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Referendum

Benvenute/i a questa nostra iniziativa pensata in occasione dei primi 135 anni della nostra Federazione ma che si è potuta svolgere soltanto a 136 anni compiuti per motivi legati alla pandemia. Una giornata di dibattiti e approfondimenti si è già tenuta il 7 giugno ed ha visto la partecipazione di importanti relatori alla nostra iniziativa.

Si prosegue nella giornata odierna con un intenso programma di approfondimenti, dalla presentazione del libro che ripercorre la storia del sindacato delle costruzioni e materiali e delle sue battaglie, a cura dell’autrice Marielisa Serone, che ringrazio per l’ottimo e prezioso lavoro fatto. Un grazie anche ai compagni di Collettiva per i filmati, le interviste, i lavori di post-produzione che ci hanno accompagnato ad oggi e che ci accompagneranno fino al congresso nazionale.

Nel primo panel parteciperanno gli ex Segretari Generali della Fillea CGIL Carla Cantone, Walter Schiavella, Franco Martini insieme al Presidente Carlo Zini della più importante Cooperativa edile del nostro Paese, la CMB di Carpi, Carlo Zini, coordinati dal professore di Economia Politica, Emanuele Felice. Emanuele Felice oltre che importante economista e saggista è anche un caro amico della Fillea Cgil ed uno dei nostri formatori a Nocera.

Nel pomeriggio il nostro Segretario generale Maurizio Landini sarà intervistato da Andrea Bignami di SKY Tg 24 e nella serata un dibattito con importanti politici e ministri ed il Segretario Generale della Fillea Alessandro Genovesi.

La giornata vivrà anche di momenti più “artistici” come le letture di testi da parte del famoso attore e regista Mimmo Calopresti e un momento musicale questa sera. Politica, sindacato, cultura e un po' di convivialità: questo proveremo ad offrire oggi a tutte e tutti voi. Domani e domenica ricordo poi la mostra d’ arte e fotografica che si terrà nella sala Asia a circa 100 metri da qui sempre all’ interno della Città dell’Altra Economia.

136 anni, i primi 136 di una storia importante piena di avvenimenti e di battaglie quella della Fillea CGIL per la tutela del lavoro di uno dei lavori più faticosi e precari che ci sia.

La Fillea, il movimento dei lavoratori, il sindacato deve molto ai lavoratori edili, ai falegnami, ai cementieri, cavatori e fornaciai. E devo molto al loro spirito resistente. Nei momenti più difficili la loro dignità ha fatto la differenza non solo all’ interno dei cantieri e delle fabbriche.

Chi vi parla è un compagno che viene da questi luoghi. Sono entrato in fabbrica a sedici anni per poter essere autonomo economicamente e costruirmi una vita dignitosa.  Ho imparato da tutti i compagni che mi stavano a fianco e da operaio sono diventato un dirigente di questa organizzazione. Anche questa è la storia del sindacato e la forza della CGIL.

La Fillea CGIL nasce nel 1886 più precisamente il 15 Agosto 1886 ed è una storia che ci ha visti stare sempre dalla stessa parte. La parte dei più deboli, di quelli sfruttati e sottopagati che decidono di lottare e che, dal miglioramento delle proprie condizioni, sognano di costruire una società più giusta, più equa e solidale. 

Questo, compagne compagni, non lo dobbiamo dimenticare perché fa di noi e della nostra organizzazione un soggetto di una sinistra più larga ed inclusiva. Parte di un campo di forze e valori di cui siamo fieri ed orgogliosi. Le difficoltà di questo campo, le difficoltà dei partiti di sinistra, l’idea delle organizzazioni leggere, leaderistiche o populiste sono parte anche dei nostri problemi.

Del resto noi siamo nati lì, e come categoria - la Fillea - abbiamo conquistato nel corso degli anni quella bilateralità sana che ci è servita per dare identità collettiva, pratica solidaristica ad un mondo che avrebbe conosciuto altrimenti, solo individualismo e solitudine.

Insomma nella contrattazione collettiva, che ha permesso ai lavoratori edili di non perdere salario, diritti, regolarità provando ad affermare legalità e solidarietà nel settore, vi è una visione del mondo, del rapporto tra impresa e lavoro. Un modo di stare nella società e tra la gente.

Siamo un’organizzazione che per i prossimi 136 anni deve puntare alla formazione di una nuova leva di sindacalisti non perdendo mai di vista il fatto che una parte della formazione, forse quella più importante, quella più incisiva per la crescita di un quadro sindacale, te la può dare solo il contatto quotidiano con le lavoratrici e i lavoratori, con chi suda e si affanna tutti i giorni.

La nostra forza sta nel nostro modello organizzativo che fa del territorio il motore pulsante della nostra azione e su questo che in questi anni abbiamo agito la contrattazione nazionale. Siamo usciti dalla crisi dell’edilizia mantenendo in piedi tutte le nostre casse edili e le nostre scuole di formazione e sicurezza. Siamo riusciti a dare una nuova centralità alla nostra bilateralità portando a casa rivendicazioni storiche come la congruità, il fondo sanitario e soprattutto il principio che fatto 100 quanto entra nelle casse la metà va ai lavoratori (pur contribuendo solo per un sesto).

Ci presentiamo oggi a questo appuntamento con la consapevolezza di aver tenuto vivo quel principio di solidarietà organizzata che più di 100 anni fa portò i lavoratori a lottare per avere la prima cassa edile, l’ospedale dei muratori, la casa del muratore e tutto quello che ancora oggi è a disposizione degli ultimi e di chi ha più bisogno. Siano oggi i migranti di nuova generazione o i richiedenti asilo.

Se abbiamo 136 anni, e riteniamo di essere giovani, è perché quei lavoratori che hanno contribuito alla vita di questa grande organizzazione si sono sentiti parte di un collettivo che ha lottato per un avanzamento delle condizioni di vita e di lavoro di loro stessi ma soprattutto per le generazioni che sarebbero arrivate dopo.

Dobbiamo essere orgogliosi, e lo siamo, di rappresentare e provare a migliorare le condizioni di lavoratori appartenenti a settori che ancora oggi hanno l’esigenza di essere pagati regolarmente, di lavorare in sicurezza e soprattutto di non fare turni di lavoro massacranti in cantiere, in galleria o in fabbrica.

Tanto è stato fatto in questi 136 anni. Sicuramente le condizioni di quei lavoratori rispetto ad un tempo sono migliorate ma tanto ancora c’ è da fare e tocca a noi.

E proprio perché c’è tanto da fare che abbiamo l’obbligo di studiare il passato, di richiamare la memoria per costruire un futuro fatto di ancora maggiore impegno e determinazione. La nostra storia è il nostro orgoglio, di chi sta sempre al fianco dei lavoratori sia quando si vincono le battaglie sia quando si perdono.

Un compagno lavoratore una sera in un cantiere mi disse, io avevo trent’anni: “Maurizio si può vincere e si può perdere ma ricordati che in entrambi i casi proprio perché non devi mai abbandonare i lavoratori anche quando si capisce che non si può vincere è opportuno che tu perdi insieme ai lavoratori. Non avere mai paura di discutere con loro, anche di una eventuale ritirata/sconfitta, se la discuti quei lavoratori non ti abbandoneranno mai e potrai ripartire insieme a loro, ma se decidi di non proseguire la lotta o di fare una mediazione senza il loro consenso non te la perdoneranno mai." Detta da un lavoratore posso garantire a tutte e a tutti che lascia il segno e non la si dimenticherà per tutta la vita.

Compagni so che non è facile stare in campo tutti i giorni come facciamo noi, girare tutto il territorio a caccia di una gru, di una rete rossa o del cancello di una fabbrica...competere sugli iscritti spesso contro i nostri cugini che hanno smarrito il senso della contrattazione e della vertenzialità...ma dobbiamo farlo perché siamo dalla parte giusta e perché lo dobbiamo a tutti quelli che oggi non ci sono più (se ognuno chiude gli occhi scorrono tante facce dentro di noi)  che ci hanno permesso, a volte anche dando la vita, di essere qui a celebrare questo importante appuntamento...a loro non solo il ricordo commosso...

Io penso veramente che oggi dobbiamo rinnovare l’antica promessa: che continueremo a lottare sempre sotto la stessa bandiera, con gli stessi valori e per gli stessi ideali!

E l’ennesima prova è di fronte a noi: penso ai decreti attuativi del nuovo codice degli appalti. Tanto ci siamo battuti per difenderlo e per migliorarlo: dalla congruità alla lotta al dumping contrattuale, dalla parità di trattamento e stesso contratto tra lavoratori in appalto e lavoratori in sub appalto, dalle clausole sociali fino ad escludere ora il costo della manodopera dai ribassi.

Ebbene lo diciamo chiaramente in questa assise così gloriosa: se i decreti attuativi non risponderanno ai principi e alle tutele della legge delega appena votata in Parlamento, noi siamo pronti alla mobilitazione generale.

Non ci hanno spaventato Giolitti e Mussolini, non ci hanno spaventato gli anni terribili delle stragi e delle ricostruzioni, non ci ha spaventato Tangentopoli e neanche l’ultima crisi del 2009… certo non ci spaventeranno ora Draghi o la Meloni…

Buon 136 compleanno compagne e compagni della Fillea CGIL, fieri di far parte di questa storia cosi importante e certi che ne avremo per altri 136.

 

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