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Sindacato Nuovo, maggio 2022, pagina 15. Dal 1 giugno in libreria il volume sulla storia della FIllea Cgil. Di Marielisa Serone

Arriva in libreria il libro di Marielisa Serone, che accompagnerà le celebrazioni del 136^ della nascita della Fillea, in programma a giugno e luglio a Roma.
Di Marielisa Serone | autrice del Libro sui 136 Anni della Fillea

Provare a ripercorrere i 136 anni di vita della Fillea Cgil, è stato stimolante, entusiasmante e preziosissimo, aldilà del fatto memorialistico legato all’anniversario, comunque importante. Lo scopo infatti è stato anche quello di rileggere la storia per riportarla all’attenzione di un presente segnato da avvenimenti che hanno rimesso al centro del dibattito pubblico i sindacati e la tutela del lavoro in ogni sua forma. 

Ci troviamo in un tornante della storia italiana ed europea topico, centrale e delicato. Oggi infatti, così come in tutti gli altri passaggi epocali del nostro paese, l’edilizia ha il compito di ri-costruire di fatto l’Italia, non solo in modo simbolico, ma anche – e soprattutto vorrei direi – materiale e fisico, incarnando la ripresa e la resilienza di quel piano eccezionale con cui la contemporaneità sta affrontando il suo destino fatto di pandemia e guerre. 

Dai conflitti sulle condizioni di lavoro, sull’organizzazione dello sfruttamento emerge la carica politica che ha costruito la coscienza di classe – così ci ha insegnato Foa. E rifacendoci a lui possiamo guardare sia all’attuale bisogno di sindacato, sia al nostro passato: quello che questa Storia della Fillea ha voluto riportare a galla, per raccontare le radici forti da cui ancora oggi traggono linfa le chiome fatte di lavoro, diritti, tutele, dignità. 

Si tratta di un periodo lungo e cruciale quello su cui si concentra questo scritto – a partire da quel 15 agosto del 1886 a Genova, giorno in cui nacque la Federazione Muraria ad opera di operai e lavoratori edili. Un percorso ricco di avvenimenti che hanno determinato, nel loro svolgersi, alcuni tratti anche della realtà̀ di oggi, in particolare plasmando le caratteristiche di fondo delle organizzazioni sindacali. 

Il movimento sindacale, è questa l’idea di fondo che accompagna questo libro, deve molto ai lavoratori e alle lavoratrici edili, al loro spirito resistente, alla loro dignità e capacità di farsi corpo unico, nonostante le difficoltà, la discontinuità, la fatica, la precarietà.

Siamo partiti dal racconto dei primi decenni post unitari, dalle immagini dei muratori della fine dell’Ottocento descritte da Vasco Pratolini nel suo Metello, passando per le elaborazioni politiche di inizio Novecento e l’incontro con il socialismo fino all’avvento del fascismo, per poi giungere – con la ricostruzione e con le lotte dei disoccupati per il Piano del lavoro, con la scrittura dello Statuto dei lavoratori, alle lotte per la casa e per la riforma urbanistica. Volevamo raccontare quanto grande e significativo sia stato il contributo dei lavoratori e delle lavoratrici delle costruzioni per il nostro Paese e per il movimento sindacale nel suo complesso. 

Contributo che il sindacato delle costruzioni ha portato avanti, anche questo abbiamo voluto raccontare, fino ai nostri giorni – con battaglie di carattere più̀ generale, dagli appalti alla lotta al lavoro nero, dalla rigenerazione urbana all’uso di nuovi materiali più̀ sostenibili. 

Abbiamo raccontato come il mondo dell’edilizia sia segnato dalla discontinuità, dalla precarietà, dalla stagionalità, dalla frantumazione delle imprese attraverso subappalti e cottimo, dalla flessibilità, di come sia – da sempre - legato a doppia mandata ai destini e alla storia del Paese, con relazioni industriali che via via si sono evolute, producendo anche tutele e soluzioni sindacali originali e ancora oggi all’avanguardia (si pensi, ad esempio alla invenzione delle Casse Edili e del sistema di tutele contrattuali da cui queste discendono, fino alle recenti acquisizioni in materia di tutele nei sub appalti pubblici e all’introduzione del Durc di Congruità).

Infine quello che questo libro ha voluto testimoniare è come la Fillea Cgil abbia da sempre rappresentato una categoria particolare, con caratteristiche proprie e inconfondibili, un popolo nomade e al tempo stesso presente in tutte le parti d’Italia segnato dalla durezza e dalla fatica del lavoro così come dalla professionalità e attenzione ai grandi cambiamenti. 

La partecipazione alle iniziative di lavoratori, operai, impiegati tecnici, uomini e donne dell’edilizia, del legno, dei materiali da costruzione, del cemento, dei lapidei hanno caratterizzato le vicende del movimento sindacale nazionale oltre i settori stessi e più̀ di quanto si sappia o si sia consolidato nell’immaginario collettivo. 

Come afferma il Segretario generale Alessandro Genovesi nella sua prefazione al testo «Chi leggerà questo libro capirà̀ meglio anche perché́ siamo una categoria portata naturalmente ad essere confederale nelle battaglie che fa (pensiamo alle nostre ultime mobilitazioni sulle pensioni o sulla salute, per esempio), ma in una dialettica dove lealtà vuol dire prima di tutto battersi per le proprie idee e convinzioni, dare sempre precedenza al merito e mai ad altro e – come ricordava Luciano Lama – riconoscere le buone idee anche quando vengono da altri e dirlo. 

Soprattutto chi leggerà questo libro capirà̀ anche quanti sforzi questa categoria (giusti e riusciti alcuni, sbagliati o non portati a compimento altri) ha fatto e fa per essere molto più̀ «innovativa» di quanto magari appaia all’esterno».

Lama si trovò a dire: «Gli edili sono la categoria più̀ fedele della Cgil» – provocando tra l’altro una subitanea quanto orgogliosa precisazione: «gli edili non sono fedeli, sono leali».

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