MORTI SUL LAVORO. A NAPOLI L'ENNESIMA VITTIMA. ERA IN NERO



22.09.10 "Si allunga la lista delle morti sul lavoro, 107 omicidi bianchi dall’inizio dell’anno di cui 12 tra la provincia di Napoli e la regione Campania. E’ una mattanza. A pochi giorni dalla strage di Capua, stamane l’ennesima tragedia con la morte di...

MORTI SUL LAVORO. A NAPOLI L'ENNESIMA VITTIMA. ERA IN NERO



22.09.10 "Si allunga la lista delle morti sul lavoro, 107 omicidi bianchi dall’inizio dell’anno di cui 12 tra la provincia di Napoli e la regione Campania. E’ una mattanza. A pochi giorni dalla strage di Capua, stamane l’ennesima tragedia con la morte di Angelo Ciaramella di Cardito dipendente della C&C costruzioni srl, caduto da un'impalcatura. Una morte assurda che conferma il livello di guardia del degrado del settore e dell’illegalità sempre più pervasiva. Angelo Ciaramella, che da nostre verifiche non risulta dichiarato alla Cassa Edile, lavorava a nero" è quanto denunciano Giovanni Sannino e Ciro Nappo, segretari generali della Fillea Campania e di Napoli, che proseguono "Un solo dato è da rabbrividire: il 42% degli infortuni mortali è per caduta dall’alto. Si muore come 50 e 100 anni fa.La crisi del settore stringe un cerchio letale tra condizione d’irregolarità e esposizione al rischio."

Per i sindacalisti la diffusione del lavoro nero e grigio "con punte che arrivano fino al 35%, nel settore, con fenomeni sempre più allarmanti di forme di caporalato, specie tra lavoratori immigrati, abbassa drammaticamente i livelli di sicurezza fino ad azzerarli del tutto.Alle condizioni di lavoro, complessivamente peggiorate, si associa un’idea di semplificazione delle procedure, invocata dai costruttori, che si traduce in una deregolazione di tutti i sistemi di tutela della salute dei lavoratori, fino al punto di ritenere un lusso la legge 626, e la legge 494 dei cantieri edili, come affermato dal ministro Tremonti."

La Fillea chiede che sia fatta rapida luce sulle responsabilità e punire chi si è macchiato di questi reato "e al tempo stesso ritiene che si debba cambiare passo sulle azioni di contrasto a questa mattanza.Non è più possibile, e vale per tutti, fermarsi all’indignazione, che spesso dura lo spazio di qualche giorno e a volte neanchè c’è.Insieme ad una forte mobilitazione che la categoria, e non da sola, deve mettere in campo, per recuperare il protagonismo di chi ogni mattina fa i conti con le insidie di un lavoro sempre più precario, occorre aprire una vera e propria vertenza con la Regione e il Governo per garantire risorse, strutture adeguate, mezzi e competenze agli Organi preposti alla prevenzione e alla repressione, ASL, Ispettorati del lavoro."

Per Sannino e Nappo "potenziare i controlli, imporre il rispetto delle norme, qualificare le aziende (che non possono sempre invocare il massimo ribasso che rimane un problema serio), ridurre la catena degli appalti, dei subappalti e delle forniture, è il modo più concreto per affermare la cultura della sicurezza. Nell’immediato chiediamo alla Prefettura di convocare tutti i soggetti coinvolti per una verifica dell’efficacia dei sistemi di controllo sui cantieri edili."