MANOVRA DEL GOVERNO DEPRESSIVA E SOCIALMENTE INIQUA

LA CGIL PROCLAMA LO SCIOPERO GENERALE DI OTTO ORE PER IL 6 SETTEMBRE. AL VIA LA MOBILITAZIONE CON IL PRESIDIO DEL 24 AGOSTO DAVANTI AL SENATO. SCHIAVELLA: MASSIMO IMPEGNO DELLA CATEGORIA



23.08.11 La Segreteria Confederale della Cgil, a conclusione della riu...

MANOVRA DEL GOVERNO DEPRESSIVA E SOCIALMENTE INIQUA

LA CGIL PROCLAMA LO SCIOPERO GENERALE DI OTTO ORE PER IL 6 SETTEMBRE. AL VIA LA MOBILITAZIONE CON IL PRESIDIO DEL 24 AGOSTO DAVANTI AL SENATO. SCHIAVELLA: MASSIMO IMPEGNO DELLA CATEGORIA



23.08.11 La Segreteria Confederale della Cgil, a conclusione della riunione dei segretari generali di categoria e territoriali sulla base del mandato ricevuto dal Direttivo nazionale dell'11 e 12 luglio, ha indetto per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore per ogni turno contro (e per cambiare) la manovra iniqua e sbagliata del governo.

Prende il via in Commissione Bilancio del Senato l'esame della manovra economica che lo scorso 13 agosto ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei Ministri. Un provvedimento da oltre 45 miliardi che andrà a sommarsi ai 47 dell'intervento di luglio, per un impatto complessivo che supererà i 90 miliardi da qui al 2013 e che la Cgil, fin da subito, ha fortemente contrastato poiché ritiene essere nella forma “depressivo, socialmente iniquo, innefficace e antisindacale” e contro il quale ha rafforzato la sua mobilitazione, proclamando per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore per ogni turno.

La protesta parte il 24 agosto alle ore 9, davanti alla sede del Senato con un presidio proclamato dalla Confederazione, al quale parteciperà, insieme ai componenti della Segreteria Nazionale, il Segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso. Prevista in piazza per le ore 11 la conferenza stampa della leader del sindacato di Corso Italia, la quale illustrerà le proposte alternative della Cgil e le ragioni e le modalità dello Sciopero Generale promosso oggi. Come spiegato dalla Cgil, la completa bocciatura della manovra sta nel fatto che con questo provvedimento si “condanna il paese alla recessione e alla disgregazione sociale” per difendere invece “le grandi ricchezze e gli interessi che rappresentano la base di consenso del Governo”.

In particolare per la Cgil la manovra è “depressiva” e “socialmente iniqua”, perchè non viene destinata alcuna risorsa né alla crescita, né all'occupazione, mentre i redditi e i consumi dei cittadini continuano a ridursi. Per la Cgil ad essere colpiti dal provvedimento sono, ancora una volta, i soggetti sociali più deboli: lavoratori, pensionati, famiglie, mentre si continua ad evitare di intervenire sull'evasione fiscale, sulle rendite finanziarie e sulle grandi ricchezze. Il decreto del 13 agosto oltre ad essere “inefficace” perchè, come spiega la Cgil, “non affronta in maniera strutturale le cause del deficit, né pone le basi per ridurre realmente il debito”, possiede “caratteri antisindacali” in quanto “pretende di cancellare per legge uno strumento di regolazione generale dei diritti dei lavoratori come il Contratto Nazionale di lavoro”.

La manovra di ferragosto prevede, infatti, che gli accordi aziendali possano regolare le condizioni di lavoro in deroga al CCNL e alle leggi anche in materia di licenziamento. Per la Cgil questa norma rappresenta un “nuovo gravissimo taglio ai diritti dei lavoratori”. E' proprio sull'articolo 8 del decreto ('misure a sostegno dell'occupazione') che la Cgil si sofferma nella lettera inviata a CISL e UIL, il 22 agosto scorso. Alle due Confederazioni la Cgil apre una serie di questioni: “L'art. 8 della manovra non è un attacco alla autonomia delle parti?”, “Non è forse chiaro che trasformare l'art. 18 in materia contrattabile di non meglio identificate 'rappresentanze sindacali operanti in azienda', mina l'efficacia dell'articolo stesso?”, “Non è forse evidente che una norma che non si basa sulla rappresentanza, e affida poteri su tutte le materie fuori dai contratti, è la proliferazione di qualunque forma di sindacalismo ed un attacco esplicito al sindacato confederale?”.

Altra scelta contenuta nella manovra e fortemente criticata dalla Cgil è quella di spostare o accorpare alla domenica le festività civili e laiche, per la Cgil significa “colpire l'identità e la storia del nostro Paese, indebolirne la memoria”, rappresenta, prosegue “un grave limite per il futuro”, producendo per altro un “irrisorio beneficio economico”. Per questo motivo la Cgil ha deciso di lanciare una petizione popolare a difesa delle feste della Liberazione, del Lavoro e della Repubblica. Raggiunte al momento quasi 16mila firme. E' possibile firmare la petizione sul sito della Cgil o direttamente presso le diverse sedi delle Camere del Lavoro dietro le parole “alziamo insieme la nostra voce perché l'identità ed il futuro dell'Italia sono un bene indisponibile ad ogni manipolazione”.

Fonte: Portale Cgil



Intervistato da Labitalia, il segretario generale della Fillea Walter Schiavella ribadisce la posizione della Fillea sulla manovra del governo "e' perfettamente in linea con quella della Confederazione. Ci deve essere il massimo livello di mobilitazione fino allo sciopero generale, cercando di tenere aperto sempre il filo del confronto unitario. Se pero' la risposta degli altri sindacati e' quella che abbiamo sentito ieri sui media, allora noi dobbiamo comunque portare avanti una replica forte e convinta a questa manovra

che e' recessiva e iniqua".

"Questa e' una manovra che non fa niente per lo sviluppo -attacca ancora Schiavella- tanto meno per quello del settore delle costruzioni e dell'edilizia. Non si fa nulla per contrastare l'irregolarita' e l'illegalita'. E poi con questo provvedimento il governo entra 'a gamba tesa' sulla contrattazione. Per questi motivi -conclude- si deve partire con un massimo livello di mobilitazione contro questa manovra".

Già il 17 agosto Schiavella aveva preso posizione contro la manovra "l'edilizia continua a calare per il terzo anno consecutivo facendo segnare la perdita complessivamente di quasi un quarto dell'apporto che dava nel 2008 alla ricchezza nazionale. E sono oltre 300mila i posti di lavoro persi. Sono questi i dati di fatto su cui è necessario intervenire. Questa manovra è forse il colpo di grazia definitivo per il settore che è stato falcidiato da tre anni di crisi e ha avuto la sventura di sommare alla fase negativa congiunturale anche una crisi strutturale di modello economico. Questo ha fatto sì che nei quindici anni di crescita ininterrotta il settore non si strutturasse in maniera adeguata, per migliorare la qualità delle sue imprese e di ciò che producono. E oggi - racconta Schiavella - quello dell'edilizia è un settore in cui spadroneggiano lavoro nero e illegalità. "In una situazione di crisi come questa -spiega- tutto ciò ha generato un'ulteriore destrutturazione del settore, un ulteriore abbassamento della qualità e soprattutto, per quello che ci riguarda, un ulteriore abbassamento dei livelli di occupazione e anche dei diritti dei lavoratori".

Una condizione di crisi e difficoltà che richiederebbe uno sforzo del governo. "In un quadro del genere -sottolinea Schiavella- avremmo bisogno di due cose: di investimenti e di regole. Gli investimenti costano, le regole no. Gli investimenti costano, ma si potrebbero facilmente reperire agendo sulla leva dell'evasione fiscale nel settore che, come abbiamo stimato in un nostro recente rapporto, assomma totalmente a oltre 12 miliardi di euro di sola evasione dell'Iva a cui si sommano quasi 12 miliardi di evasione contributiva".

Risorse che, ricorda Schiavella, potrebbero "servire a rilanciare davvero il settore con un Piano infrastrutture che invece oggi è solo annunciato, tanto per cambiare". Senza dimenticare, ricorda il leader della Fillea, che "sul mercato privato delle costruzioni il taglio lineare agli unici strumenti che avevano funzionato e cioè quelli per la ristrutturazione ai fini dell'efficienza e risparmio energetico, darà l'ennesima mazzata a un settore che già di per sé sta soffrendo, come quello degli appalti pubblici, una forte riduzione dei volumi".

"In questo quadro -sottolinea Schiavella- è necessario porre un argine alla crescente illegalità e alla crescente destrutturazione. Ma neanche su questo il governo è stato capace di fare qualcosa. Assistiamo a una sostanziale deregolamentazione dell'attività edilizia, che non porta un cantiere in più ma aumenta le possibilità di elusione e di evasione".



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