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23.03.11 Conferenza stampa della Fillea Campania per presentare l'Osservatorio Regionale sull'andamento produttivo ed occupazionale del settore delle costruzioni. I dati presentati testimoniano una crisi senza precedenti...

IL COMUNICATO DELLA CONFERENZA STAMPA
Il settore delle costruzioni in Campania ha smarrito da tempo la sua funzione anticiclica, il suo essere volano e motore della ripresa, che nella più grande regione dl mezzogiorno appare lenta, inefficace, con scarsissimi recuperi d'investimenti per rilanciare lo sviluppo e la crescita, come riportato dall'aggiornamento congiunturale della Banca d'Italia.
Da qui ha preso spunto la conferenza stampa promossa dalla Fillea e dalla CGIL della Campania.
Nel 2010 il settore edile, nella sua filiera delle costruzioni, non ha mostrato alcun segnale di risveglio.
I dati registrati dalle Casse Edili delle cinque province, danno l'esatta contezza di una crisi assai grave che, se non si attivano provvedimenti di contrasto e di controtendenza, rischia di diventare irreversibile con deleterie ricadute sociali, occupazionali, con risvolti sulla legalità.
Nel solo biennio ottobre 2008/settembre 2010:
- gli addetti al settore sono diminuiti del 18,94% (in valore assoluto meno 16.321 lavoratori)
- 1701 imprese sono scomparse dal settore (-10,10%) ed è verosimile che siano quelle aziende sostanzialmente sane che hanno affrontato correttamente la crisi, caratterizzata anche dai ritardi dei pagamenti e dalle difficoltà di accesso al credito e finite, non poche, nelle fauci dell'usura camorristica;
- il monte salari meno 20,89% , in valore assoluto 126.032.210 euro, il che significa meno assistenze ai lavoratori e quindi meno diritti contrattuali;
- il salario medio annuo denunciato per addetto passa 7.030,28 a 6.877,78 euro su un monte ore lavorate e denunciate che scende da 70.234.942 a 52.717.090 ore con una variazione in negativo del 26,43%, dal che si deduce che la crisi ha e fa guadagnare molto meno anche a chi ha la fortuna di mantenere il posto di lavoro;
- nel 2009 le aziende dichiarate e attive nelle Camere di Commercio sono 59.879 mentre alle Casse Edili sono 16.835 imprese denunciate, il che significa che il 71,88% delle imprese opera in regime di evasione e d'irregolarità dagli obblighi contributivi, assicurativi ed erariali, anche ai fini della concessione del DURC per ben 129mila lavoratori;
- dal 2001 (report ISTAT) al 2009 (dati Casse Edili) le dinamiche produttive, frutto di un sistema de regolativo, hanno accentuato la frammentazione dimensionale delle aziende, mantenendo una percentuale dell'82.40% di aziende con meno di 5 dipendenti e dimezzando quelle da 20 a49, da 50 a 99, oltre 100, con tutto quello che questo significa per gli investimenti in sicurezza e formazione;
- infine il 2009 e il 2010 consegna un settore della cui platea lavorativa concentra nell'80.19% figure professionali di primo e secondo livello, con appena il 14.97% di specializzati, il che vuol dire che le aziende non investono in innovazione, formazione e qualificazione, si assiste ad un depauperamento professionale e si incentivano le esternalizzazioni in subappalto, noli, forniture e finto lavoro autonomo, e questo è un tema che riguarda anche il sistema d'impresa sempre meno qualificato e competitivo;
- le ore di Cassa Integrazione autorizzate sono state 4.423.000 con un forte incremento sul 2009.
Tutto ciò non è ineluttabile, ci sono le condizioni di una ripresa, di una crescita che possa coniugarsi con la qualità, la regolarità e la legalità, attivando i controlli e l'azione dell'attività ispettiva, preventiva, investigativa e repressiva degli Enti preposti.
Per la regione Campania, la delibera CIPE del 2001, l'Accordo Stato Regione e la Delibera CIPE sull'edilizia scolastica e il risanamento urbano e abitativo, si sono impegnati 13 miliardi e 387 milioni di euro, di questi 3 miliardi e 240 milioni sono già attribuiti e immediatamente cantierabili, per oper infrastrutturali e di manutenzione.
E' vero che siamo appena al 26.88% delle risorse disponibili e quindi ben lontani dal 40% promesso dal Governo, ama è anche vero che se la Regione si attivasse in tal senso si potrebbero creare poco più di 5 milioni di giornate lavorative con un saldo di poco meno di 20 mila addetti da impegnare in attività dai 5 ai 7 anni di lavoro.
Il punto è che tutto è fermo, negli incontri avuti con la Regione, sul Piano Casa, sul residenziale pubblico e privato, sulle infrastrutture, sulla sicurezza del territorio e sui programmi Europa Più, Accordi di reciprocità (circa 1 miliardo e 200 milioni di euro aggiuntivi) non si è avuta la percezione di una consapevolezza della crisi e delle cose da fare, neanche sulle emergenze che riguardano il completamento della Linea 1 e 6 della Metropolitana Regionale, dell'avvio dell'Alta Capacità Napoli/Bari.
Il Piano Casa, pur tra mille e una contraddizione, i fondi strutturali di rinvenienza 200-2006 (1375 milioni di euro messi a bilancio 2011) su cui si è scatenata la faida politica nella maggioranza asl governo regionale, e i fondi per il Forum delle Culture 2013 e il risanamento del Cetro Storico (programma Europa Più Napoli), sono i banchi di prova per una vera discontinuità con l'immobilismo che rtegna sovrano in Regione.
La Fillea, dando seguito ai suoi impegni ed in continuità con le mobilitazioni passate, dai 99 cantieri ai presidi per la Napoli/Bari, ha istituito un Osservatorio sulle Opere Pubbliche per monitorare e quindi incalzare le Stazioni Appaltanti fin dalla programmazione (che manca del tutto) per la certezza dei tempi di affidamento e di realizzazione fino alla collaudazione.
Spingere le Committenti a scegliere la strada del FARE anziché quella dell'ANNUNCIARE o dell'ATTENDERE come pare che faccia l'attuale Giunta Regionale.
Una sfida impegnativa, che la Fillea intende lanciare alla Regione, Istituzioni Locali, alle Associazioni Imprenditoriali per rilanciare lo sviluppo e battere la criminalità.

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