12.06.24 E' finito all'attenzione del Consiglio Regionale il dramma dell'edilizia abruzzese, un comparto sul quale la crisi si è abbattuta come una mannaia che ha falciato aziende e posti di lavoro. Un settore che negli ultimi quattro anni ha visto scendere di 8.000 unità il numero dei lavoratori, passati da 30 mila ai circa 22 mila odierni, 17 mila dei quali iscritti alle quattro Casse edili e circa 5.000 all'Edil-cassa.
Una vera e propria emorragia occupazionale, di redditi e competenze professionali, ai quali vanno aggiunte le conseguenze sull'indotto (il più importante e variegato fra tutti i comparti produttivi) Anche qui per capire la portata dei problemi basta un numero soltanto, la stima del cosiddetto indot-to: tre lavoratori per ogni occupato diretto.
La crisi è pesantissima sta travolgendo inoltre anche gli impianti fissi: fabbriche del legno, cemento, manufatti in cemento, laterizi e lapidei.
Questa mattina, davanti a Palazzo dell'Emiciclo, all'Aquila, sede del consiglio regionale, c'erano dunque oltre 300 lavoratori insieme ai sindacalisti.
Bandiere e slogan per dare la sveglia a una politica abruzzese che ancora non sembra aver capito l'importanza dei danni e i suoi risvolti sulle aziende e i lavoratori.
Tutti argomenti che Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, organizzatori della manifestazione, hanno ribadito in una riunione tenuta con tutti i gruppi del consiglio regionale.
Una sveglia alla politica abruzzese per un dramma che nasce da scelte sbagliate in Europa e in Italia, da una stretta del credito che soffoca e da una burocrazia ottusa, ma che viene alimentata anche dai ritardi e dalle omissioni abruzzesi.
Silvio Amicucci, segretario regionale della Fillea, ne fa pochi esempi e si limita a scorrere alcuni grani di un rosario che potrebbe essere molto più lungo: - La spendibilità dei finanziamenti per le infrastrutture, scesi dai 6 miliardi che annunciò il presidente Chiodi agli attuali 207 milioni - La vi-cenda incredibile della ricostruzione dell'Aquila, con due miliardi di progetti già approvati per i quali si devono ancora definire e sbloccare i finanziamenti. (Il 22 giugno il CIPE deciderà se sulla possibilità di incrementare il finanziamento delle opere infrastrutturali in Abruzzo e il Senato è im-pegnato nella discussione sull’emendamento per finanziare la ricostruzione per 1 MLD €).
Istituire un tavolo diretto dalla Regione che convochi soggetti attuatori e sindacato per seguire tutto l’iter dei progetti fino alla cantierizzazione definendo anche tempi e numero dei lavoratori coinvolti.
Poi vi sono alcuni provvedimenti che non costano nulla, ma che potrebbero aiutare a far ripartire il settore: attuare la semplificazione amministrativa, eliminare le gare al massimo ribasso sostituendola con l’offerta economica più vantaggiosa attraverso l'istituzione della stazione unica appaltante, l'Osservatorio sul consumo del suolo (la programmazione 2014-2020 per l’accesso ai fondi Europei nel segno della riqualificazione delle città), l'utilizzo dei finanziamenti già disponibili per il recupero ambientale (per esempio i 50 milioni per la megadiscarica a Bussi) o la manutenzione delle opere pubbliche, la richiesta di alleviare il disagio abitativo normando l’affitto con compravendita e rilan-ciando l’edilizia sociale.
Occasioni che non vengono sfruttate con l'effetto di aumentare le chiusure delle imprese e accrescere le liste dei disoccupati. Problemi che proprio non scendono giù a Silvio Amicucci, il quale si chiede di nuovo, come sia possibile che nella regione che deve ricostruire il suo capoluogo e una fetta di territorio possano crescere nell'edilizia i disoccupati e le ore di cassa integrazione.
L’impegno preso dai Capi Gruppo Consiliari è di convocarsi per martedì prossimo e definire tutti i provvedimenti sul quale la Regione potrà legiferare rapidamente.
L’iniziativa di Fillea Filca Feneal Abruzzo è la continuazione della mobilitazione che Fillea Filca Feneal nazionali hanno lanciato a partire dal 31 maggio e che sfocerà nella grande mobilitazione nazionale proclamata da CGIL CISL UIL per il 22 giugno a sostegno delle rivendicazioni sindacali per salvare il lavoro e affrontare la crisi economica produttiva che sta affossando l’Italia.
Una vera e propria emorragia occupazionale, di redditi e competenze professionali, ai quali vanno aggiunte le conseguenze sull'indotto (il più importante e variegato fra tutti i comparti produttivi) Anche qui per capire la portata dei problemi basta un numero soltanto, la stima del cosiddetto indot-to: tre lavoratori per ogni occupato diretto.
La crisi è pesantissima sta travolgendo inoltre anche gli impianti fissi: fabbriche del legno, cemento, manufatti in cemento, laterizi e lapidei.
Questa mattina, davanti a Palazzo dell'Emiciclo, all'Aquila, sede del consiglio regionale, c'erano dunque oltre 300 lavoratori insieme ai sindacalisti.
Bandiere e slogan per dare la sveglia a una politica abruzzese che ancora non sembra aver capito l'importanza dei danni e i suoi risvolti sulle aziende e i lavoratori.
Tutti argomenti che Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, organizzatori della manifestazione, hanno ribadito in una riunione tenuta con tutti i gruppi del consiglio regionale.
Una sveglia alla politica abruzzese per un dramma che nasce da scelte sbagliate in Europa e in Italia, da una stretta del credito che soffoca e da una burocrazia ottusa, ma che viene alimentata anche dai ritardi e dalle omissioni abruzzesi.
Silvio Amicucci, segretario regionale della Fillea, ne fa pochi esempi e si limita a scorrere alcuni grani di un rosario che potrebbe essere molto più lungo: - La spendibilità dei finanziamenti per le infrastrutture, scesi dai 6 miliardi che annunciò il presidente Chiodi agli attuali 207 milioni - La vi-cenda incredibile della ricostruzione dell'Aquila, con due miliardi di progetti già approvati per i quali si devono ancora definire e sbloccare i finanziamenti. (Il 22 giugno il CIPE deciderà se sulla possibilità di incrementare il finanziamento delle opere infrastrutturali in Abruzzo e il Senato è im-pegnato nella discussione sull’emendamento per finanziare la ricostruzione per 1 MLD €).
Istituire un tavolo diretto dalla Regione che convochi soggetti attuatori e sindacato per seguire tutto l’iter dei progetti fino alla cantierizzazione definendo anche tempi e numero dei lavoratori coinvolti.
Poi vi sono alcuni provvedimenti che non costano nulla, ma che potrebbero aiutare a far ripartire il settore: attuare la semplificazione amministrativa, eliminare le gare al massimo ribasso sostituendola con l’offerta economica più vantaggiosa attraverso l'istituzione della stazione unica appaltante, l'Osservatorio sul consumo del suolo (la programmazione 2014-2020 per l’accesso ai fondi Europei nel segno della riqualificazione delle città), l'utilizzo dei finanziamenti già disponibili per il recupero ambientale (per esempio i 50 milioni per la megadiscarica a Bussi) o la manutenzione delle opere pubbliche, la richiesta di alleviare il disagio abitativo normando l’affitto con compravendita e rilan-ciando l’edilizia sociale.
Occasioni che non vengono sfruttate con l'effetto di aumentare le chiusure delle imprese e accrescere le liste dei disoccupati. Problemi che proprio non scendono giù a Silvio Amicucci, il quale si chiede di nuovo, come sia possibile che nella regione che deve ricostruire il suo capoluogo e una fetta di territorio possano crescere nell'edilizia i disoccupati e le ore di cassa integrazione.
L’impegno preso dai Capi Gruppo Consiliari è di convocarsi per martedì prossimo e definire tutti i provvedimenti sul quale la Regione potrà legiferare rapidamente.
L’iniziativa di Fillea Filca Feneal Abruzzo è la continuazione della mobilitazione che Fillea Filca Feneal nazionali hanno lanciato a partire dal 31 maggio e che sfocerà nella grande mobilitazione nazionale proclamata da CGIL CISL UIL per il 22 giugno a sostegno delle rivendicazioni sindacali per salvare il lavoro e affrontare la crisi economica produttiva che sta affossando l’Italia.