CONTRATTI, CRISI, MANOVRA DEL GOVERNO, IL NOSTRO NO

L'ARTICOLO DI WALTER SCHIAVELLA SUL NUMERO DI GIUGNO DI COSTRUIRE, IL PERIODICO FILLEA CGIL ROMA E LAZIO



09.06.10 Non era affatto semplice né scontato che si chiudesse, positivamente ed in un tempo relativamente breve, la partita dei rinnovi dell'industri...

CONTRATTI, CRISI, MANOVRA DEL GOVERNO, IL NOSTRO NO

L'ARTICOLO DI WALTER SCHIAVELLA SUL NUMERO DI GIUGNO DI COSTRUIRE, IL PERIODICO FILLEA CGIL ROMA E LAZIO



09.06.10 Non era affatto semplice né scontato che si chiudesse, positivamente ed in un tempo relativamente breve, la partita dei rinnovi dell'industria per i comparti dell'edilizia, del cemento, del legno, dei laterizi e dei lapidei. Non era scontato che ciò avvenisse unitariamente, perché partivamo da tre differenti piattaforme, frutto della scellerata decisione di Cisl e Uil di sottoscrivere l'accordo separato; non era scontato che quel rinnovo sarebbe andato oltre i limiti dell'accordo separato; non era scontato il negoziato in generale, perché inserito in un contesto di crisi drammatica di tutto il settore delle costruzioni.

E proprio in contrasto con le difficoltà dei negoziati e del contesto in cui si sono svolti, abbiamo definito quegli accordi sottoscritti con un termine, all'opposto, semplice: “puliti”.

Puliti, perché confermano il ruolo fondamentale del Contratto Nazionale e rispondono all'obiettivo prioritario che ci eravamo prefissati, cioè portare a casa per i lavoratori aumenti salariali in grado di dare una prima risposta al bisogno di sostegno del reddito di fronte alla grave crisi in corso. Puliti,perché difendono la contrattazione di secondo livello che, in particolare nell'edilizia, la controparte era intenzionata ad annullare o rendere totalmente variabile. Su questo, abbiamo raggiunto una sintesi che da una parte garantisce il salario territoriale e la sua esigibilità, e dall'altra impone alle imprese l'obbligo di confrontarsi con il sindacato nel caso in cui volessero non corrispondere la quota di salario aziendale aggiuntiva a quella definita nell'accordo territoriale. Un impegno per le imprese, che debbono dar conto delle loro scelte e discuterle con il sindacato ed i lavoratori, una occasione per il sindacato, che può estendere le relazioni industriali.

Puliti, perché difendono il sistema bilaterale, migliorandone qualità ed efficienza e garantendone la natura di strumento della contrattazione senza le derive contenute nell'accordo separato.

Puliti perché rafforzano un corretto sistema di welfare integrativo volontario senza cedere a pressioni per trasformarlo in welfare sostitutivo.

Puliti, perché estendono i diritti e puntano alla qualità dell'impresa e del lavoro. Ne sono esempio alcuni passaggi del CCNL dell'edilizia sul contrasto al lavoro nero e l'irregolarità, dove si interviene sull'utilizzo del part time, si istituiscono presso tutte le Casse Edili banche dati per la regolarità contributiva, con l'obbligo della denuncia per cantiere e la verifica della congruità complessiva dell'opera per il rilascio del Durc.

Nella convinzione dunque di aver portato a casa un risultato positivo, che tenteremo nei prossimi giorni di raggiungere sugli altri tavoli aperti con le piccole e medie imprese e gli artigiani, non possiamo tuttavia dimenticare ciò che ci siamo detti in questi mesi, e cioè che il rinnovo dei CCNL, anche il più positivo, da solo non sarebbe bastato per affrontare la grave crisi economica che investe il Paese, e che per il nostro settore probabilmente sarà ancor più dolorosa proprio nei prossimi mesi.

Da due anni diciamo che senza precise scelte economiche da parte del Governo, senza investimenti veri per l' avvio delle opere infrastrutturali, senza l' apertura dei cantieri delle piccole opere al di sotto dei 5 milioni di euro bloccate dal patto di stabilità, senza regole nel mercato che contrastino l'irregolarità del lavoro e delle imprese, senza tutto questo la crisi riporterà il settore delle costruzioni indietro di decenni.

Tutto quello che sta facendo il Governo, purtroppo, va proprio in questa direzione. Nel nostro paese è in atto la più grande operazione di smantellamento delle regole e dei diritti universali e del lavoro che la storia recente ricordi. Ai tanti provvedimenti varati in questi due anni di Governo di centro destra che vanno nella direzione della deregolamentazione del mercato del lavoro, dell'attacco ai diritti del lavoro e dei lavoratori - due esempi su tutti l'introduzione del reato di clandestinità e le nuove norme sul processo del lavoro - si aggiunge l'ultimo provvedimento che è al vaglio del Parlamento in questi giorni, quella manovra correttiva di 24 miliardi che si abbatterà ancora una volta sulle spalle di chi sta già pagando la crisi, cioè i lavoratori dipendenti, i pensionati, i giovani, i precari. Una scure sugli enti locali, che vorrà dire sempre meno risorse e spesso nuove tassazioni locali, sui diritti universali, come il diritto alla scuola ed alla salute, sui dipendenti pubblici, siano essi infermieri o insegnanti o ispettori delle Asl o del lavoro, cui viene negato persino il rinnovo del contratto.

In questi mesi abbiamo firmato rinnovi contrattuali in molti settori, ma questo non può bastare, perché anche quelle conquiste salariali che con fatica abbiamo portato a casa per i lavoratori che rappresentiamo rischiano di essere vanificate e azzerate dall'azione di un Governo irresponsabile che non investe per la ripresa e riduce sempre più la soglia del welfare universale. Quello che mette in tasca un lavoratore con il rinnovo del contratto, immediatamente gli viene sfilato, con nuovi ticket sulla sanità, o togliendo il tempo pieno ai suoi bambini, o con l'arrivo di nuove tassazioni locali.

Per questo è importante essere il 12 giugno in piazza a Roma per dire in tanti il nostro NO alla manovra del Governo e per difendere il welfare universale, il diritto allo studio ed alla salute per tutti i cittadini.

Per questo è importante che in ogni cantiere ed in ogni fabbrica del nostro paese lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 25 giugno registri la più alta e convinta partecipazione di lavoratori e lavoratrici, italiani e stranieri, giovani e meno giovani, dipendenti o precari. Perché solo insieme, tutti, possiamo fermare il piano scellerato di questo Governo.