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05.07.13 Sottoscritto a Pietrasanta, c/o l’Associazione Industriali, il verbale di accordo che definisce il Premio di Risultato 2012 per i lavoratori del settore Marmo provinciale.  "Il totale del premio 2012 ammonta a € 1.456,00. Di questi  1.456,00 €, 619,5 erano già stati anticipati dalle imprese e quindi il saldo sarà da erogarsi in due trance :  418,25 € subito con la retribuzione di giugno 2013 e altri  € 418,25 € con quella di ottobre 2013." Lo fa sapere Leonardo Quadrelli, segretario generale della Fillea dil Lucca.
L'accordo  viene dopo che il settore ha rinnovato il CCNL "che prevede un aumento a regime di €130,00 e novità normative" prosegue Quadrelli, che prosegue "su cui ne nostro territorio dopo 57 assemblee e 489 votanti ad oggi ha visto un’approvazione unanime da parte dei lavoratori del settore."
Gli aumenti previsti dall'accordo territoriale interessano  circa 1300 dipendenti delle cave e dei laboratori di trasformazione che applicano il contratto provinciale industria della lavorazione del marmo e delle pietre ornamentali.
Dalla Fillea grande soddisfazione "anzitutto perchè il premio di risultato di quest'anno di  è il più alto mai raggiunto dal settore dalla sua istituzione. La somma usufruisce di tassazione agevolata (al 10%) per i lavoratori e di decontribuzione alle aziende, portando ai lavoratori un netto maggiore rispetto ai normali aumenti contrattuali di paga base" spiega Quadrelli " e poi perchè i dati generali del settore sono positivi." Infatti come si evince dai dati allegati forniti dal centro studi dell’Internazionale Marmi Macchine "l'export del distretto 2012 rispetto al 2011 esprime performance interessanti soprattutto nell’aumento dei valori economici di vendita. Segno che abbiamo esportato prodotto con più valore aggiunto. Nella provincia di Lucca questo dato è soprattutto esploso sui  marmi lavorati: +46,42% (da 73.347.307 a 107.395.067 di €) ma anche in provincia di MS +14,23% (da 189.042.800 a 215.941.015 di €). "
Importante poi che il "parametro degli infortuni del settore risulta sostanzialmente in linea con l’anno precedente (81) che certifica un miglioramento costante negli anni degli infortuni riparametrati alla percentuale degli addetti" continua Quadrelli " e che gli addetti censiti dal CPM (Comitato Paritetico Marmo) rispetto al 2011 non sono diminuiti. E’ anche questo un segnale di tenuta positivo anche se va detto che si stanno iscrivendo al CPM tanti dipendenti di aziende artigiane adottando il contratto di provinciale dell'industria. Contratto che aiuta di più le aziende avendo tutta la formazione sulla sicurezza prevista per legge a soli €6 al mese per dipendente attraverso il CPM."
Sembra dunque che il settore cominci "a lasciarsi la crisi alle spalle, anche se esistono aziende che faticano a stare sul mercato. Sono purtroppo aziende che negli anni non si sono adeguate alle nuove esigenze del settore. Chi non ha acquistato nuovi macchinari a controllo numerico e/o atteso ancora i clienti in azienda senza incrementare il commerciale alla ricerca di nuovi clienti magari all'estero credo ormai sia tagliato fuori dalla crescita in atto. Per queste aziende sarebbe necessario aggregarsi subito in forme consortili affidando la loro capacità manifatturiera a management giovani e capaci a cui affidare  la vendita dei loro prodotti su mercati adeguati. Purtroppo non esistono segnali in tal senso e tante imprese preferiscono morire invece che unire le forze."
L'economia del settore potrebbe anche andar meglio "se solo si incentivasse la lavorazione della materia prima in loco" puntualizza il segretario Fillea " troppo nostro marmo va via dal territorio senza essere lavorato. Spesso piccole aziende lamentano la poca disponibilità di chi ha le cave a vendere sul territorio blocchi di marmo. Si preferisce vendere a cinesi che stanno acquistando a man bassa blocchi di marmo creando nel loro paese depositi enormi di materia prima. Come non si fa a non capire che se andiamo avanti di questo passo saremo tagliati fuori dal mercato perché avranno più disponibilità di marmo che il nostro distretto?"
E dalla Fillea infine la richiesta alle istituzioni di "creare le condizioni che almeno il 50% dei blocchi prodotti siano venduti lavorati o semi-lavorati. E' una proposta semplice e fattibile che porterebbe da subito alla creazione di numerosi posti di lavoro" conclude  Quadrelli.
 

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