06.07.15 In attesa della  tanto annunciata ripresa, i quotidiani locali ci ricordano lo stillicidio di posti di lavori, che nei nostri settori non accenna a fermarsi. Tre storia di questi ultimi giorni, raccontate dai quotidiani Il Giorno, l'Unione Sarda, La Stampa.
 
IL GIORNO
MAGENTA, LA RIVOLTA DEI MANOVALI PRESI IN GIRO.
«Hai costruito un palazzo coni nostri soldi». Così, gli ex lavoratori dì una azienda edile hanno manifestato, ieri mattina, davanti alla cooperativa Don Milani 2, di via Papa Giovanni XXIII, la committente del palazzo in edilizia convenzionata che i lavoratori hanno realizzata senza esser stati pagati, a Magenta. Un`altra storia figlia della crisi che ha caratterizzato il mercato edilizio degli ultimi anni quella dei quindici muratori che, pagati a spizzichi e bocconi, attendono ora di ricevere il frutto del loto lavoro: un saldo di circa 250 mila euro e il pagamento dei contributi. Infatti, sebbene il palazzo sia stato ultimato - e alcune famiglie abbiano già occupato gli alloggi - i lavoratori non sono stati pagati integralmente Anzi, oltre allo stipendio non hanno visto erogare nemmeno la previdenza. Mancano all`appello un saldo di circa 250mila euro e IL versamento dei contributi tà e le promesse che ci avrebbero saldato tutto a fuse lavoro, abbiamo proseguito, diligentemente nel nostro impegno realizzando lo stabile. Dall`altra parte, invece, non sono state rispettate le promesse e poi ci troviamo con un pugno di mosche».
Infatti, uno scambio di responsabilità tra l`azienda Arieti Costruzioni e la cooperativa che, in base all`articolo 29 della legge 276 del 2003 dovrebbe risponde in solido nei confronti dei lavoratori, unitamente ad un contenzioso sui lavori svolti ha lasciato che il cerino restasse in mano ai dipendenti alle loro famiglie «Grazie all`amministrazione di Magenta, che si è detta anche disposta a rivedere la convenzionespiegano i rappresentanti sindacali di Fenea Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil - Abbiamo aperto nel mese di aprile un tavolo istituzionale che vedeva seduti noi sindacati, i lavoratori, il comune, l`azienda e la cooperativa».
Questo fino a ieri mattina quando la cooperativa buccinaschese non si è presentata «dicendo - aggiungono - che, per lei, potevamo benissimo ricorrere alle vie legali. Insomma, una scelta che, ancora una volta va a discapito dei lavoratori che da oltre due anni non prendono uno stipendio degno di tale nome. Da qui la decisione di compiere un primo passo organizzando un presidio davanti alla sede della cooperativa». Ma se questa non è che la prima delle iniziative di lotta, il vero ostacolo è il tempo. «La nostra paura è che i tempi della giustizia siano così dilatati spiegano - i sindacati che le due realtà edili possano, nel frattempo, chiedere un fallimento».
 
UNIONE SARDA
CANTIERE BLOCCATO, STRABAG LICENZIA 16 OPERAI
Prosegue lo stillicidio di posti di lavoro nel settore edile. «Dall`8 agosto la Strabag Spa, azienda austriaca con sede anche a Cagliari, chiude i battenti, va via dalla Sardegna e licenzia gli ultimi sedici dipendenti», avvisa il segretario della Cisl Giovanni Matta. Acquisita l`impresa Adanti, che a sua volta aveva ereditato il testimone dalla nuova Cogepi Spa, spiega il sindacalista «la Strabag ha realizzato in Sardegna diverse opere, tra cui i lavori di adeguamento dell`ospedale Microcitemico e del Businco a Cagliari. Dopo il completamento di quei lavori, avvenuti nel 2013, nel frattempo si era aggiudicata l`appalto per la realizzazione del nuovo centro intermodale passeggeri di Sassari.
In vista dell`avvio del cantiere l`azienda aveva accettato di collocare in Cig e poi Cigs le maestranze in carico. Purtroppo i lavori a Sassari, il cui contratto è stato firmato il 13 luglio del 2010, non sono partiti e oggi si rivelano "ineseguibili"». Uno smacco, un duro colpo per il lavoro, conclude il segretario Cisl, «nonché l`ennesima dimostrazione che la politica sarda fa le cose a casaccio, specie con le risorse comunitarie, nel caso specifico 28 milioni di euro. Non c`è lavoro e non sappiamo spendere le risorse di cui disponiamo. La Filca unitamente alla Fillea e alla Feneal chiederà un urgente incontro alla Regione che resta il principale responsabile della mancata realizzazione di quest`opera».
 
LA STAMPA
IMPERIA, STATO DI AGITAZIONE TRA IL PERSONALE SICURBAU
Grave ritardo nel pagamento dello stipendio di maggio e inadeguatezza di alcune strutture di servizio per il personale. Sono questi i principali motivi che hanno portato Cgil, Cisl e Uil della provincia di Imperia a proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori della Sicurbau, una delle ditte subentrate a Ferrovial nell`appalto per la realizzazione dello spostamento a monte della tratta ferroviaria imperiese. Il timore è quindi che i lavori possano nuovamente bloccarsi.
Dopo la presa di posizione dei sindacati gli stipendi sono stati pagati, ma resta la preoccupazione per il versamento del salario di giugno. La Sicurbau ha preso dalle Ferrovie un appalto da 22 milioni di euro, per uno dei due stralci della nuova linea e impiega una cinquantina di lavoratori, cui si aggiungono quelli di alcune imprese minori subappaltatrici. Le organizzazioni sindacali di categoria, FilleaCgil, Filca-Cisl e Fenea-Uil, rappresentate rispettivamente da Giampiero Garibaldi, Luca Vosila e Pietro Lai, in merito alla situazione di Sicurbau hanno anche inviato una segnalazione all`Ispettorato del lavoro.
Sottolineano i sindacalisti: «È deludente avere a che fare con un`impresa che, pur svolgendo un lavoro di prestigio per l`economia locale e soprattutto di carattere pubblico, evita il confronto sindacale. Oltre al ritardo del pagamento dello stipendio di maggio, gli operai sono sottopagati, avendo un monte di 230 ore mensili quando dovrebbero essere massimo 170. Inoltre mancano baracche che permettano un minimo di umanità all`interno dell`ambiente di lavoro, ci sono arretrati di sei mesi di ticket pasto e nessun tipo di indennità riconosciute dal contratto nazionale di lavoro di categoria. Per questo chiediamo grande attenzione da parte delle istituzioni». Concludono i sindacalisti: «Italferr ci ha fatto sapere di aver sempre pagato con regolarità e puntualità tutti gli stati di avanzamento lavoro presentati da Sicurbau. Riteniamo quindi che il problema dei ritardi nel pagamento degli stipendi sia da attribuire esclusivamente all`impresa appaltatrice».