09.06.15 "Il lavoro nero non cresce: dilaga. Nel far west della crisi, l`Irpinia arriva all`apice delle irregolarità. I dati diffusi dal Comitato per il lavoro e l`emersione del sommerso (Cles), riunitosi presso l`Ispettorato del lavoro, sono i peggiori di sempre. Se il 2014 si è dimostrato in senso stretto l`anno del nero, i primi mesi del 2015 peggiorano sensibilmente le performance più allarmanti, a testimonianza di un malcostume diffuso e crescente che riguarda tutti i settori e mette insieme imprenditori senza scrupoli e lavoratori disposti a tutto." Così il Mattino, che intervista Antonio Famiglietti e Toni Di Capua, Cgil e Fillea territoriali.
L'articolo presegue:
"L`anno in corso si avvia a stracciare i record: un`azienda su 2 è irregolare. In soli 5 mesi, dalle 402 visite complessive realizzate dall`Ispettorato del lavoro, emergono 206 casi. La maglia nera, come sempre, spetta all`edilizia, che fa segnare un abnorme 71,8 per cento di irregolarità e ben 35 lavoratori a nero. Ma gli abusi e le evasioni non risparmiano settori ritenuti, a torto, sani: il manifatturiero fa segnare il 54 per cento di illeciti, il commercio arriva al 59.
Al nero del lavoro illegale, corrisponde spesso il bianco delle morti innocenti, già 8 dall`inizio dell`anno a fronte delle 11 de12014, per soli 4 cantieri sequestrati. La musica non cambia, insomma, nonostante il trend fosse stato allarmante per tutto il 2014. Nelle 1.685 visite disposte l`anno scorso, l`Ispettorato aveva riscontrato 707 irregolarità complessive, pari al 1 per cento, e 426 lavoratori in nero: 185 nel terziario, 126 nell`edilizia, 110 nell`industria, 5 nell`agricoltura.
Numeri eloquenti anche dall` Inail, che ha riscontrato 119 irregolarità su 128 ispezioni, per 146 lavoratori irregolari e 14 in nero, e dalle forze dell`ordine. In 229 ispezioni, i carabinieri hanno individuato 397 lavoratori irregolari e 49 in nero, con 12 attività sospese e 4 sequestri tra il Vallo di Lauro e il baianese; 76 irregolarità, infine, risultano dall`attività della Guardia di Finanza.
In un contesto del genere, l`imperativo categorico del Cles - seppure con la defezione dell`Inps, che non ha partecipato - è stato duplice: potenziare il sistema dei controlli ed inasprire le pene. Parallelamente, secondo quanto confermato pure dal vice direttore dell`Ispettorato, Carmine Capriolo, sarebbe già stata realizzata un` operazione di intelligence sugli appalti pubblici cittadini aggiudicati con un ribasso superiore al 30 per cento. Non è escluso, quindi, che a breve potrebbero arrivare nuove sanzioni. «La percentuale di irregolarità - evidenzia Capriolo - è altissima. Noi cercheremo di porvi rimedio con l`impegno di ulteriori forze. Presto valuteremo il da arsi circa l`operazione di intelligence e i suoi risultati».
I rappresentanti sindacali chiedono maggiore coordinamento e più attenzione. Antonio Famiglietti - segretario organizzativo della Cgil irpina - chiede un nuovo incontro entro luglio e taglia corto: «Numeri di assoluta drammaticità. Mai, in tanti anni di confronto con il Cles, abbiamo riscontrato un ricorso al lavoro nero e irregolare così diffuso. Il quadro è ancora più fosco se si considera l`incremento degli infortuni mortali. Riteniamo che i controlli siano troppo elastici e poco incisivi». «Bisogna comminare pene più severe. - rilancia il leader della Cisl Irpinia-Sannio, Mario Melchionna - Oggi, all`azienda conviene ignorare la legge. Si continua a non aver rispetto della dignità umana. Con il lavoro nero, l`infortunio è automatico. Serve una cabina di regia, con ispettori e forze dell`ordine».
Ma l` irregolarità, ormai, appare la regola. Toni di Capua, segretario provinciale della Fillea Cgil, cita il caso dell` accelerazione della spesa. C`è una discrepanza netta tra i dati della Cassa edile e gli appalti. «In presenza di numerosi decreti e tanti cantieri avviati - denuncia - non si riscontra un aumento degli occupati. Mancano all`appello dalle 300 alle 400 posizioni lavorative. Tutto lascia presumere che nei cantieri pubblici il ricorso al nero sia ancora più marcato»."