"Rilanciare il settore delle costruzioni: occupazione, trasparenza e legalita' nel sistema degli appalti, qualità dei diritti"

25.11.10 Convegno a Genova promosso dalal Camera del Lavoro e dalla Fillea. Proposto un Patto per la Legalità fra tutti i soggetti protagonisti del settore per definire una griglia di proposte utili a prevenire le infiltrazioni mafiose nel sistema degli appalti è oggi una necessità impellente. Tale patto deve veder protagonisti la Prefettura, gli Enti committenti, le OO.SS. e le Associazioni Imprenditoriali e deve poter garantire un controllo dinamico degli appalti e in modo specifico per le grandi opere...

LA CRONACA DEL CONVEGNO

(a cura Ufficio stampa Cgil Genova)

Genova 19 novembre 2010. Si è svolto oggi presso la Sala Capitani dell’Autorità Portuale di Genova l’incontro pubblico dal titolo “Rilanciare il settore delle Costruzioni: occupazione, trasparenza e legalità nel sistema degli appalti, qualità dei diritti” organizzato dalla Camera del Lavoro di Genova e da FILLEA-CGIL. Temi di discussione le problematiche del comparto, la questione della legalità nella distribuzione degli appalti anche in relazione al fenomeno delle gare al ribasso e la necessità di leggi regionali che regolino l’avvio della realizzazione delle grandi opere e la legalità nel settore delle costruzioni.

Ha aperto i lavori della conferenza la relazione di Silvano Chiantia, segretario Generale FILLEA-CGIL di Genova. All’incontro hanno partecipato l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Genova Mario Margini, il Presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto, il magistrato Anna Canepa, il vice Presidente Ance Genova Antonio Granello, l’Assessore alle Politiche abitative ed Edilizia della Regione Liguria Giovanni Boitano e Gianni Pastorino Segretario Fp Cgil Genova; le conclusioni sono state affidate al Segretario Generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Genova Walter Fabiocchi.

Mettere a confronto le proposte di Cgil e Fillea con imprese e istituzioni, per ridare respiro al settore delle costruzioni danneggiato dalla crisi. Questo l’obiettivo del convegno e una delle necessità sottolineate da Silvano Chiantia nella sua relazione di apertura: ”Si chiede alla Regione Liguria di emanare una legge regionale - così come avverrà in Piemonte per la Torino Lione -, per favorire la realizzazione delle grandi opere con l’apporto delle imprese locali con effetti diretti sul rilancio del tessuto dell’economia locale.” Chiantia ha poi evidenziato la necessità di una collaborazione concreta tra istituzioni e imprese locali che può avvalersi dell’esempio di esperienze già realizzate sul territorio europeo: ”Bisogna dimostrare, in queste occasioni, concretamente la giusta sensibilità per il territorio, inserendo nel bando di gara le clausole che obbligano all’affidamento di subappalti con priorità alle imprese che hanno sede sul territorio, (imprese edili e impiantistiche, manifatturiere). Si può importare l’esperienza francese della Demarche Grand Chantier con un insieme di regole, pur non contrarie al principio della concorrenza, che hanno favorito ricadute locali positive per le imprese e l’occupazione.” Inoltre sottolinea “l’esigenza di dare continuità alle opere di riqualificazione urbana con la finalità di dare risposte sia sul terreno della qualità della vita dei cittadini sia per rispondere alle esigenze di alloggi abitativi dei quali è carente la nostra città” e prosegue “così come è urgente avviare l’attività di manutenzione e messa in sicurezza degli edifici scolastici”.

Anche riguardo alla questione della legalità la CGIL ha sottolineato alcune gravi problematiche e proposto delle soluzioni. Preoccupante è infatti il fenomeno degli appalti al ribasso che rischia di scardinare il sistema d’impresa, da un lato favorendo un terreno fertile alle infiltrazioni malavitose e dall’altro danneggiando il futuro delle imprese sane che senza un intervento regolativo e controlli efficaci, rischiano di vedere il mercato cannibalizzato da imprese illegali ed irregolari. Del bisogno di maggiori regolamentazioni ha parlato il segretario generale CGIL di Genova Walter Fabiocchi esponendo la proposta della CGIL di un Patto per la Legalità:” La sottoscrizione di un patto di legalità fra tutti i soggetti protagonisti del settore per definire una griglia di proposte utili a prevenire le infiltrazioni mafiose nel sistema degli appalti è oggi una necessità impellente. Tale patto deve veder protagonisti la Prefettura, gli Enti committenti, le OO.SS. e le Associazioni Imprenditoriali e deve poter garantire un controllo dinamico degli appalti e in modo specifico per le grandi opere”. Un patto i cui contenuti siano ben definiti, che vada a colpire i meccanismi che permettono lo sfruttamento dei lavoratori e il lavoro nero e che garantisca una maggiore equità nella distribuzione degli appalti. In sintesi occorre un patto per la legalità che funzioni e che deve far applicare subito quanto previsto dalla Legge 136/2010 in particolare sui conti correnti dedicati per seguire la tracciabilità di tutti i pagamenti inerenti l’appalto e deve prevedere cartellini di riconoscimento per tutti i dipendenti. Deve poi far riconoscere il caporalato come reato e produrre una normativa più cogente per un contrasto più energico al lavoro nero e al falso lavoro autonomo. Il pagamento di tutti i lavoratori deve essere fatto attraverso forme di cui è possibile avere la rintracciabilità (ad esempio bonifici bancari con la motivazione del pagamento). Un patto, quindi, che riguardi le normative, gli strumenti di controllo ed una maggiore trasparenza nelle imprese ad iniziare dalla creazione di un Osservatorio di monitoraggio presso la Prefettura. Solo attraverso delle regole precise e trasparenti, e attraverso una collaborazione concreta tra imprese, sindacati e istituzioni è possibile pensare ad un rilancio del settore delle costruzioni nella nostra città”.





LE COSTRUZIONI A GENOVA: LA FOTOGRAFIA DI UN SETTORE IN CRISI

Genova, 19 novembre 2010. Quella che oggi la Camera del Lavoro Metropolitana e Fillea Cgil presentano alla stampa è la fotografia del settore delle costruzioni a Genova.

Le elaborazioni Cgil su dati Cassa Edile hanno preso a riferimento il periodo 2007 – 2009, tenendo conto che il 2007 viene considerato un anno critico, ma con dati “ante crisi”, mentre il 2009 è l’anno al quale si riferiscono gli ultimi dati disponibili.

Nel 2009 gli edili complessivamente a Genova sono 11.402. Tra il 2007 e il 2009 c’è stato un calo degli addetti in valore assoluto di 1.051 unità (12.453 nel 2007 – 11.402 nel 2009).

Sugli 11.402 addetti del 2009, 4.896 sono stranieri in rappresentanza del 42,9 per cento del settore.

L’etnia maggiormente rappresentativa è l’Albania con 1.429 addetti nel 2009, seguita a ruota dall’Ecuador con 1.186 addetti nello stesso periodo. Sempre nel 2009 erano 550 i marocchini, mentre dall’Albania provenivano in 811.

La preponderanza di lavoratori stranieri nel settore delle costruzioni (a Genova lavorano oltre 80 etnie differenti), fa comprendere come sia sempre più necessario rivolgersi con attenzione a questo comparto composto d lavoratori che hanno la necessità di maggior tutela e diritti.

Che la crisi ha colpito duro si comprende anche dal fatto che dall’anno scorso non esistono più a Genova aziende di oltre 100 dipendenti Le aziende sono sempre più piccole e la media dei dipendenti per azienda è di 2,5 lavoratori. Il numero delle imprese iscritte alla Cassa Edile continua a scendere passando dalle 2.507 del 2007 a 2.334 del 2009 (-173). Delle circa 2300 aziende iscritte alla Cassa Edile genovese, solo 270 sono locali (il 10 per cento).

Inoltre, nello stesso periodo c’è stato un incremento significativo della cassa integrazione ordinaria con un + 515.385 ore di CIGO, rispetto all’anno precedente (392.495 ore di cigo nel 2007 e 907.880 ore nel 2009)

Si registra inoltre un notevole calo delle ore lavorate che passano da 12.662.711 nel 2007 a 11.582.056 nel 2009 con una diminuzione in valore assoluto di meno 1.080.655 ore lavorate. Stesso ragionamento per il monte salari che nell’anno 2008 era di 113.805.592 mentre nel 2009 era di 112.591.623 con un decremento del monte salari in valore assoluto di euro 1.213.969



EVASIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA

Anche il settore delle costruzioni è interessato dall’evasione fiscale e contributiva. Vi sono aziende che, per mascherare irregolarità contributive, possono utilizzare la pratica delle “assenze giustificate”, ossia dell’insieme dei permessi non retribuiti (assenze giustificate e assenze motivate) previste dal contratto nazionale delle costruzioni. Nel 2009, le ore lavorate a Genova sono state 11.582.056. Le ore di assenze giustificate sopracitate hanno raggiunto il numero di 1.723.270, quasi il 15 per cento del totale delle ore lavorate che è un numero enorme e difficilmente comprensibile: questo dato parrebbe nascondere un escamotage delle aziende meno virtuose per denunciare un monte ore minore e quindi risparmiare su tasse e contributi. Altro elemento di critica è il raffronto tra la media delle ore lavorate pro capite e la media delle ore effettivamente lavorate (anno 2009), ossia 120 ore mensili nel primo caso e 160 nel secondo. La differenza tra i due valori (ossia 40 ore mensili pro capite), cela a nostro parere come gran parte delle ore lavorate non viene denunciata in busta paga.

In relazione a quanto sopra esposto, la Cgil stima un’evasione fiscale, contributiva e assicurativa per l’area metropolitana genovese intorno ai 66 milioni di euro l’anno.

E non solo: aumentano le imprese insolventi verso la Cassa Edile, quelle cioè che non hanno versato il salario differito (ferie, festività e tredicesima mensilità) che per il periodo 2008-2009 hanno omesso versamenti per oltre un milione di euro (euro 1.017.231 anno 2009, 764.300 euro anno 2008)

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