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SIndacato Nuovo, Gennaio 2023, pagina 14. Il 24 novembre è stato rinnovato il Contratto Nazionale del comparto, ora la parola alle assemblee dei lavoratori. 123 euro di aumento ed importanti novità su sicurezza, welfare, diritti. A cura della Redazione 

Al termine di una lunga trattativa e in un contesto economico complicato, è stata siglata il 24 novembre, dai sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, e dalle parti datoriali Confindustria Marmomacchine e ANEPLA, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale lapidei e materiali estrattivi industria,  in vigore dal 1° aprile 2022 al 31 marzo 2025. Il contratto, che era scaduto il 31 marzo scorso, interessa oltre 30 mila addetti in 3 mila aziende. 

Incremento salariale è pari a 123 euro al livello C, parametro 136, diviso in tre tranches: 40 euro dal 1° gennaio 2023, 39 euro dal 1° gennaio 2024 e 44 euro dal 1° gennaio 2025.

Previsti inoltre un ‘bonus energia’ di 100 euro nel mese di dicembre 2022, un aumento dello 0.40 sul fondo pensione integrativo Arco, e portato a 210 euro l’elemento di garanzia retributiva per le aziende che non hanno la contrattazione di 2° livello. 

Importanti novità anche sul versante normativo: inserite 8 ore di permesso, anche frazionabili, per l’inserimento nella scuola dell’infanzia, 6 mesi retribuiti per le donne vittime di violenza, oltre a quelli già previsti per legge, due giorni aggiuntivi per i lavoratori stranieri che dovessero recarsi all’estero per decesso di un congiunto, aumento del periodo di comporto e della retribuzione durante la malattia per i lavoratori colpiti da gravi patologie.

Aggiustamenti importanti anche sul lato sicurezza, con l’aumento di 1 RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) nelle aziende tra i 101 e i 200 dipendenti e con l‘istituzione della giornata della sicurezza con attività formative e informative, puntando altresì l’attenzione sulla formazione delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso l’aumento della percentuale di lavoratori che possono assentarsi contemporaneamente dal posto di lavoro, passando dall’attuale 1.5 al 3%.

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