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19.12.12  In una situazione di profonda crisi, resa ancor più fosca dal vuoto di interventi strutturali e dall’assenza di immediate prospettive di ripresa, come hanno risposto alle difficoltà le imprese del settore delle costruzioni, per la gran parte piccole e piccolissime? Riducendo i costi..che significa minori diritti, salario, qualità del lavoro, maggiore evasione ed elusione, lavoro  nero, irregolare, falso autonomo, carichi di lavoro. Ed in questa generalizzata corsa al ribasso che ha coinvolto tutti i lavoratori, la condizione di quelli stranieri – naturalmente più ricattabili e fragili -  ha assunto contorni dalle sfumature particolarmente incerte e preoccupanti, su cui è necessario riflettere.

Questo in sintesi il quadro che emerge dal VII rapporto Fillea – Ires Cgil sui lavoratori immigrati nel settore delle Costruzioni, presentato oggi nel corso dell’Assemblea Nazionale dei lavoratori immigrati della Fillea, alla presenza del segretario generale Walter Schiavella e del segretario confederale nazionale Vera Lamonica.

 

Oltre alla consueta fotografia sulla presenza dei lavoratori stranieri nel settore delle costruzioni  attraverso l’analisi dei dati Istat e CNCE, il Rapporto quest’anno si arricchisce di un nuovo capitolo, realizzato attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di lavoratori e lavoratrici, con l’obiettivo di indagare l’impatto della crisi da un lato e la qualificazione del lavoro dall’altro attraverso la percezione e la testimonianza diretta dei lavoratori.

 

 

UN FLASH SUI DATI DEL RAPPORTO IRES – FILLEA:

  • nel corso degli ultimi quattro anni la forbice del differenziale retributivo tra italiani e stranieri si è ulteriormente allargata passando dal 4,1% del 2009 al 10,5% del 2012
  • nel settore delle costruzioni gli stranieri guadagnano in media 133 euro mensili in meno dei loro colleghi italiani, con punte di 195 euro per i manovali 
  • un crescente ricorso alla Cassa Integrazione soprattutto tra i lavoratori immigrati. Nel corso del semestre del 2012 sul totale dei cassa integrati afferenti il settore delle costruzioni il 33% è di nazionalità straniera,  contro il 19% del peso complessivo degli immigrati sul totale degli occupati
  • l’utilizzo della manodopera straniera si concentra in attività maggiormente dequalificate: il 58% degli stranieri nel 2011 ha lavorato come operaio comune rispetto al 29,5% dei lavoratori italiani, mentre gli operai specializzati e di IV livello rappresentano l’11,5% della forza lavoro straniera a fronte del 35% degli italiani
  • il 90% delle professioni esercitate degli stranieri è “di cantiere”, solo l’1% è il peso delle professioni tecniche, mentre per gli italiani il cantiere pesa per il 60%, la professione tecnica per il 15%
  • il settore delle costruzioni continua ad essere quello in cui è più alta la presenza di infortuni per gli stranieri
  • per la prima volta  nel 2011 e 2012 si arresta la crescita occupazione immigrata nel settore. I lavoratori immigrati si attestano a quota 346mila, ovvero il 19.2% del totale della manodopera


UN FLASH SULLA  INTERVISTE SVOLTE DAI RICERCATORI IRES CON 100 LAVORATORI IMMIGRATI:

1. CRISI

  • le paure maggiori sono quelle di perdere il lavoro o di lavorare in condizioni ulteriormente difficili e pericolose
  • molto alta la paura di essere costretto a lavorare in nero e di chi ha paura di diventare ancora più ricattabile
  • rispetto agli effetti della crisi sul lavoro la maggior parte degli intervistati ha risposto dicendo che le retribuzioni si sono abbassate e che le condizioni di lavoro sono peggiorate, con crescita di lavoro nero e allungamento degli orari di lavoro
  • oltre a quelli sul lavoro la crisi ha prodotto cambiamenti nella vita dei lavoratori migranti: in primis la riduzione dei consumi, ma spesso anche il cambio nel progetto migratorio, con l’ipotesi di emigrare verso altre destinazioni oppure di fare ritorno al paese d’origine


2. LAVORO E FORMAZIONE

  • a conferma delle difficoltà di avanzamento nella carriera, l’80% degli intervistati sono lavoratori non specializzati di I o II livello, nonostante l’anzianità media lavorativa sia di circa 9 anni
  • oltre il 76% dichiara di avere un’esigenza formativa, ma mentre il 16% viene formato in azienda, gli altri per la maggior parte dicono di “arrangiarsi” da soli o di non avere tempo a disposizione
  • alla domanda “nel riconoscere il tuo lavoro, quale ritieni che per la tua azienda sia l’elemento prioritario?” solo il 9% ha risposto “il merito” mentre il 51% ha risposto “la fatica” e il 40% “la disponibilità ad essere flessibile”
  • oltre il 65% degli intervistati dichiara di prendere una parte dello stipendio “fuori busta”

MATERIALI CARTELLA STAMPA

- Abstract Rapporto

- Slides presentazione Rapporto

-Allegato statistico

 

VIDEO

Mercedes Landolfi - responsabile immigrazione Fillea

Walter Schiavella - segretario generale Fillea

Emanuele Galossi - Ires

Mohamed El Atrabi - Fillea Bologna

Arben Hasani - Fillea Napoli

Gheber Shawky - Fillea Milano

Ermira Beheri - Fillea Perugia

Moulay El Akkioui - segretario nazionale Fillea

Manola Cavallini - Dip.to Edilizia Fillea Nazionale

Vera Lamonica - segretario nazionale Cgil

 

 

 

 

 

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