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18.07.14 200 cantieri solo nel centro storico de L’Aquila, oltre 1.400 in tutta l’area, opere per lo più di costi inferiori ai 300mila euro, per un valore totale che supera i 15 miliardi, una catena di subappalti impressionante ed incontrollabile: questi i numeri del più grande cantiere d’Italia, quello della ricostruzione post terremoto in Abruzzo, su cui recentemente si sono riaccesi i riflettori per l’arresto di alcuni imprenditori accusati di intermediazione illecita di manodopera e collusione con i clan camorristici. Ma quegli arresti rappresentano “solo la punto di un iceberg di una diffusa irregolarità e illegalità nelle opere della ricostruzione, in particolare nei lavori privati, che più facilmente sfuggono ai controlli” denuncia oggi la Fillea Cgil, nel corso di una video conferenza stampa nella sede Cgil del capoluogo abruzzese, presenti il segretario generale Walter Schiavella, il segretario nazionale Salvatore Lo Balbo, il segretario regionale dell’Abruzzo Silvio Amicucci, quello provinciale de L’Aquila Emanuele Verrocchi ed il segretario confederale Umberto Trasatti.
Una situazione fuori controllo, dove il denaro pubblico si perde in mille rivoli e cresce il lavoro nero e grigio, come confermano i dati delle ispezioni dei Carabinieri: solo nel periodo 15-26 luglio 2013 su 40 cantieri e 91 aziende ispezionate, sono risultate irregolari 57 imprese e riscontrate 97 irregolarità in materia di salute e sicurezza, con 30 posizioni lavorative irregolari.
“Dall’analisi dei dati della Cassa Edile di L’Aquila emerge un mix di irregolarità preoccupante” è il racconto di Emanuele Verrocchi, segretario della Fillea L’Aquila “la bassa media di ore lavorate per operaio insieme con l’alto livello di mancati versamenti da parte delle imprese ci raccontano una storia di lavoro grigio in cui si insinua l’illegalità. Non esageriamo se diciamo che il lavoro edile nei cantieri della ricostruzione vive sotto ricatto”  e la conferma arriva da Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil “dal 2009 i nostri uffici vertenze hanno ricevuto solo dai lavoratori edili una media di 2 denunce a settimana per salari non pagati."
A questo si vanno aggiungendo nel tempo ulteriori segnali inquietanti “registriamo una crescita di fenomeni pericolosi come il distacco comunitario” racconta il segretario regionale Silvio Amicucci “uno strumento di aggiramento delle regole e dei contratti che rappresenta la nuova frontiera del caporalato, che si sta diffondendo non solo a L’Aquila ma in tutto il nostro territorio, così come nel resto del paese.”
Era già tutto previsto, si potrebbe dire. Ne è certo il segretario nazionale Salvatore Lo Balbo “nonostante il pericolo fosse chiaro fin dall’inizio - fin da quelle risate sinistre dei camorristi intercettati la notte del 6 aprile -  il terremoto è stato terra di conquista per gli affari sporchi di economie criminali e pezzi di istituzioni colluse. Lasciando da parte la vergogna dell’operazione C.A.S.E. e gli affari della “cricca” nei cantieri pubblici, nelle opere private sono stati arrestati numerosi funzionari e amministratori locali, tangenti per 500mila euro e appropriazione indebita per 1 milione e 268mila euro, e temiamo che il lavoro della magistratura non sia ancora finito. Intanto, ad oggi contiamo già 14 imprese escluse dagli appalti per  legami con la criminalità organizzata. E resta ancora senza risposte l’affermazione contenuta in un rapporto alla  Commissione di controllo sul bilancio dell’Unione, secondo il quale i fondi europei stanziati per L’Aquila (493,7 milioni di euro) potrebbero essere finiti in mano a organizzazioni criminali in maniera diretta o indiretta.”
Ed allora, dalla Fillea la domanda: che fare per garantire una ricostruzione pulita, nella gestione delle risorse pubbliche, nei criteri di assegnazione degli appalti, nella qualità delle imprese coinvolte, nel rispetto del lavoro, dei contratti e della sicurezza?
Difendere i lavoratori e garantire la trasparenza della ricostruzione: queste le priorità che indica  il segretario generale  Walter Schiavella  come “elementi inseparabili ed imprescindibili del processo di ricostruzione. Per questo la Fillea si costituirà parte civile in tutti i processi per sfruttamento di manodopera e fornirà ai lavoratori l’assistenza legale adeguata per la tutela dei diritti contrattuali ed etici, a partire dal processo che verrà celebrato contro gli imprenditori arrestati di recente a L’Aquila. Colgo qui l’occasione per ringraziare il sindaco Cialente, che ha annunciato  nei giorni scorsi la costituzione di parte civile anche da parte del Comune e per invitare tutte le altre istituzioni a fare altrettanto. Ma voglio lanciare un appello anche a tutti quei lavoratori costretti a subire in silenzio ricatti, umiliazioni, sopraffazioni “prosegue il segretario “affinchè trovino la forza per denunciare la loro condizione. So che è difficile, perché c’è di mezzo la paura di perdere il lavoro, ma liberare i cantieri da imprese sporche e da sfruttatori non significa perdere il lavoro ma esattamente il contrario, vuol dire far lavorare le imprese sane e quindi liberare il lavoro buono. Ma mi voglio rivolgere anche alle associazioni delle imprese, responsabili di aver avuto poco coraggio nell’isolare le imprese corrotte e irregolari, ma soprattutto di aver accettato e sostenuto un sistema degli appalti opaco, assecondando  lo scambio scellerato imposto dai passati governi, niente risorse in cambio dell’abbassamento delle regole. Uno scambio il cui peso è stato scaricato tutto sull’anello più debole, i lavoratori. In questo, da parte del nuovo esecutivo oggi vediamo un importante segno di discontinuità” prosegue Schiavella “con la costituzione dell’Autorità Anticorruzione e la scelta di mettere alla sua guida Raffaele Cantone. Una scelta che per noi rappresenta, come direbbe un grande appassionato di scopone scientifico, Piero Vigna, lo spariglio di cui c’era bisogno per dare forza e fiato alle forze sane del paese.”
L’altra priorità è quella di garantire la trasparenza della ricostruzione, ed anche su questo la Fillea ha le idee chiare e proposte precise: rimettere ordine sul “chi fa cosa” tra tutti i soggetti coinvolti nella ricostruzione, rafforzare il tavolo di monitoraggio per il controllo preventivo sulle imprese e su fenomeni di sfruttamento e caporalato, scrivere il VI capitolo delle Linee Guida Antimafia che abbia al centro il tema della tutela del lavoro regolare nei cantieri privati, un protocollo legalità per il cratere sismico, una legge per la ricostruzione che agganci l’erogazione delle risorse pubbliche nei lavori privati alle white list, avviare corsi di formazione sulle linee guida antimafia per il personale dei comuni. Tutte cose che, assicurano dalla Fillea, potrebbero vedere la luce in pochissimo tempo. Basta volerlo.
 
Materiali:
 
 
Alcuni siti web
  

 

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