14.07.15 "Una settimana di mobilitazioni in tutta Italia che si concluderà con la manifestazione generale di sabato prossimo a Roma. I lavoratori del settore delle costruzioni vogliono far sentire la propria voce e, attraverso le rappresentanze sindacali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, stanno organizzando diversi incontri e assemblee pubbliche lungo tutto lo stivale per sensibilizzare le istituzioni su quelli che rischiano di diventare i problemi cronici dell`edilizia." E' il racconto del Corriere Adriatico, che riporta i dati di crisi delle costruzioni  nelle Marche, presentati in un incontro dei segretari regionali della categoria con i parlamentari del territorio.
 
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Nell`ambito di queste iniziative, i segretari regionali delle tre sigle hanno incontrato ieri, presso la Cassa edile Assistedil di Ancona, i parlamentari marchigiani del Pd Piergiorgio Carrescia, Emanuele Lodolini e Mario Morgoni, per fare il punto su un settore che, più di altri, ha subito i danni della crisi globale.
I numeri parlano chiaro: dal 2008, anno d`inizio della crisi economica, nelle sole Marche sono state 2.977 Le imprese che hanno cessato l`attività, oltre 10 mila i posti di lavoro persi e, nel 2013, sono state attivati circa 5 milioni di ore di cassa integrazione.
A fare da contraltare a questa preoccupante situazione, si aggiungono altri due dati ben poco lusinghieri: i quasi 31 milioni di euro di risorse bloccate nelle opere pubbliche incompiute, e i quasi 6 miliardi di investimenti previsti per le infrastrutture che non riescono a trasformarsi in cantieri. "Le Marche non sono un`isola felice - commenta il segretario regionale Feneal-Uil Luciano Fioretti - e soffrono più di altre regioni sul piano dell`edilizia. La gente non spende, inibendo il mercato, e il patto di stabilità impedisce ai Comuni di investire nelle costruzioni generando così una paralisi del settore. La ripresa economica di questo Paese passa e deve passare per l`edilizia, che si trascina dietro molti altri settori industriali. Serve un`inversione di tendenza perché al momento mancano sia gli investimenti pubblici che quelli privati".
Secondo i sindacati, recenti disposizioni normative quali il patto di stabilità, la legge Fornero e il Jobs Act, hanno ulteriormente gravato un quadro di per sé già molto precario.
"La rigidità della riforma Fornero - spiega Daniele Boccetti, Fillea-Cgil di Ancona, che ha fatto le veci del segretario regionale Fausto Vertenzi - prevede il pensionamento a 67 anni e ciò penalizza chi fa un lavoro gravoso come quello del costruttore. Il lavoro edile è fisicamente duro e non è paragonabile ad altri; vanno tenute presenti le sue specificità".
Critico nei confronti della legge Fornero anche Massimo Giacchetti, segretario regionale Filca-Cisl, che rincara la dose aggiungendo un parere negativo sul Jobs Act, colpevole di "aver creato ulteriori problemi a chi ha un lavoro discontinuo, come chi opera nelle costruzioni. Per rilanciare il settore edile, serve un incremento nella spesa per le opere pubbliche e si devono mettere i Comuni in condizione di usare i fondi che hanno, per sbloccare i cantieri".
Ai parlamentari presenti, che hanno garantito massimo impegno per aiutare un settore in profonda difficoltà, sono state sottoposte le tre priorità del settore: il superamento della riforma delle pensioni, tenendo conto delle peculiarità del settore; un`attenzione particolare a legalità e sicurezza nell`edilizia, con maggiori controlli e una nuova legge sugli appalti; più investimenti e politiche industriali adeguate, per far in modo che il settore si riqualifichi e modernizzi.
 

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