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INCIDENTI SUL LAVORO. MENTRE CONTINUA LA STRAGE, IL GOVERNO CONTINUA A SEMPLIFICARE..



08.06.10 Dall'inizio del mese di giugno, sono decine gli infortuni gravi nel settore dell'edilizia segnalati dalla stampa del territorio. Dieci i morti, sopratutto a causa di cadute dall'alto in cantiere, numerosi i feriti grav...

INCIDENTI SUL LAVORO. MENTRE CONTINUA LA STRAGE, IL GOVERNO CONTINUA A SEMPLIFICARE..



08.06.10 Dall'inizio del mese di giugno, sono decine gli infortuni gravi nel settore dell'edilizia segnalati dalla stampa del territorio. Dieci i morti, sopratutto a causa di cadute dall'alto in cantiere, numerosi i feriti gravi in prognosi riservata. E mentre prosegue la strage di vite umane, il Governo decide di "semplificare" proprio su una materia delicata come quella della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il datore di lavoro, infatti, non sarà più obbligato a denunciare all’autorità locale di pubblica sicurezza gli infortuni con prognosi superiore a 3 giorni, ma solo all’Inail, con il conseguente rischio che il giudice non possa perseguire eventuali rilievi penali. Questo è ciò che contiene il provvedimento in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l’emanazione della Carta dei doveri delle PA e per la codificazione in materia di PA che interviene sulle denunce degli infortuni, compresi quelli gravi e mortali.

“Il datore di lavoro - spiega in una nota la CGIL - non sarà più obbligato a denunciare all’autorità locale di pubblica sicurezza gli infortuni con prognosi superiore a 3 giorni ma solo all’Inail. Quest’ultima comunicherà solo quelli mortali o con rischio morte o prognosi superiore a 30 giorni alla Direzione Provinciale del Lavoro e non più al Giudice. In vigenza dell’art. 365 del codice penale sarà competenza del personale sanitario valutare se sono presenti i caratteri di un delitto per il quale si procede d’ufficio, infortunio lavorativo da cui derivi la morte o una lesione grave o gravissima, e quindi con obbligo di riferirne all’autorità giudiziaria. Così - conclude la nota Cgil - mentre si scaricano sul personale sanitario altre incombenze, salta quindi sia la conoscenza dell’autorità di pubblica sicurezza (comprese le Asl) di quanto avviene nei luoghi di lavoro, sia la certezza per la Magistratura di essere messa a conoscenza di delitti penali da perseguire”.

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