06.06.11 Due sentenze di antisindacalità "testimoniano che anche nell'edilizia/costruzioni, le relazioni sindacali spesso sono viziate e non rispettose delle leggi, a partire dallo Statuto dei lavoratori. Se il datore di lavoro, supportato da alcune sigle sindacali, impedisce l'esercizio di rappresentanza di un altro sindacato, non solo viene condannato per attività antisindacale, ma può incorrere in un reato penale. Lo testimoniano due sentenze a sfavore della GR Costruzioni che aveva impedito ad un sindacalista della Fillea di partecipare ad un'assemblea, consentita invece ad altri sindacalisti."

E' quanto si legge in un comunicato della Fillea e della Cgil di Torino, che prosegue "il meccanismo dell'esclusione e degli accordi separati non paga. lo dimostra ancora una volta il recente caso della Portedi. Qui si trattava di un accordo sulla mobilità (32 licenziamenti), sottoscritto da Filca e Feneal contro il parere della Fillea, che giudicava quell'accordo non rispettoso della legge e penalizzante per i lavoratori.

Altre potevano essere le soluzioni per fronteggiare la crisi aziendale. Così, per tutelare i lavoratori, la Fillea Cgil è stata costretta a ricorrere al giudice che, il 31 maggio,ha proposto alle parti in causa una conciliazione che, riconoscendo le ragioni della Fillea, ha sospeso la procedura di mobilità e ha previsto per i licenziamenti già impugnati la possibilità di un indennizzo sino a 38.000 €.l'azienda, per chi accettava il licenziamento, aveva concordato con i firmatari dell'accordo un incentivo di poche migliaia di euro."

Fillea e Cgil continuano "a pensare che ricorrere a giudici sia l'ultimo atto per un sindacato, e proprio per questo ci auguriamo che queste due sentenze e il relativo comunicato che l'Azienda Portedi esporrà su ordine del giudice, convincano tutti che relazioni non corrette e discriminanti

nei confronti di una organizzazione non solo non pagano, ma sono dannose per le stesse imprese."