivi, sullo scambio “più occupazione tramite divieto di straordinari versus ciclo continuo”, ma anche le nuove tutele previste proprio dal Decreto del Ministro Orlando sulla Congruità e dal decreto 77/2021 sulla parità di trattamento e sull’applicazione dello stesso CCNL nei sub appalti (vedi anche il numero precedente di SN). 

Leggiamo dentro questa strategia la declinazione “industriale” delle nostre piattaforme contrattuali: dalla centralità della formazione e sicurezza e dal contrasto al sotto inquadramento in edilizia, alla piattaforma per il rinnovo del CCNL del cemento, con l’importante Avviso Comune sottoscritto per una giusta transizione energetica nel comparto.

Analizziamo allo stesso modo la battaglia (vincente) che ha portato all’ordinanza n.118/2021 del Commissario Legnini sulla ricostruzione privata o il sostegno alla campagna del sindacato europeo per migliori tutele relativamente all’esposizione all’amianto (vedi articoli dedicati). 

E ancora l’azione rivendicativa su salute e sicurezza, per spingere ancora più avanti la strategia del Governo sul punto: bene il decreto appena varato, bene i passi avanti con il nuovo articolo 14 del T.U. su salute e sicurezza, ma servono correttivi importanti e soprattutto l’introduzione della patente a punti e dell’aggravante di “infortunio mortale sul luogo di lavoro”, anche per premiare le aziende serie e colpire con la giusta durezza chi specula sulla vita dei lavoratori. Non è un caso che la stessa piattaforma di indizione della manifestazione nazionale degli edili del 13 Novembre a Roma, tiene insieme richieste specifiche di attuazione di alcune norme del dlgs. 81/2008 con le rivendicazioni contrattuali, con alcune proposte sulla organizzazione del cantiere e sulla qualità di impresa, con la richiesta di una riforma delle pensioni che permetta a chi ha oltre 60 anni di scendere dalle impalcature (da qui la battaglia che stiamo facendo con Inca per riconoscere concretamente quanto già previsto e per modificare la c.d. Ape Sociale portando da 36 anni a 30 i requisiti per accedervi in edilizia, anche seguendo le indicazioni della Commissione Damiano sulla gravosità dei vari mestieri). 

Insomma la Fillea pratica ciò che predica (o almeno ci prova), mette a disposizione le proprie idee ed energie per contribuire dentro e soprattutto fuori dalla Confederazione, alla più generale strategia di riconquista di spazi e riconoscimenti per il mondo del lavoro. Oggi che le trasformazioni necessitano di più sindacato, di più partecipazione, di più forte e strutturate relazioni industriali.

Incalzando Governo ed Imprese, istituzioni nazionali e locali, partiti politici e movimenti civici. Facendo cioè il nostro mestiere di sindacato generale che ha sempre a cuore le sorti del Paese e delle sue classi popolari. Oggi più che mai: perché abbiamo una doppia responsabilità. Spendere bene e nel modo giusto le risorse in più che abbiamo; dimostrare - facendo bene - che l’Unione Europea ha scommesso sulla politica giusta, quella dell’intervento pubblico, della programmazione, dell’inclusione, della solidarietà. 

 

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