23.11.11 "Quello del Presidente Napolitano e' stato un intervento intelligente, a richiamare, e non e' la prima volta, la politica ad assumersi le sue responsabilita'. Non e' possibile e non e' giusto che un bambino, figlio di cittadini immigrati, che nasce in Italia, non abbia gli stessi diritti degli altri bambini. Ed e' anche una cosa controproducente per il Paese". Non ha dubbi Moulay El Akkioui, 48enne, nato in Marocco, segretario nazionale della Fillea Cgil, che, conversando con LABITALIA, sottolinea l'importanza dell'intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ieri ha definito "assurdita'" il fatto che i bambini, figli di immigrati, nati in Italia, non diventino italiani.
Una posizione condivisa da chi, come El Akkioui, dopo essere arrivato in Italia per la prima volta nel lontano 1987, e aver richiesto la cittadinanza italiana 2005, l'ha finalmente ottenuta l'anno scorso.
"Io ho due figli -racconta- ed e' inaccettabile che io sia cittadino italiano e loro, che sono nati in questo Paese, invece no". Paese che El Akkioui, dal suo arrivo, ha attraversato in lungo e largo: "Sono arrivato con una laurea in biologia animale in tasca e hocominciato prima a lavorare come metalmeccanico a Ferrara, poi ho fatto il giardiniere per il Comune di La Spezia, quindi ho fatto il bracciante agricolo a Brindisi, fino a tornare a La Spezia, dove nel 1990 ho cominciato a collaborare con la Cgil e ho fondato il primo sportello per immigrati nella locale Camera del Lavoro".
Da li' la vita di El Akkioui 'scorre' nel sindacato: componente della segreteria Fillea Cgil di La Spezia, segretario provinciale del sindacato di categoria, segretario regionale del sindacato degli edili in Liguria e nel 2006 l'arrivo a Roma alla segreteria nazionale del sindacato. "Quello di negare ai bambini nati nel nostro Paese -sottolinea il dirigente sindacale- di essere cittadini a tutti gli effetti, a 360 gradi, e' controproducente per l'Italia. Ci sara' un problema sociale quando fra qualche anno ci saranno immigrati che svolgeranno la professione di avvocati, medici, ingegneri e che si troveranno a dover rispettare dei doveri ma non ad avere gli stessi diritti degli altri". Da qui l'appello a politica e societa' civile "di seguire l'appello di Napolitano, e di prendersi le proprie esponsabilita'".
FONTE: AGENZIA LABITALIA