07.03.13 E' iniziato il 5 marzo a Napoli il viaggio di "Fiori dal cemento", il libro voluto dalla Fillea Cgil e dalla rete Fillea Donna per raccontare le vite di alcune lavoratrici del settore delle costruzioni attraverso la penna di scrittrici. Il 12 marzo la presentazione a Bari, per poi raggiungere, con tante tappe intermedie, la capitale. Qui l'appuntamento è per il 19 aprile con Susanna Camusso e Walter Schiavella...

 

5 MARZO, PRESENTAZIONE DEL LIBRO A NAPOLI. IL LANCIO DELL'AGENZIA LABITALIA / ADNKRONOS

Lavorare in un'impresa edile, in un'industria del legno o del cemento o restaurare, magari in un cantiere archeologico. Tutti lavori che sono svolti anche da donne, lavoratrici dell'edilizia, che si trovano a operare in un settore a netta prevalenza e organizzazione maschile. Anche per questo Fillea Cgil, il sindacato dei lavoratori delle costruzioni, ha voluto celebrare l'8 marzo in un modo inconsueto: affidando le voci delle donne edili a 4 giovani scrittrici che le hanno raccontate, con poesia e leggerezza ma senza evitare le asprezze della loro condizione.
'Fiori dal cemento', si chiama il libro che raccoglie quattro storie, quelle di una restauratrice, di un'impiegata edile, e di due operaie del legno, narrate da Raffaella R. Ferrè, Carmen Pellegrino, Maria Cristina Sarò, Cristina Zagaria, per la piccola casa editrice indipendente partenopea Caracò.
Il libro, presentato oggi a Napoli, alla Libreria Feltrinelli di piazza Garibaldi (e che sarà presentato a Roma il 19 aprile, alla presenza del segretario generale Cgil, Susanna Camusso, che ne ha scritto la postfazione), è stato voluto dalla Fillea nazionale e Campania e da Fille@donna, la rete delle donne degli edili Cgil.
"Le donne in edilizia sono poche -spiega a Labitalia Mercedes Landolfi, del Coordinamento Donne Fillea- e le loro condizioni di lavoro spesso difficili. Le storie che il libro racconta, pur nella loro diversità, sono legate da un 'filo rosso' costituito dalla fatica di stare in un settore tipicamente maschile. Una fatica che può essere legata al mobbing subito quando si è l'unica donna di un'azienda o quando l'orario e l'organizzazione dell'impresa non sono mai flessibili e quella poca flessibilità la si conquista a caro prezzo". "Emergono però due cose fondamentali: la prima -aggiunge Landolfi- è la grande resistenza delle donne alle difficoltà e la seconda è la voglia di esserci e l'attaccamento estremo al lavoro come forma di dignità della persona".
Insomma, come scrive nell'introduzione a 'Fiori dal cemento' Walter Schiavella, segretario generale Fillea Cgil, "il lavoro come unico e straordinario strumento di realizzazione di se stessi e se il lavoro è lo strumento, la resistenza è la cifra che caratterizza tutte queste esperienze: resistenza in settori che vorrebbero solo uomini a lavorare, modulati su modelli maschili, dove non esistono servizi igienici o alloggiamenti separati, dove i turni di lavoro e gli strumenti e i materiali usati sono tarati sulla resistenza fisica maschile; resistenza a crisi aziendali, a ristrutturazioni che le vorrebbero sostituite da uomini, meno impegnativi, o da giovani donne, disposte a peggiori condizioni, a patto che non abbiano nei propri progetti velleità materne; resistenza alle proprie famiglie che spesso non capiscono ansie e sofferenze legate ai loro lavori. Eppure, contro tutto, queste donne resistono".

News