Per la Fillea “deve avanzare un nuovo modello culturale per creare anticiclicità, tipico nel settore delle costruzioni, basato sul consumo zero dei suoli. È necessario prepararsi ai parametri dell’Unione Europea che indicano nel 2050 consumo dei suoli zero. Ciò ci deve spingere a una riconsiderazione di aree abbandonate e pronte per un processo di riconversione o rigenerazione”. Ma come arrivare al consumo zero? Per tarantella iniziando a “sottoscrivere intese con tutti i Comuni della provincia, per inaugurare una nuova stagione per le costruzioni. Si aprirebbe un nuovo mercato in cui trovare linfa per far ripartire le imprese, ristrutturandosi, riqualificandosi e certificandosi; un nuovo modello che deve avere come base la regolarità contrattuale e previdenziale, puntando forte sulla formazione e la riqualificazione dei lavoratori del settore”.
Lo scenario delle città più grandi della Capitanata “ci parla – ricorda Tarantella – di un elevato numero di persone con difficoltà abitativa e un altrettanto elevato numero di alloggi in vendita o in locazione, assolutamente inutilizzati perché la crisi che ha eroso i redditi ha contratto la domanda. Né è possibile immaginare un tale sviluppo delle nostre città nel medio-lungo periodo, che giustificano ancora consumo di suolo e nuovo cemento. Allora occorre riconvertire le imprese, puntare sulle professionalità, e non vivacchiare con cantieri dove sono oramai presenti solo partite Iva e lavoratori in nero o grigio”