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BENI CULTURALI

FILLEA CGIL: AL FIANCO DEI LAVORATORI CHE MANIFESTANO



20.07.11 Solidarietà ai lavoratori del Ministero dei Beni Culturali, che oggi manifestano davanti alla sede centrale di Via del Collegio Romano, arriva dalla Fillea, il sindacato degli edili Cgil, che organizza gli operatori del restauro e...

BENI CULTURALI

FILLEA CGIL: AL FIANCO DEI LAVORATORI CHE MANIFESTANO



20.07.11 Solidarietà ai lavoratori del Ministero dei Beni Culturali, che oggi manifestano davanti alla sede centrale di Via del Collegio Romano, arriva dalla Fillea, il sindacato degli edili Cgil, che organizza gli operatori del restauro e dell’archeologia.

“ Siamo convinti che per una politica di sviluppo del settore culturale e di efficiente tutela del nostro patrimonio storico ed artistico è indispensabile che il Ministero dei Beni Culturali funzioni al meglio e possa garantire, in modo diffuso su tutto il territorio nazionale, personale altamente specializzato ed in grado di rispondere in termini quantitativi e qualitativi alle necessità di controllo, monitoraggio, programmazione per la tutela e la conservazione” è quanto dichiara Mauro Livi, segretario nazionale Fillea, che prosegue “ma il governo, some sempre, va nella direzione opposta. La politica indiscriminata dei tagli sta producendo infatti effetti irreversibili sulle dotazioni organiche e finanziarie del ministero già insufficienti, aggravata ancora dal nuovo taglio del 10% del costo del lavoro.”

Per la Fillea “non è pensabile osannare le iniziative dei nuovi mecenati interessati al recupero del Colosseo o di Pompei, se poi il Ministero con la manovra finanziaria perde ulteriori certezze sulle proprie risorse, con il tetto non più garantito al 3% del Fondo per i beni Culturali proveniente dalle infrastrutture. E mentre diminuiscono i lavori di scavo e di conservazione, dove dilaga la disoccupazione e si insinua l’illegalità, con un organo centrale appaltante e di controllo in ginocchio, quali prospettive può avere un settore già così in crisi” domanda il sindacalista “se non il solito canovaccio cui il governo ci ha abituato in questi anni, ovvero svuotare di poteri e funzioni regolative lo stato e dare mano libera ai privati.”

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