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EDILIZIA: FILLEA CGIL, A PALERMO TAPPA CAMPAGNA CONTRO ILLEGALITA' E MAFIE



02.05.11 Un ammortizzatore sociale finanziato con i fondi derivanti dall'utilizzo dei beni confiscati per i dipendenti delle aziende sequestrate ed un tutor che faccia da garante etico verso terzi per le imprese che si trovano nella deli...

EDILIZIA: FILLEA CGIL, A PALERMO TAPPA CAMPAGNA CONTRO ILLEGALITA' E MAFIE



02.05.11 Un ammortizzatore sociale finanziato con i fondi derivanti dall'utilizzo dei beni confiscati per i dipendenti delle aziende sequestrate ed un tutor che faccia da garante etico verso terzi per le imprese che si trovano nella delicata fase di 'bonifica'. Sono questi i punti salienti di una proposta presentata a Palermo il 28 e 29 aprile dalla Fillea nella campagna organizzata in collaborazione con il centro Pio La Torre contro l'illegalita' nel settore delle costruzioni.

Con il suo osservatorio 'Edilizia & Legalità'', presieduto da Pier Luigi Vigna, la Fillea ha proposto il rafforzamento dei protocolli con le parti sociali e le istituzioni locali contro la ''complessita' di alcuni procedimenti e i limiti nella gestione delle aziende confiscate che spesso seguono un copione prestabilito - ha detto Maurizio Cala' - segretario generale Cgil Palermo -. Le aziende sequestrate grazie alla legge Rognoni La Torre (n. 646 del 1982) sono 4.417, di cui 3.130 dal 2006 al 2010. Il 70 per cento delle aziende appartiene al settore delle costruzioni ed i lavoratori interessati da questi provvedimenti sono decine di migliaia. La Fillea ritiene che tutti i dipendenti, dal giorno del sequestro, debbano essere posti sotto uno specifico ammortizzatore sociale - ha dichiarato Salvatore Lo Balbo, segretario nazionale Fillea - per questo chiediamo la modifica dell'articolo 2 della legge 109 del 1996, per sostituire l'attuale iter che prevede il parere del Prefetto ''per ragioni di sicurezza e ordine pubblico'' con un iter che faccia capo all'autorita' giudiziaria ''per ragioni di mafia''. Secondo la proposta formulata da Fillea e Cgil, l'amministratore giudiziario, dopo avere presentato domanda alla sede Inps competente nel territorio per la copertura salariale, dovrebbe dare comunicazione al Prefetto ed attivare il confronto sindacale previsto dalla normativa. La cassa integrazione dovrebbe inoltre avere una durata pari al periodo di svolgimento degli atti giudiziari per interrompersi, invece, nel momento in cui l'azienda ricomincerebbe ad avere una propria vita economica anche durante il periodo del sequestro. Per finanziare un ammortizzatore sociale, utilizzando le risorse derivanti dai beni confiscati Fillea e Cgil chiedono la costituzione di un fondo Inps apposito. Per dare attuazione alla proposta ''l'agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati sottoscrivera' con le organizzazioni sindacali piu' rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro un accordo nazionale per definire compiti e responsabilita' del tutor''. Tra i presenti ci sono Antonio Canana', dell'Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati, il sostituto procuratore di Palermo, Gaetano Paci, Andrea Vecchio, presidente Ance Catania e Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre.

Le aziende confiscate alla criminalita' organizzata sono 1.377, le aziende in gestione da destinare, per lo piu' inattive, sono 232, il 16,8 per cento del totale confiscato. Sono alcuni dati forniti dall'Agenzia nazionale sui beni sequestrati e confiscati nel corso della giornata di studi organizzata in collaborazione da Fillea e Cgil con il Centro Pio La Torre contro l'illegalita' nel settore delle costruzioni. Nel 2010 sono state 54 le aziende confiscate. Per l'84 per cento rientrano in tre categorie principali: societa' a responsabilita' limitata (643), imprese individuali (325) e societa' in accomandita semplice (199). La regione piu' interessata e' la Sicilia, dove si concentra il 37,6 per cento delle aziende, seguita dalla Campania (19,6), Lombardia (14,2), Calabria (8,2) e Lazio (8). Le aziende che sono uscite dalla gestione controllata sono 431, pari al 31,3 per cento del totale. Per 250 di loro e' stata ottenuta la cancellazione dal Registro delle imprese; per 123, invece, e' stata conclusa la procedura di scioglimento e messa in liquidazione. Le restanti, che rappreseno il 4,2 per cento del totale uscito dalla gestione, sono riconducibili alla fattispecie della vendita (45) e della revoca della confisca (13). ''Le prime criticita' che l'amministratore giudiziario deve affrontare - ha detto Dario Caputo, dirigente dell'Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati - riguardano il blocco dei finanziamenti da parte delle banche e la rarefazione delle commesse, fiorenti fino al giorno prima del sequestro''. ''Un'altra criticita' e' rappresentata dalla mancanza di professionalita' adeguate, non sempre individuabili nella figura tradizionale degli amministratori giudiziari - spiega Serena Sorrentino, segretario nazionale della Cgil -. Ma, per ovviare a questo, si sta puntando ad una migliore qualificazione, attraverso i rapporti con le universita'''. Sul fronte dei rapporti bilaterali, l'agenzia e' attiva con l'Argentina e la Spagna: a livello comunitario, con la Commissione europea. In particolare e' in programma a Roma la visita di una delegazione argentina per arrivare alla firma di un protocollo d'intesa con le autorita' per avviare forme di collaborazione sull'utilizzo dei beni confiscati. Tra le situazioni patrimoniali che producono reddito, e che rientrano tra i beni in carico all'Agenzia nazionale dei beni confiscati, sono stati citati il 'Lido dei ciclopi' di Catania e la societa' 'Strasburgo srl' di Palermo. Tra le situazioni difficili, invece, l'hotel San Paolo di Palermo, una struttura di 354 stanze, ancora in esercizio, ma che da qualche anno subisce delle perdite in seguito a difficolta' di mercato. Particolarmente complesso risulta, invece, il sequestro dei beni riconducibili a Massimo Ciancimino. ''Si tratta di investimenti finanziari, beni intestati a persone fisiche e compendi aziendali per un valore che oscilla tra i 300 e i 500 milioni - si legge nella relazione dell'Agenzia nazionale beni confiscati -. Una parte delle quote societarie e' stata individuata in Italia, ma l'asset di maggior valore economico risulterebbe controllare un enorme volume di affari che investe il ciclo dei rifiuti e delle discariche presenti in Romania, compresa una delle piu' grandi in Europa (40 metri di profondita' per 150 ettari di estensione) attraverso la 'Sirco spa', societa' holding oggi svuotata e la societa' di diritto romeno 'Agenda 21'''.

FONTE: AGENZIA ANSA


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