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Sindacato Nuovo, maggio 2022, pagina 7. Articoli di Tatiana Fazi ed Emanuele Verrocchi, rispettivamente della segreteria nazionale e del dipartimento Legno Arredo e Materiali da costruzione. 

Rinnovato il contratto, un grande risultato in un contesto molto complicato. 
di Tatiana Fazi, segretaria nazionale Fillea.

Il 15 Marzo 2022 intorno alle ore 22, dopo una lunga giornata iniziata con il coordinamento unitario nella sede della Fillea nazionale, è stata siglata l’ipotesi d’intesa per il rinnovo del CCNL cemento, calce, gesso e malte industria, scaduto a dicembre 2021.

Una giornata che sapevamo poter essere importante e che ha visto un nutrito numero di delegati e delegate presenti fisicamente a Roma ed oltre 100 tra RSU, RLS e segretari collegati on line.

Il contesto in cui ci siamo mossi per questo rinnovo è stato diverso dal solito e molto complicato. Il passare dei giorni, inoltre, non faceva che peggiorare la situazione: lo spettro del covid sempre presente, la preoccupazione per il processo di decarbonizzazione varato dall’Europa nell’ambito del Green Deal europeo, l’aumento dei costi energetici, le difficoltà nel reperire le materie prime, la guerra tra Russia e Ucraina, sono stati argomenti che sul tavolo della trattativa sono stati proposti e riproposti con forza dall’associazione datoriale e dalle aziende presenti alla contrattazione.

Di contro, pur non sottovalutando le tematiche di cui sopra, dalla nostra parte avevamo la ripartenza del settore edile e la consapevolezza che di fronte ad una situazione di crisi, economica e politica, l’unico modo per provare a dare risposte è quello di ripartire dal lavoro: dai diritti e dal salario.

Il giorno 15 Marzo pertanto, dovevamo tentare l’affondo pur consapevoli che la firma non era ad “ogni costo” e che l’obiettivo rimaneva quello di dare risposte e certezze alle lavoratrici e lavoratori del settore.

Così è stato! Non senza fatica, con una trattativa che nel corso della giornata ha subito momenti di arresto, dove fino all’ultimo c’ è stato bisogno di forzare e di non cedere, alla fine della giornata gli obiettivi sono stati centrati: salario, diritti, sicurezza e classificazione.

Un grande risultato che è stato possibile grazie all’unitarietà sindacale che non ha subito mai tentennamenti, se pur le controparti abbiano provato a dividere, e merito della Fillea Cgil, tutta, per l’autorevolezza che ha costruito nel tempo sul territorio e a livello nazionale e che ha aiutato a mantenere la barra dritta, e a raggiungere gli importanti risultati di cui proviamo a fare sintesi nell’articolo che segue.

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Un CCNL apripista. I punti di forza dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale del cemento, all’esame delle assemblee dei lavoratori.
di Emanuele Verrocchi,  Dipartimento Legno Arredo e Materiali da Costruzione Fillea Cgil Nazionale

Oltre a un significativo aumento salariale (119 Euro al parametro intermedio, dove si addensa la maggioranza delle maestranze), l’ipotesi incarna molto bene alcuni princìpi cari alla Fillea: redistribuzione, equità, tutela delle fasce più deboli, solidarietà.

Maggior protagonismo alle nostre rappresentanze sindacali, con l’istituzione del delegato alla formazione, che avrà il compito, in anticipo, di programmare i piani formativi annuali congiuntamente alle aziende. E poi la mezz’ora in più (2,5 ore per ogni dipendente a partire dal 1/1/2024) che aumenta il monte ore per la RSU, in un settore che vede, da anni, una riduzione di platea di lavoratrici e lavoratori e quindi la nostra necessità di rafforzare le agibilità sindacali. L’istituzione della “Giornata della sicurezza” nei cementifici il 28 aprile, con l’attivazione di iniziative formative e informative congiunte.

Il risultato, storico e necessario, della riforma del sistema classificatorio, con l’aumento di livello per i profili professionali più bassi (sostanzialmente si è eliminata l’Area esecutiva) e l’aggiornamento in generale degli inquadramenti, tenendo conto dei processi di digitalizzazione del processo produttivo e della spiccata specializzazione ormai raggiunta nelle cementerie.

La scelta, dopo decenni, di ritoccare al rialzo la percentuale del lavoro diurno a turni (è facile intuire che si concentra qui la maggior parte degli operai) al 6% e il pacchetto mensa, che dà la possibilità in ogni stabilimento di contrattare la mensa grazie all’aumento della contribuzione pasto a carico dell’azienda dal 50% al 70%, dell’indennità sostitutiva che passa da 0,06€ a 1,50€ per ogni giorno di presenza per chi non ha servizio mensa o ticket restaurant e dalla diminuzione della soglia per l’istituzione di una mensa interna da 100 a 80 addetti.

Ancora, il pezzo forte dell’estensione dei diritti, più congedi per la formazione, per le donne vittime di violenza, trattamenti economici aggiuntivi sui congedi facoltativi per madri e padri, aumentano i permessi per il diritto allo studio, aumenta il periodo di comporto e si aggiungono due mensilità retribuite ai malati gravi. Si equipara, finalmente, il lavoro straordinario festivo e notturno tra operai e intermedi (operazione di giustizia sociale).

Infine, il welfare integrativo, con l’aumento della percentuale del Fondo di Previdenza Complementare CONCRETO a carico dell’azienda e l’aumento della quota del Fondo di Sanità Integrativa ALTEA sempre a carico dell’azienda, a conferma del sostegno delle Parti al rafforzamento di questi strumenti sempre più indispensabili per i lavoratori. 

Ora, il Contratto del Cemento farà da apripista per il rinnovo degli altri Contratti dei Materiali e si inaugura la stagione degli integrativi di fronte alla sfida della decarbonizzazione, della produzione da fonti energetiche rinnovabili e dell’economia circolare in un percorso costante di ricerca dell’innovazione contrattuale che ci traghetterà al prossimo rinnovo (penso essenzialmente ai temi della formazione e alla regolamentazione di qualità dell’intreccio appalti – internalizzazioni).

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