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28.09.15 "I segnali di ripresa ci sono. L`edilizia, grazie all`ecobonus è ripartita, ma i sindacati chiedono di più. E contestano il fatto che i posti di lavoro creati siano buona occupazione." Così apre l'articolo di Massimo Franchi per  L'Unità, con intervista a Walter Schiavella e Franco Turri di Filca. «Abbiamo sempre appoggiato l`idea di incentivi alla ristrutturazione di appartamenti, condomini e quartieri - dicono in coro Cgil e Cisl - però ora serve di più». La Fillea Cgil si considera parte della «strana allenza» formata da architetti, ambientalisti e costruttori che hanno dato vita ad una svolta culturale: basta all`uso del suolo, cambiamo le periferie. «Abbiamo sottoscritto anche un protocollo d`intesa con il consiglio nazionale degli architetti sulla rigenazione del patrimonio edilizio», ricorda il segretario generale Walter Schiavella. «Ora però i primi segnali di ripartenza del settore - il report Fillea presentato giovedì rileva dopo 19 trimestri consecutivi di calo, le costruzioni registrano una crescita del numero degli occupati (+2,3%) e delle imprese (+0,2%) - sono timidi e sono frutto di una qualità del lavoro bassa: tanto è vero che i posti di lavoro creati sono molti meno degli iscritti nelle casse edili, sintomo di elusion contributiva. La ripresa va quindi sostenuto cambiando filosofia. Non bisogna incentivare solo la domanda privata con l`ecobonus, ma quella aggregata fatta con investimenti pubblici e politiche industriali che favoriscanole aggregazioni. Se è giusto individuare una lista di infrastrutture su cui puntare come dice Delrio, siamo contrati al taglio della Tasi: usiamo quei 3 iliardi per dare soldi ai Comuni per interventi di recupero delle periferie e delle scuole, creerebbero 2-300mila posti di lavoro vero e qualitativo». Forse ancor più duro è Franco Turri, segretario nazionale della Filca Cisl. «Il bonus va bene ma ha creato spesso finto lavoro autonomo. Per questo noi abbiamo avanzato due proposte: la prima è il controllo di congruità sulle imprese che controlli il rapporto tra fatturato e costo del lavoro (se è sotto il 10 per cento è chiaro che c`è elusione contributiva e contrattuale) e la seconda riguarda la patente a punti: aprire un`impresa edile è troppo semplice basta andare alla Camera di Commercio che invece deve controllare e bloccare quelle che sfruttano i lavoratori. Il ministero del Lavoro sembrava d`accordo a sperimentarla, ma l`opposizione dì Confindustria e artigiani ha bloccato tutti», accusa Turri.
 

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