17.09.15 "Non possiamo più aspettare: le Istituzioni, gli Enti di spesa devono fare di più. Basta con le parole, ora servono i fatti" lo dicono Fillea Filca Feneal di Taranto, che annunciano per il 23 settembre un presidio davanti alla Prefettura ed illustrano le loro proposte per affrontare la drammatica situazione di crisi del settore.
Il testo del comunicato
E’ necessario che nel settore dell’edilizia siano contrastate concretamente e con il concorso responsabile di tutti, le piaghe del lavoro nero, del precariato, dell’evasione contributiva, dei persistenti tentativi di infiltrazioni malavitose.
E’ necessario anche che siano rilanciati gli investimenti per determinare, anche con questo settore – chiave, la crescita economica del Paese.
E’ contestualmente necessario che siano rafforzate le misure di sicurezza sul lavoro giacché, segnatamente il settore dell’Edilizia, è ancora troppo soggetto ad infortuni mortali.
Il settore Edile, come riconosciuto da tutti, ha natura anticiclica e il suo rilancio potrebbe determinare ricadute positive ed effetti moltiplicatori in tutti i settori produttivi ad esso collegati.
Nonostante questo, però, il settore continua a subire la lunga crisi dalle conseguenze devastanti: il Crollo dell’Occupazione, l’Aumento del Lavoro Irregolare e Insicuro, la Caduta dei Redditi e dei Consumi, la Perdita di Legalità e di Trasparenza degli Appalti.
Dal 2008 al 2014, in Italia, gli investimenti in Edilizia sono risultati inferiori del 32%, come dimostrato dai dati numerici forniti dalle Casse Edili, si sono aggravati con: MENO 8% di ore lavorate, MENO 18% di forza lavoro, MENO 6% di monte salari.
Sono dati questi, che fanno tremare e che si riflettono in tutta la loro gravità anche nel territorio di Taranto, Città che ha subito oltremodo la crisi perché aggravata dalle diffuse penalizzazioni del sistema industriale e dell’appalto.
Anche qui abbiamo cifre implacabili che vanno oltre il dato di quello nazionale:
MENO 59,57 % di massa salario, MENO 68,25% le ore lavorate, MENO 55,91% di lavoratori impegnati.
Per farla breve sono usciti dal ciclo produttivo oltre 5000 unità, senza alcun sostegno a reddito. itiamo alcune delle crisi più importanti che la categoria di settore sta fronteggiando ormai da tempo:
Il Settore Edile nell’indotto ILVA dove si contano oltre 700 unità un esempio tra tutte l’Impresa Semat con circa 400 lavoratori in regime di cassa integrazione ordinaria da circa un anno. Ammortizzatore sociale ormai prossimo alla scadenza e con una incertezza del futuro occupazionale.
Tutto questo perché ad oggi i lavori di ambientalizzazione dell’ILVA (lavori AIA), che impegnerebbe il settore edile, non sono ancora partiti.
Pertanto chiediamo al Governo celerità alla soluzione di questo grande problema.
Appalto ENI: anche li il settore conta oltre 100 unità che vivono, dopo un periodo di assistenzialismo, un’incertezza occupazionale.
PORTO: ci chiediamo come Organizzazioni Sindacali, dopo aver impegnato i lavoratori edili (oggi disoccupati) attraverso la loro mobilitazione affinché i finanziamenti per le opere infrastrutturali del porto arrivassero sul nostro territorio, quanto sia giusto che nelle Imprese aggiudicatarie degli appalti non si contano lavoratori locali?
E’ solo nostra la preoccupazione della mancata ricaduta occupazionale ed economica sul nostro territorio? Tuttavia gli indicatori soci economici del nostro territorio evidenziano opportunità importanti: oltre al su citato intervento di ambientalizzazione del centro siderurgico e costruzione e potenziamento del Porto di Taranto (volano di sviluppo del nostro territorio), pensiamo al recupero di Città Vecchia e ambientalizzazione del territorio (Tamburi, Mar Piccolo ecc.).
Crediamo sia necessario un confronto con le parti sociali ed istituzionali per un azione strategica di politiche industriali (recupero edilizia scolastica, sistemazione idrogeologica della provincia Jonica e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente) e chiediamo un confronto per costruire un accordo volto alla ricollocazione delle nostre maestranze, (che consideriamo patrimonio locale), attraverso l’individuazione di bacino occupazionale.
Se l’Edilizia piange, gli altri Comparti del Settore non ridono:
E’ necessario anche che siano rilanciati gli investimenti per determinare, anche con questo settore – chiave, la crescita economica del Paese.
E’ contestualmente necessario che siano rafforzate le misure di sicurezza sul lavoro giacché, segnatamente il settore dell’Edilizia, è ancora troppo soggetto ad infortuni mortali.
Il settore Edile, come riconosciuto da tutti, ha natura anticiclica e il suo rilancio potrebbe determinare ricadute positive ed effetti moltiplicatori in tutti i settori produttivi ad esso collegati.
Nonostante questo, però, il settore continua a subire la lunga crisi dalle conseguenze devastanti: il Crollo dell’Occupazione, l’Aumento del Lavoro Irregolare e Insicuro, la Caduta dei Redditi e dei Consumi, la Perdita di Legalità e di Trasparenza degli Appalti.
Dal 2008 al 2014, in Italia, gli investimenti in Edilizia sono risultati inferiori del 32%, come dimostrato dai dati numerici forniti dalle Casse Edili, si sono aggravati con: MENO 8% di ore lavorate, MENO 18% di forza lavoro, MENO 6% di monte salari.
Sono dati questi, che fanno tremare e che si riflettono in tutta la loro gravità anche nel territorio di Taranto, Città che ha subito oltremodo la crisi perché aggravata dalle diffuse penalizzazioni del sistema industriale e dell’appalto.
Anche qui abbiamo cifre implacabili che vanno oltre il dato di quello nazionale:
MENO 59,57 % di massa salario, MENO 68,25% le ore lavorate, MENO 55,91% di lavoratori impegnati.
Per farla breve sono usciti dal ciclo produttivo oltre 5000 unità, senza alcun sostegno a reddito. itiamo alcune delle crisi più importanti che la categoria di settore sta fronteggiando ormai da tempo:
Il Settore Edile nell’indotto ILVA dove si contano oltre 700 unità un esempio tra tutte l’Impresa Semat con circa 400 lavoratori in regime di cassa integrazione ordinaria da circa un anno. Ammortizzatore sociale ormai prossimo alla scadenza e con una incertezza del futuro occupazionale.
Tutto questo perché ad oggi i lavori di ambientalizzazione dell’ILVA (lavori AIA), che impegnerebbe il settore edile, non sono ancora partiti.
Pertanto chiediamo al Governo celerità alla soluzione di questo grande problema.
Appalto ENI: anche li il settore conta oltre 100 unità che vivono, dopo un periodo di assistenzialismo, un’incertezza occupazionale.
PORTO: ci chiediamo come Organizzazioni Sindacali, dopo aver impegnato i lavoratori edili (oggi disoccupati) attraverso la loro mobilitazione affinché i finanziamenti per le opere infrastrutturali del porto arrivassero sul nostro territorio, quanto sia giusto che nelle Imprese aggiudicatarie degli appalti non si contano lavoratori locali?
E’ solo nostra la preoccupazione della mancata ricaduta occupazionale ed economica sul nostro territorio? Tuttavia gli indicatori soci economici del nostro territorio evidenziano opportunità importanti: oltre al su citato intervento di ambientalizzazione del centro siderurgico e costruzione e potenziamento del Porto di Taranto (volano di sviluppo del nostro territorio), pensiamo al recupero di Città Vecchia e ambientalizzazione del territorio (Tamburi, Mar Piccolo ecc.).
Crediamo sia necessario un confronto con le parti sociali ed istituzionali per un azione strategica di politiche industriali (recupero edilizia scolastica, sistemazione idrogeologica della provincia Jonica e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente) e chiediamo un confronto per costruire un accordo volto alla ricollocazione delle nostre maestranze, (che consideriamo patrimonio locale), attraverso l’individuazione di bacino occupazionale.
Se l’Edilizia piange, gli altri Comparti del Settore non ridono:
Settore Cemento (settore questo che consideriamo importante per lo sviluppo del nostro territorio): con lo stabilimento CEMENTIR, dove ormai da tempo si utilizzano gli ammortizzatori sociali per il mantenimento dei livelli occupazionali.
Settore del Legno Arredo: oltre la Natuzzi, leader mondiale del Mobile Imbottito che attualmente sta applicando i CDS (Contratti di Solidarietà) per 1500 unità, ci sono Imprese come la DE CARLO Infissi in CIGS ed inoltre si registra la chiusura di attività di decine di Imprese del Settore.
Si contano chiusure di attività anche nei Comparti di Lapidei e di Laterizi e Manufatti.
TARANTO COME TUTTO IL TERRITORIO NZIONALE HA BISOGNO DI LAVORO E DI REALIZZAZIONI DI OPERE UTILI, COME PURE DI IMPRESE REGOLARI.
Per questo occorre rafforzare il processo di legalità con una nuova legge sugli appalt, la rivisitazione della norma sul DURC on line, maggiori controlli a partire da quelli sulla Sicurezza.
Settore del Legno Arredo: oltre la Natuzzi, leader mondiale del Mobile Imbottito che attualmente sta applicando i CDS (Contratti di Solidarietà) per 1500 unità, ci sono Imprese come la DE CARLO Infissi in CIGS ed inoltre si registra la chiusura di attività di decine di Imprese del Settore.
Si contano chiusure di attività anche nei Comparti di Lapidei e di Laterizi e Manufatti.
TARANTO COME TUTTO IL TERRITORIO NZIONALE HA BISOGNO DI LAVORO E DI REALIZZAZIONI DI OPERE UTILI, COME PURE DI IMPRESE REGOLARI.
Per questo occorre rafforzare il processo di legalità con una nuova legge sugli appalt, la rivisitazione della norma sul DURC on line, maggiori controlli a partire da quelli sulla Sicurezza.
SONO QUESTE LE RAGIONI ALLA BASE DEL SIT-IN PROGRAMMATO DA FENEAL UIL – FILCA CISL E FILLEA CGIL PER MERCOLEDI’ 23 SETTEMBRE, DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 12.00, PRESSO LA PREFETTURA DI TARANTO
Tra le altre rivendicazioni specifiche del Settore rientra il tema delle Pensioni.
Lavori e lavoratori non sono tutti uguali, ogni settore possiede specificità che vanno riconosciute. Bisogna ridurre l’età pensionabile per gli addetti nell’edilizia consentendo uscite flessibili senza penalizzazioni.
Per ottenere il diritto al pensionamento occorre evitare a quanti svolgono mansioni pesanti e discontinui di dover arrivare fino all’età di 67 anni lavorando sulle impalcature rischiando la vita. Non è un caso che i dati percentuali degli Infortuni anche mortali riguardano lavoratori edili ultra sessantenni. A questi lavoratori vanno Garantiti periodi di copertura contributiva con nuovi strumenti Previdenziali.
Tra le altre rivendicazioni specifiche del Settore rientra il tema delle Pensioni.
Lavori e lavoratori non sono tutti uguali, ogni settore possiede specificità che vanno riconosciute. Bisogna ridurre l’età pensionabile per gli addetti nell’edilizia consentendo uscite flessibili senza penalizzazioni.
Per ottenere il diritto al pensionamento occorre evitare a quanti svolgono mansioni pesanti e discontinui di dover arrivare fino all’età di 67 anni lavorando sulle impalcature rischiando la vita. Non è un caso che i dati percentuali degli Infortuni anche mortali riguardano lavoratori edili ultra sessantenni. A questi lavoratori vanno Garantiti periodi di copertura contributiva con nuovi strumenti Previdenziali.