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Sindacato Nuovo Aprile 2023. Il subappalto nei cantieri, un focus dal Belgio, di Alexandre Govaerts | Centrale Générale FGTB (Belgium).

Mentre le condizioni di lavoro e i salari variano ancora molto nei cantieri in Europa, la centralità del subappalto accomuna tutti i paesi europei, sia a livello locale sia attraverso catene transfrontaliere (troppo spesso gestite anche dalla criminalità organizzata). Solo un’azione coordinata da parte dei sindacati e delle autorità europee sulle pratiche e sulle normative del settore consentirà di liberarsi da questa piaga. 

La produzione basata sul subappalto avvantaggia le grandi imprese di costruzione (che lo usano per aggiudicarsi i grandi appalti) e i committenti (che lo usano per ridurre le loro fatture per tali appalti) a spese dei subappaltatori, e in particolare dei lavoratori subappaltati, i quali sono costretti ad “assorbire” questa riduzione dei costi. È importante notare che, come è stato spesso dimostrato, sia i committenti che i subappaltatori sono consapevoli che il prezzo del contratto in questione non consentirà di rispettare le normative sociali e del lavoro.

Riguardo il subappalto né gli strumenti giuridici dell’UE in materia né le norme nazionali sono abbastanza forti da poter cambiare questo modello di produzione. Sebbene non esista una direttiva o un regolamento specifico dell’UE sul subappalto, il tema è affrontato in diverse altre direttive1. La questione fondamentale della limitazione della catena di subappalti è effettivamente affrontata nella Direttiva 2014/24, ma si limita a consigliare tale limitazione.  Anche alcune decisioni recenti della Corte di giustizia dell’UE non spingono realmente verso la regolamentazione del subappalto, in nome della predominanza delle “libertà” dell’UE (in questo caso la libertà di circolazione dei servizi) su tutte le altre considerazioni.2

Per quanto riguarda le norme nazionali, prendiamo l’esempio del Belgio. Le norme sul subappalto differiscono per gli appalti pubblici e privati: 

• Negli appalti pubblici: un subappaltatore non può subappaltare il 100% di un contratto che gli è stato assegnato; nei settori “sensibili alle frodi” (tra cui l’edilizia), la catena di subappalto è limitata a 2 o 3 livelli; esiste la responsabilità solidale (limitata a un solo livello e facilmente aggirabile con clausole di salvaguardia).

• Negli appalti privati, si applica solo la suddetta responsabilità solidale per i salari.

Data la carenza di personale ispettivo e la lunghezza delle procedure in Belgio, queste regole già deboli hanno ancora meno probabilità di essere rispettate.

In Belgio alla questione del subappalto è sempre più associata anche la questione del distacco transanzionale dei lavoratori, realizzato spesso con società di comodo che fanno mera intermedizione di lavoratori, diluiscono la responsabilità e «tengono a bada» le ispezioni. 

Sfruttamento attraverso il subappalto: due esempi recenti in Belgio

Primo esempio: nell’ottobre 2021, ispezioni congiunte condotte simultaneamente presso le sedi di imprese edili in Belgio, Lussemburgo e Italia hanno portato alla luce una rete di lavoratori messi a disposizione per i cantieri in Belgio. In linea con il business model basato sul subappalto, questa organizzazione criminale inviava in Belgio lavoratori rumeni da società con sede in diversi Paesi dell’UE, senza rispettare le norme europee e nazionali in materia di distacco, contributi previdenziali o condizioni di lavoro e retribuzione. Poiché l’indagine è ancora in corso, i nomi delle società e dei loro dirigenti non sono ancora stati rivelati. 

Secondo esempio: Il cantiere è un mega nuovo impianto di propilene da costruire nel porto di Anversa. Il cliente è la multinazionale chimica Borealis (Austria). L’appaltatore principale è una joint venture tra IREM (Italia) e Ponticelli (Francia). Dopo una prima segnalazione nel maggio 2022, l’ispettorato del lavoro del Belgio ha scoperto prove di tratta di esseri umani e sfruttamento del lavoro nel cantiere di Anversa. L’ispezione ha dimostrato che le condizioni di lavoro e di vita di decine di lavoratori distaccati erano molto al di sotto dei requisiti di legge. Centosettantaquatto lavoratori sfruttati si sono già fatti avanti per una vertenza.  I lavoratori hanno dovuto pagare molto per il loro reclutamento prima di trasferirsi in Europa, venivano retribuiti 650 euro al mese, dovevano lavorare 6 giorni alla settimana, erano alloggiati in condizioni pessime e molti di loro non avevano permessi di lavoro regolari. L’assunzione dei lavoratori per il cantiere della Borealis è stata affidata ad una ditta del Bangladesh e a una ditta Turca. Secondo le testimonianze raccolte, prima di arrivare sul cantiere in Belgio parte di questi lavoratori sono stati stipati per settimane in Ungheria in alloggi indecenti, prima di passare dal Portogallo per arrivare finalmente ad Anversa. Si tratta in questo caso quindi di veri e propri serbatoi di lavoratori messi a disposizione da una rete criminale. 

Quali lezioni si possono trarre da questi due esempi? 

Innanzitutto, che questi casi non sono isolati e che siamo di fronte a un sistema generalizzato di sfruttamento transfrontaliero dei lavoratori nell’UE. Poi, che anche nei Paesi in cui i mercati sono abbastanza regolamentati e i diritti dei lavoratori sono relativamente ben tutelati, l’aumento della concorrenza nel mercato unico dell’UE offre quasi un assegno in bianco per lo sfruttamento totale dei lavoratori nei cantieri. Alla luce di tutto ciò, non è difficile immaginare le conseguenze negative dell’iniziativa del Governo italiano per «liberalizzare» le catene di subappalto negli appalti pubblici, un vero doppio salto all’indietro rispetto la regolarità del lavoro e alla tutela delle imprese sane. Questa scelta sbagliata del Governo italiano destrutturerà ancora più le imprese ed il mercato del lavoro in edilizia, e gli effetti negativi li vedremo in tutta l’edilizia dell’Europa, perchè, come abbiamo visto, lo sfruttamento dei lavoratori edili non ha confini nel mercato unico dell’Unione Europea.

 

BOX:  La campagna sul subappalto efbww – Who is the boss?  Stop allo sfruttamento lungo la catena dei subappalti. La soluzione principale, che concilierebbe i diritti dei lavoratori e la libera circolazione nell'UE, consiste nel promuovere l'occupazione diretta da parte di chi realizza l’appalto! 

Gli obiettivi della campagna EFBWW sono:

  1. Norme più stringenti in materia di subappalto negli appalti pubblici
  2. Limitare la catena dei subappalti sia verticalmente che orizzontalmente.
  3. Piena responsabilità in solido.
  4. Due diligence obbligatoria.
  5. Strumenti digitali di applicazione per i lavoratori.
  6. Registri elettronici delle imprese.
  7. Proteggere i lavoratori distaccati nelle catene dei subappalti.
  8. Rafforzare i rappresentanti sindacali dei lavoratori e i CAE.
  9. Ispezioni del lavoro efficaci e mezzi di ricorso.
  10. Pari lavoro, pari diritti, pari retribuzione.

Vai al pdf - pagina 3 - 4 >

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