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29.11.13 "Il quadro è questo: in Campidoglio, fra risse, insulti e minacce, va avanti la maratona dei consiglieri per approvare  (siamo quasi a Natale) il bilancio preventivo del 2013, con più di 200.000 emendamenti e ordini del giorno fotocopia, fuori dal Campidoglio circa 300 lavoratori dei cantieri della metropolitana C (Astaldi, Caltagirone), senza stipendio da agosto, sono andati ad occupare il campo base di via Gordiani e poi a manifestare davanti al gruppo Vianini."  Inizia così il racconto di Jolanda Bufalini sull'Unità di oggi, che prosegue..
"L`ostruzionismo e il contenzioso fra l`Amministrazione di Roma e il consorzio Metro C forse non sono collegati fra loro, almeno Alfio Marchini nega che la sua lista sia l`espressione dei poteri forti romani: «Spero che Caltagirone e Marino si innamorino così nessuno mi romperà più le scatole su questa storia». 
Però, i lavoratori citano Andreotti, «a pensar male si fa peccato ma raramente si sbaglia», si sentono ostaggio, insieme alla città, delle aziende per cui prestano la loro opera. Si sentono usati come uno strumento di ricatto. I loro salari arretrati ammontano a 187mila euro a fronte di una grande opera già finanziata per due miliardi e mezzo, affidata ai più grandi imprenditori nazionali. 
Il 13 novembre in un incontro in Campidoglio il consorzio prende l`impegno a pagare gli stipendi, il 23 il Messaggero pubblica la dichiarazione del Consorzio secondo cui non c`è stato nessun impegno a pagare. È la goccia che fa traboccare il vaso della protesta, «Se non c`era nessun impegno - ricorda ora Mario Guerci, Fillea Cgil - perché ci hanno convocato il 20 per dire che non  avrebbero pagato?». L`assessorato ai trasporti ha completato l`iter per il pagamento di 166 milioni di euro, prima tranche dei 253 già concordati con l`amministrazione Alemanno. Non è un problema di liquidità, questo lo ha detto lo stesso Caltagirone a Marino, non è un problema relativo ai soldi che stanno arrivando. Allora di che natura è il problema. 
Di metodo, hanno sempre sostenuto il sindaco insieme all`assessore Improta: l`opera è una infrastruttura strategica, è stata finanziata con i soldi di tutti gli italiani, sarebbe irresponsabile non portarla a compimento (per quanto si debba vedere se il compimento sarà al Colosseo, a piazza Venezia, è probabile che non arriverà mai a piazzale Clodio come prevedeva il progetto originario). 
Però Marino rivendica il suo diritto dovere di controllare la congruità fra spesa e lavori svolti. E il «marziano» Marino: «se chiamo un idraulico per rifare il bagno chiedo un preventivo e poi verifico i lavori». È uno che mette il naso in equilibri consolidati da decenni. 
Problema di metodo (democratico) anche nell`Aula Giulio Cesare, dove la componente più oltranzista dell`opposizione, con 100mila emendamenti presentati, è proprio quella della lista Marchini, quella che si è presentata alle elezioni con un simbolo a forma di cuore sulla pianta di Roma. Ostruzionismo sul bilancio preventivo del 2013, speso al 90 per cento da Alemanno. Marchini ha trovato sponda, in consiglio, in Sveva Belviso, non in Alemanno che, evidentemente, è consapevole che si sta votando il «suo» bilancio preventivo. Fa sponda anche Dario Rossin, il fratello d`Italia della gomitata al sindaco che ieri sbraitava e minacciava: «Se cancellano gli emendamenti altro che gomitate!». 
E, invece, odg ed emendamenti fotocopia vengono cancellati, solo ieri ne sono stati dichiarati inammissibili 6100. L`opposizione promette ricorsi al Tar e ostruzionismo a oltranza. La maggioranza, però, è sicura del fatto suo, il segretario del Pd romano fa l`esempio di Camera e Senato, dove non è ammesso lo strumento ostruzionistico e il copia e incolla. La novità vera della sessione di bilancio è la compattezza della maggioranza e del Pd, che, su questa base, ha tentato, ieri, di lanciare anche messaggi all`opposizione: discutiamo del futuro, dice il capogruppo Pd Francesco D`Ausilio, e il bilancio 2014 è il futuro. Ma chiudiamo con il 2013, con i soldi già spesi di cui Marino non ha altra responsabilità se non quella della ratifica formale. Quindi c`è un «no» netto alla valanga di emendamenti e un «no» netto all`attacco politico che si maschera con la presunta neutralità di un commissariamento. Lo hanno spiegato Nicola Zingaretti e il ministro Del Rio, forze produttive della città. Lo ha ribadito Goffredo Bettini che sottolinea a l`Unità: «Giusta la lotta politica anche dura ma è inaccettabile che si impedisca a un sindaco appena eletto con il 64% dei voti di mettere in atto il suo programma». Un commissario paralizzerebbe Roma per mesi, un commissario può far quadrare i conti non offrire una prospettiva strategica alla città. Francesco D`Ausilio spiega così: «Si tratta di fare scelte coraggiose per strutturare la macchina del Comune sul versante delle entrate e su quello delle uscite ma, a differenza di Marchini, reputiamo che queste siano scelte politiche e non tecniche, non possono essere delegate a un commissario». Discutere sì, dicono nel Pd, ma no alla prova di forza verso il sindaco che dà fastidio per aver rotto un sistema consolidato di consociativismo. 
Alfio Marchini contrattacca sul sostegno di Bettini a Marino: «Bettini sembra confondere una legittima critica politica con fantomatiche campagne denigratorie contro il Sindaco. Bettini, non avendo alcun titolo, eviti di dare patenti di moderatismo e provi a fare una sana autocritica se ancora ha mantenuto quella lucidità e l` acume politico che gli ha consentito di essere una delle figure di spicco della sinistra romana». E, in consiglio comunale, attaccando il sindaco sulla sua decisione di non aumentare le tasse: «Non è un mago quindi nel 2014 dovrà aumentare le entrate». Dagli uffici del sindaco fanno notare che, per ora, la scelta di non mettere una addizionale comunale all`Imu, ha risparmiato a Roma il delirio che si è abbattuto su altre città, dove i comuni dovranno imporre il pagamento per quota di una tassa abolita dal governo. 
Da questa sera, nell`Aula Giulio Cesare, si vota. Sapremo se la notte ha portato consiglio. Di buono c`è che, finora, il bilancio non è stata occasione di mercato delle vacche."
 


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