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Nella giornata di apertura delle celebrazioni di #FilleaCentoTrentaSei, presentate da Fillea e Nuove Ri-Generazioni 10 idee per la nuova forma urbis.

La Rigenerazione Urbana è prima di tutto un’idea di trasformazione ambientale, produttiva e sociale delle città che, assumendo la centralità dei due welfare (welfare del territorio, welfare della persona) come bussola (si parte dai bisogni, cioè dalla domanda) non punta a disegnare solo nuove mappe fisiche delle aree urbane, ma a creare attraverso IL LAVORO nuove mappe sociali, nuove relazioni produttive e nuovi modelli di sviluppo. 

E’ la traduzione concreta del PIANO DEL LAVORO, per centrare gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile di cui all’Agenda ONU (goal 11, ma non solo): cioè la creazione di un modello sostenibile di sviluppo basato su occupazione stabile e di qualità a partire da vecchi e nuovi bisogni, secondo il principio della CREAZIONE DI LAVORO, ATTRAVERSO IL LAVORO. 

Obiettivo sempre attuale ed oggi ancor più strategico alla luce delle grandi trasformazioni tecnologiche, ambientali e demografiche che, se non governate ponendosi il tema di “come garantire la piena (o massima possibile) occupazione”, rischiano per l’Italia di produrre anche un saldo occupazionale negativo (se assumiamo l’attuale modello di sviluppo “lineare” e produttivo-centrico). 

Lavoro pubblico diretto, lavoro prodotto da vecchie e nuove forme di privato sociale (cooperative, onlus, ecc.) e lavoro prodotto da soggetti del privato di mercato (a partire da imprese artigiane e piccole e medie imprese), inseriti dentro una “pianificazione di prossimità del territorio”.

La “nuova forma urbis” deve rimettere quindi al centro l’essere umano, il suo lavoro, i suoi bisogni, la sua dimensione collettiva, secondo un principio di sostenibilità ambientale, sociale, relazionale.

Questo è il valore aggiunto dell’attività di Nuove Ri-Generazioni e del sindacato confederale (non solo SPI e FILLEA CGIL), partendo dalla necessità di costruire progetti concreti con ricadute concrete, in grado di allargare alleanze sociali e partecipazione, a partire dai diretti interessati (cittadini, associazioni locali, lavoratori, pensionati, disoccupati). 

Quelle che seguono sono quindi 10 idee concrete, con cui tradurre una politica dello sviluppo territoriale che, dentro una cornice nazionale (a partire dalla speriamo prossima approvazione della Legge Quadro per la rigenerazione urbana, ferma in Parlamento), inneschi una lettura condivisa dei bisogni, una progettualità di risposta agli stessi attraverso lavoro di qualità e quindi una “vertenzialità” locale del sindacato (confederazione e categorie, da offrire anche a Cisl e Uil) e delle comunità:

1. La città dei 15 minuti tradotta in italiano: il quartiere autosufficiente si basa sul condominio (o isolato) dotato dei Servizi Essenziali, aree verdi, spazi culturali e artistici fruibili, con la diffusione di attività imprenditoriali legate a riparazione, manutenzione, attività di “uso dei beni” e non del loro “possesso”. 

  • TARGET LAVORO: portiere sociale, cooperative di manutenzione e servizi di assistenza non complessi (piccola manutenzione, spesa, organizzazione piccoli eventi); cura e gestione aree verdi (parco urbano, orti sociali, ecc.); cura, gestione e messa a valore del patrimonio artistico e culturale diffuso (spesso mal mantenuto e fuori dai percorsi turistici classici e standardizzati dai grandi tour operator); gestione spazi pubblici oltre le attività ordinarie (gestione scuole nel pomeriggio, organizzazione sport popolare, ecc.); creazione di attività di prossimità (calzolaio, sarto, riparatore, gestore beni da usare e non possedere per la mobilità, il tempo libero, ecc.).

2. Prevenzione (previsione) rischi idrogeologici, sismici, ambientali con tecnologia satellitare (collegamento con protezione civile, provveditorati OO.PP., ecc.), sensoristica nei manufatti e nelle reti a scopo manutentivo e preventivo, digitalizzazione delle mappe fisiche dei manufatti e opere naturali, affidamento di lavori e servizi sull’intero ciclo di vita dell’intervento dalla costruzione alla manutenzione al riuso degli spazi e materiali.

  • TARGET LAVORO: operai generici e qualificati, interventi strutturali di manutenzione ordinaria, interventi di manutenzione straordinaria. Rilancio delle attività pubbliche connesse al territorio, ai bacini idrici, alla montagna, ai sistemi fluviali, ecc.

3. Le forme dell’abitare: cohousing, senior housing, social housing nelle migliori esperienze europee da sperimentare. Occorre generalizzare l’esperienza dei PINQUA e farli diventare strumento ordinario di programmazione dei fabbisogni di riqualificazione dell’abitare, anche in relazione ai nuovi strumenti urbanistici previsti dalla Legge Quadro sulla rigenerazione urbana. 

  • TARGET LAVORO: lavori di intervento edile interni, servizi di prossimità, cooperative sociali, assistenza domiciliare, gestione spazi comuni.

4. Università: college e residenze nelle strutture dismesse da riqualificare nelle città sedi di università: caserme, proprietà Inail, Inps, ecc. nelle grandi aree urbane, fino a sperimentare forme di residenzialità diffuse (e relativi trasporti) nelle città universitarie di dimensioni minori. Si tratta di costruire una reale rete di servizi per il Diritto allo Studio, partendo dal diritto ad avere alloggi e spazi per studiare e sviluppare le proprie relazioni, garantiti a tutte e tutti. 

  • TARGET LAVORO: attività dirette di riqualificazione edile, attività aggiuntive di servizi.

5. Smart security e reti intelligenti cui collegarsi ed essere tracciati nelle aree urbane (si può partire dai cassonetti intelligenti come già sperimentato in alcune metropoli mondiali, fino al sistema di illuminazione, accesso ai servizi pubblici locali per richiamo da parte della P.A., ecc). In ogni atto di pianificazione e/o di intervento urbano, va previsto e costruito l’intervento digitale parallelo. Lo spazio urbano va cioè pensato anche come spazio digitale, in termini di infrastrutture, immissione di dati di calcolo, accesso ai punti e ai servizi digitali.

  • TARGET LAVORO: serve una profonda azione prima di “alfabetizzazione e di sensibilizzazione culturale”, poi di gestione e manutenzione dei nodi, degli spazi digitali aperti, dei terminali e dei relativi servizi. Occorre inoltre sviluppare sistemi di memorizzazione e gestione dei dati pubblici ai fini della pianificazione di servizi e attività di pubblico interesse, sotto controllo e/o gestione delle società pubbliche o a partecipazione pubblica, nazionale o locale. 

6. Un servizio 118 di assistenza e non di emergenza, con medici e infermieri di nuova assunzione e preparazione (in attesa della riforma della sanità territoriale, specie nel Mezzogiorno dove arrivano ingenti risorse) dislocati sul territorio, in base alla distribuzione e caratteristiche demografiche e delle fragilità sociali di zona (anziani, migranti, ecc.). 

  • TARGET LAVORO: assunzione nelle professioni mediche e di socio assistenza.

7. Riordino Aziende di servizi locali: acqua, rifiuti, trasporti, per superare la frammentazione dei servizi tra finto pubblico e vero privato, entrambi senza visione di insieme del servizio assumendo i bisogni del quartiere e le diverse “fragilità” nell’accesso e qualità dei servizi. 

  • TARGET LAVORO: servono prima di tutto nuovi “progettisti dei servizi urbani” e quindi la creazione di modelli di intervento non solo per verticalità dei servizi, ma per orizzontalità, fisiche e digitali. 

8. Mediterraneo Sicuro Solidale Sostenibile: monitoraggio sversamenti, traffico, migranti, presenza plastiche, ecc. Le città vanno sempre più intese come nodi ambientali e migratori, come sentinelle “planetarie” rispetto ai bisogni della bio sfera. E’ nelle città che si concentra l’inquinamento, la povertà energetica, la povertà sociale dei nuovi cittadini migranti. Se le tendenze ambientali e demografiche andranno sovrapponendosi, serve un approccio nuovo alla funzione delle aree urbane all’interno di target e campagne internazionali.

  • TARGET LAVORO: sentinelle ambientali, assistenza ed intermediazione culturale, interventi integrati di quartiere rispetto agli interventi ordinari dei servizi di pubblica utilità. Va tenuta insieme giustizia ambientale e giustizia sociale, in una società che invecchia e che avrà sempre più bisogno di migranti/cittadini.

9. Piano Urbano del Lavoro per giovani e donne esclusi dal mercato del lavoro o inattivi: la pubblica utilità nei quartieri e nelle città andrà garantita anche con forme di “lavoro di cittadinanza”, di forme di volontariato compensato (che dà punteggio per altri lavori pubblici o di mercato) a partire dai servizi di prossimità con cui si realizza la rigenerazione e l’inclusione sociale. A partire cioè dai bisogni che le comunità locali individuano e a cui l’istituzione da risposta con forme di partecipazione attiva degli stessi soggetti della comunità.

  • TARGET LAVORO: integrazione ulteriore rispetto ai trasferimenti assistenziali (reddito di cittadinanza) con forme di “lavoro di cittadinanza”. Accanto all’occupazione diretta del pubblico e del privato sociale a medio termine, avanziamo la possibilità di campagne annuali su obbiettivi mirati, con la partecipazione e l’accompagnamento dei soggetti più in difficoltà (neet, disoccupati di lunga durata), appoggiandosi alle realtà più strutturate. Dal reddito di cittadinanza al lavoro di cittadinanza.

10. Tutoraggio su Scuola-Lavoro per trasformare conoscenze in competenze e aumentare sicurezza (part time anziani in uscita che diventano tutor dei giovani che entrano), in particolare per le attività produttive più di prossimità (aziende di servizi o manifatturiere presenti nel tessuto urbano) o per gli interventi annuali previsti dal Piano Urbano del Lavoro (punto 9).

  •  TARGET LAVORO: accompagnare il ricambio generazionale attraverso politiche attive, caso per caso, dove sperimentare percorsi di cambio generazionale, dando continuità ad eventuali percorsi di alternanza-scuola lavoro, al termine del ciclo di studi secondario (professionali e tecnici, ma non solo, si pensi alle potenzialità degli ITS) e comunque inseriti in attività socialmente inserite nel tessuto di prossimità (proprio quartiere, nelle vicinanze della scuola, ecc.).

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