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14.05.14  "Il tribunale di Bergamo ha dato ragione a un Lavoratore dipendente dall’azienda Italcementi sede di Bergamo, un Lavoratore dipendente dall’azienda CTG (Centro Tecnico di Gruppo) e un Lavoratore dipendete dalla Calcestruzzi spa circa la mancata rotazione durante il periodo in cui sono stati collocati in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. Le tre aziende appartengono al Gruppo Italcementi che ha registrato un pesante ridimensionamento occupazionale a seguito della crisi della filiera delle costruzioni." Lo fanno sapere i segretari Fillea Lombardia e Bergamo Comotti e Fratus, che proseguono

 "i giudici del Lavoro hanno condannato le aziende a risarcire i Lavoratori per la retribuzione persa inerente alla mancata rotazione della Cassa e per uno di questi tre il Giudice ha decretato la riammissione al lavoro. Dall’anno 2012 a seguito di diversi accordi sindacali che prevedevano il ricorso alla CIGS prima per crisi aziendale e poi per riorganizzazione del gruppo per un massimo di 1040 Lavoratori, si sono succeduti diversi incontri sindacali che avevano l’obbiettivo di gestire il ricorso alla CIGS."

In molti casi gli incontri hanno definito o schemi di rotazione dei Lavoratori collocati in cassa che hanno permesso di attenuare l’impatto negativo sul maggior numero possibile di persone o rientri al lavoro definitivi da parte dei Lavoratori. Per altri casi, nonostante i ripetuti solleciti, l’azienda ha deciso di collocare in Cassa in modo continuativo alcuni Lavoratori nonostante le evidenti fungibilità professionali che questi avevano con i loro colleghi.

Dopo aver deciso nelle assemblee con i Lavoratori di non escludere il ricorso a nessuno degli strumenti a disposizione per il rispetto degli accordi sottoscritti, dopo aver indetto e realizzato lo stato di agitazione dei lavoratori dell’Italcementi sede, CTG e Calcestruzzi (scioperi delle singolo aziende e di gruppo), dopo che i lavoratori congiuntamente con la FILLEA avevamo “messo in mora” le varie aziende per la mancata rotazione in Cassa; La FILLEA CGIL di Bergamo, in coerenza con il mandato ricevuto dalle assemblee, ha attivato il percorso delle cause civile di lavoro.

Sottolineando che non è consuetudine della CGIL sostituire le relazioni sindacali con le aziende con il ricorso alle sentenze di tribunale, questa scelta era l’unica a disposizione per respingere le liste di proscrizione attuate dalle direzioni aziendali.

Pur non negando gli effetti devastanti della crisi sui livelli occupazionali e sulle retribuzioni dei lavoratori, sulla struttura delle imprese e sulla dimensione della filiera edile; gli accordi sottoscritti a livello nazionale nel gruppo Italcementi davano valide opzioni per una gestione equilibrata del calo di lavoro. Il non aver percorso questa strada per tutti i lavoratori da parte del gruppo Italcementi, ha provocato il ricorso alle vie giudiziarie che hanno riconosciuto la coerenza sindacale tenuta dalla FILLEA CGIL.

L’auspicio dei Lavoratori e delle Fillea di Bergamo è che le tre sentenze chiudano un fase che ha registrato momenti di contrapposizione e ne aprano un'altra, tutta nuova, di applicazione integrale degli accordi. 

 

Dalla crisi se ne esce investendo in innovazione di processo e di prodotto, investendo sulla formazione delle Lavoratrici e dei Lavoratori, investendo sulle neutralità energetica degli edifici esistenti e futuri; non certo con la gestione unilaterale degli accordi."

 

 


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