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Sindacato Nuovo, Gennaio 2023, pagina 13. Il 17 ottobre a Milano centinaia di delegate e delegati Fillea in assemblea. Il racconto di Tatiana Fazi, Segretaria nazionale Fillea Cgil. 

Il contratto del legno/arredo scaduto a dicembre 2022, la piattaforma discussa, approvata nelle assemblee dalle lavoratrici e lavoratori e inviata nel rispetto dei tempi, l’inflazione alle stelle, il costo delle materie prime, la richiesta di salario, il meccanismo di calcolo dell’aumento contrattuale, la presenza del segretario generale della Cgil Maurizio Landini: un mix che già solo nei titoli rende chiara l’importanza dell’evento e del percorso di rinnovo che abbiamo iniziato a Milano il 17 ottobre scorso, con l’Assemblea Nazionale dei Quadri e delegate/i del legno-arredo.

Un contratto nazionale che ci riporta indietro nel tempo e che trova le sue origini nella “Federazione dei lavoranti in legno” fondata nel 1890, per poi divenire una Lega sindacale vera e propria nel marzo del 1900 aderendo alla Camera del Lavoro, per confluire infine negli anni Cinquanta nella Fillea Cgil.

Un settore che riveste un ruolo importante  per il Paese con oltre 70 mila imprese e più di 300 mila addetti (il 7,7 % degli addetti e il 15 % delle imprese sul piano nazionale) e nel sistema delle relazioni industriali, che ha trovato la sua massima “espressione” nell’ormai lontano 2016 con l’inserimento all’interno del contratto nazionale di lavoro di un meccanismo  di riconoscimento economico che siamo soliti definire a “DOPPIA PISTA SALARIALE”:  aumenti certi  al momento della firma non soggetti a verifica a fronte di redistribuzione, flessibilità e innovazione e  il recupero dell’inflazione con verifiche ad inizio di ogni anno con l’Ipca (l’indice del prezzo al consumo) non depurata. 

La consapevolezza che questo sistema di calcolo della retribuzione oggi, con livelli di inflazione così alti, potrebbe portare nelle tasche delle lavoratrici e lavoratori cifre importanti, anche oltre i 150 euro, ha reso la giornata di Milano ancora più sentita e partecipata.

Gli interventi di tutte le delegate e i delegati ne hanno ribadito l’importanza e la necessità di difendere “la doppia pista salariale”, pur mettendo in luce i tanti aspetti importanti che abbiamo inserito nella piattaforma di rinnovo come:

la riduzione dell’orario di lavoro, da 40 a 38 ore, scambiata con la formazione, legata ad avanzamenti dei livelli di inquadramento rimane una nostra priorità, in un settore che tra l’altro si sta impoverendo sempre di più di professionalità e competenza, che risulta poco attrattivo per i giovani e le donne e che come indicato in piattaforma deve prevedere misure per incentivare la “staffetta generazionale”;

gli appalti, con un’analisi insieme alla Rsu per verificare la possibilità di reinternalizzare alcune lavorazioni e dove ciò non fosse possibile garantire uguali trattamenti economici e normativi non inferiori a quelli del CCNL legno. E poi i diritti e le tutele, su cui abbiamo riscontrato molta attenzione nelle assemblee, che ricomprendono la conciliazione, i congedi per studio, per visite mediche di figli o genitori anziani, la malattia con l’allungamento del periodo di comporto e dell’aspettativa nonché la copertura dei primi tre giorni di malattia (oggi al 50%) indipendentemente dalla durata della stessa, la maternità e paternità, la richiesta di una percentuale certa di part time reversibile…

La sicurezza con maggiore formazione, con una condivisione in fase di stesura del DVR non solo “formale” ma di fatto e con un’attenzione particolare ai rischi e alle malattie professionali (es. esposizione alla formaldeide);

In tema di welfare puntando a incrementare la quota al fondo Arco oggi al 2,30 per le aziende e far in modo che l’iscrizione al Fondo Altea (15 euro) diventi obbligatoria per tutte e tutti e non solo su richiesta specifica degli interessati.

Le tante voci che si sono alternate dal palco hanno colto le difficoltà della trattativa, consapevoli che le nostre controparti saranno li pronte con ogni mezzo per non rispettare gli accordi, scritti e verbali, che sono il frutto anche di consuetudini che vengono da lontano. E che lo scontro vero sarà nel difendere il potere d’acquisto dei salari di fronte alla alta inflazione, difendendo la “doppia pista salariale” ottenuta nei due ultimio rinnovi.  

Per questo ci siamo salutati con un messaggio da diffondere in ogni posto di lavoro: solo uniti si può vincere, nessun tentennamento, nessuna paura. Sarà un percorso faticoso, lungo, pieno di ostacoli ma dobbiamo esserci tutte e tutti; in ogni azienda, in ogni fabbrica si dovrà raccontare qual è la posta in gioco. Lasciare oggi che qualcuno scardini questo meccanismo sarebbe una sconfitta per il nostro settore e non solo. Ripartiamo da qui, dal nostro contratto per far capire che il mondo del lavoro di fronte alle battaglie importanti sa essere unito e che è ancora pronto a mobilitarsi, lottare, sognare. Con la presunzione di pensare che dal nostro contratto possa ripartire una importante stagione di rinnovi contrattuali e di riconquista di salario e diritti.

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