04.06.14 "Il settore delle costruzioni a Napoli ha raggiunto i minimi storici. Lo attestano gli ultimi dati della Cassa Edile. Viene confermato quanto la Fillea di Napoli da mesi, dice fino alla noia. Continua la grave emorragia con serie ricadute sull’intero tessuto economico e produttivo nell’area della nostra provincia". E' quanto sottolinea il segretario generale della Fillea-Cgil di Napoli, Ciro Nappo. "A Napoli - precisa Nappo - persi oltre 11 mila posti di lavoro (-25,6%), 70 milioni di massa salario in meno versata in cassa edile, 1850 imprese scomparse vittime della crisi, dei mancati pagamenti e del credito negato, meno 45% di investimenti, meno 40% di consumi di cemento, Cassa integrazione ordinaria 50% in più rispetto all’anno precedente, cassa integrazione straordinaria e in deroga 500% in più.
In questo quadro le Imprese Edili sono diventate sempre più piccole, con un impoverimento delle tante professionalità in esse presenti, completamente incapaci di parlare di formazione, innovazione, competitività e sicurezza. Un panorama di grande frantumazione, le imprese con 4/5 dipendenti sono il 90% a Napoli e Provincia del totale versante in Cassa Edile".
"Un settore - aggiunge Nappo - caratterizzato molto dal ricorso al lavoro nero ed irregolare, una irregolarità che si esprime con il lavoro nero e sommerso ma anche con il sottoinquadramento, il 70% dei lavoratori iscritti alla cassa edile sono “manovali”, con pagamenti fuori busta, elusione delle ore denunciate in cassa edile in media (le ore denunciate e versate si attestano a quota 95), il tutto si scarica su sicurezza e legalità, soprattutto sulle fasce più deboli, immigrati e donne, se pensiamo al restauro. L’assenza di investimenti e programmazione e di risorse dirottate, i tanti provvedimenti annunciati (Metropolitana di Napoli, Porto di Napoli, Centro Storico, Alta Capacità Napoli-Bari, Rione Terra di Pozzuoli ecc.ecc.) hanno aggravato oltre misura il settore, mettendo a dura prova le condizioni di vita dei lavoratori considerata la scarsa efficacia degli ammortizzatori sociali che non soddisfano in modo adeguato i lavoratori edili, gli effetti sociali saranno devastanti, incrementando nuove povertà, aumentando il lavoro nero e il caporalato. Non si vede all’orizzonte nessuna inversione di tendenza".
"Siamo ancora di fronte - secondo Nappo - ad annunci senza cognizione di causa, come ha fatto il Presidente del Consiglio con il Decreto ad Hoc Salva Italia entro il mese di luglio. Oggi la prima alternativa è il lavoro, Napoli e la sua Provincia hanno bisogno di lavoro. I giovani, i cassintegrati, i tanti disoccupati hanno bisogno di lavoro e di non solo annunci. E il lavoro lo si crea sbloccando quelle opere immediatamente cantierabili, consentendo alle amministrazioni pubbliche che possono farlo, di dare avvio alle opere intervenendo sui vincoli del Patto di Stabilità, con grande attenzione alla messa in sicurezza del territorio. Bisogna dare priorità ai programmi Europa più che interessano il territorio di Napoli, che con progetti esecutivi possono essere cantierabili e dare opportunità occupazionali. Garantire il prosieguo dei lavori della Metropolitana di Napoli, e il finanziamento della chiusura dell’anello Centro Direzionale/Capodichino, l’Alta Capacità Napoli-Bari, rilanciando l’edilizia abitativa pubblica e privata, popolare e sostenibile, tante piccole opere che potrebbero dare tanta occupazione".
"La Fillea di Napoli - conclude Nappo - ritiene necessario convocare un tavolo in Prefettura anticrisi, con tutti i Comuni dell’area Metropolitana di Napoli. Bisogna che si passi dalle parole ai fatti per dare respiro e lavoro alle imprese ed ai lavoratori".
In questo quadro le Imprese Edili sono diventate sempre più piccole, con un impoverimento delle tante professionalità in esse presenti, completamente incapaci di parlare di formazione, innovazione, competitività e sicurezza. Un panorama di grande frantumazione, le imprese con 4/5 dipendenti sono il 90% a Napoli e Provincia del totale versante in Cassa Edile".
"Un settore - aggiunge Nappo - caratterizzato molto dal ricorso al lavoro nero ed irregolare, una irregolarità che si esprime con il lavoro nero e sommerso ma anche con il sottoinquadramento, il 70% dei lavoratori iscritti alla cassa edile sono “manovali”, con pagamenti fuori busta, elusione delle ore denunciate in cassa edile in media (le ore denunciate e versate si attestano a quota 95), il tutto si scarica su sicurezza e legalità, soprattutto sulle fasce più deboli, immigrati e donne, se pensiamo al restauro. L’assenza di investimenti e programmazione e di risorse dirottate, i tanti provvedimenti annunciati (Metropolitana di Napoli, Porto di Napoli, Centro Storico, Alta Capacità Napoli-Bari, Rione Terra di Pozzuoli ecc.ecc.) hanno aggravato oltre misura il settore, mettendo a dura prova le condizioni di vita dei lavoratori considerata la scarsa efficacia degli ammortizzatori sociali che non soddisfano in modo adeguato i lavoratori edili, gli effetti sociali saranno devastanti, incrementando nuove povertà, aumentando il lavoro nero e il caporalato. Non si vede all’orizzonte nessuna inversione di tendenza".
"Siamo ancora di fronte - secondo Nappo - ad annunci senza cognizione di causa, come ha fatto il Presidente del Consiglio con il Decreto ad Hoc Salva Italia entro il mese di luglio. Oggi la prima alternativa è il lavoro, Napoli e la sua Provincia hanno bisogno di lavoro. I giovani, i cassintegrati, i tanti disoccupati hanno bisogno di lavoro e di non solo annunci. E il lavoro lo si crea sbloccando quelle opere immediatamente cantierabili, consentendo alle amministrazioni pubbliche che possono farlo, di dare avvio alle opere intervenendo sui vincoli del Patto di Stabilità, con grande attenzione alla messa in sicurezza del territorio. Bisogna dare priorità ai programmi Europa più che interessano il territorio di Napoli, che con progetti esecutivi possono essere cantierabili e dare opportunità occupazionali. Garantire il prosieguo dei lavori della Metropolitana di Napoli, e il finanziamento della chiusura dell’anello Centro Direzionale/Capodichino, l’Alta Capacità Napoli-Bari, rilanciando l’edilizia abitativa pubblica e privata, popolare e sostenibile, tante piccole opere che potrebbero dare tanta occupazione".
"La Fillea di Napoli - conclude Nappo - ritiene necessario convocare un tavolo in Prefettura anticrisi, con tutti i Comuni dell’area Metropolitana di Napoli. Bisogna che si passi dalle parole ai fatti per dare respiro e lavoro alle imprese ed ai lavoratori".