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 05.06.13 In Lombardia, i 20.611 (di cui 15.567 operai, 763 apprendisti e 4141 quadri) addetti della filiera del legno industria, incroceranno le braccia venerdì 7 giugno per 4 ore, al fine di respingere le richieste di Federlegno nella trattativa per il rinnovo del ccnl. Dopo sei mesi di discussione, Rsu e sindacati sono giunti a tale drastica decisione, perché Federlegno ha sospeso le trattative sul rinnovo, in quanto non soddisfatta delle risposte ricevute alle sue richieste.

Infatti, "la trattativa è caratterizzata da un ossimoro – dicono Fillea, Filca e Feneal lombarde –: si deve discutere delle richieste della controparte  per rinnovare il ccnl, non di quelle della piattaforma approvata dai lavoratori in assemblea. L’assordante silenzio che calerà nei luoghi di lavoro nelle prime 4 ore di sciopero di venerdì, racconterà di quanto le lavoratrici e i lavoratori condividano le ragioni della scelta fatta dalla delegazione sindacale, e sarà compensato dalle assordanti voci che i visi e i volti dei lavoratori faranno sentire alle portinerie esterne delle fabbriche all’inizio del lavoro".

I punti in discussione sono soprattutto flessibilità, orario di lavoro e straordinario. Per respingere le posizioni 'retrive' della controparte datoriale, si svolgeranno dei presidi davanti alle portinerie centrali delle fabbriche, come Foppapedretti di Grumello del Monte (Bergamo), dalle 12 alle 14.30; Novem di Bagnatica (Bergamo), dalle 5.30 alle 11; Flou di Meda (Brianza) dalle 13.30 alle 16; B e B Italia di Novetrate (Como) dalle 9 alle 12.
 
"Se Federlegno vuole mettere in pratica ciò che ha dichiarato in occasione dell’ultimo salone internazionale del mobile di Milano (prodotti multi funzione, innovazione di prodotto, nuovo designer, arredo casa con abbinamento di luce, filiera del legno rispettosa dell’ambiente, ecc), non potrà che valorizzare le capacità, la sapienza professionale, i saperi, che le lavoratrici e i lavoratori quotidianamente mettono a disposizione nei luoghi di lavoro. Per fare questo, deve rivedere le sue posizioni espresse al tavolo delle trattative, perché vanno nella direzione opposta a quella dichiarata", concludono i sindacati.

fonte: Rassegna Sindacale

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