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02.09.14 "Caro compagno Presidente, La invito a venire a visitare la nostra provincia. Desidero farLe conoscere le nostre bellezze architettoniche e monumentali, il nostro paesaggio, e farLe respirare un pò di aria di Sicilia." Sul quotidiano La Sicilia l'articolo di Andrea Lodato, che riporta oggi la sintesi di una lettera - appello di Alfredo Schilirò, segretario generale della Fillea Cgil di Enna. Scrive il giornalista "il destinatario, compagno Presidente, abita al Quirinale ed è Giorgio Napolitano, il Capo dello Stato. Invitato a visitare sì le cose belle della provincia di Enna, che ci sono e sono tante, ma soprattutto a verificare di persona lo stato di abbandono del territorio, la crisi economica e sociale devastante che si sta toccando da anni nell`Ennese. E al compagno Giorgio, Schilirò scrive: in provincia di Enna i dati sull`edilizia evidenziano un vero e proprio bollettino di guerra. Dal 2008 ad oggi riscontriamo na diminuzione della massa salari di circa 8 milioni di euro, una riduzione di lavoratori ben consistente, si passa dai 4103 operai attivi del 2008 per ridursi a 016 nel 2011, con un`ulteriore calo di 1000 unità nel 2013 e con la scomparsa del 15% di imprese edili».
E` il bollettino di una guerra perduta. Ma il segreterio della Fillea ennese si concede, rispettosamente, anche passaggi ironici. Come quando dice al Capo ello Stato: «In Provincia di Enna possiamo farLe visitare il museo Archeologico di Centuripe, anzi no, non è possibile perché la struttura iniziata nel 1950 è tata inaugurata negli anni 2000 ed oggi è chiusa per manutenzione ed adeguamento dell`edificio alle norme di sicurezza e conoscendo il Made in Sicily Burocratico errà riaperto fra 5 o 10 anni.
Dopo di che potrebbe recarsi da Centuripe a Troina, che è stata la prima capitale Normanna di Sicilia, ma, pensandoci bene non è possibile, perché la S. P. 41 he collega Centuripe con Catania e con la piana degli agrumeti, che è la stessa via di comunicazione con Troina, è chiusa al traffico per uno smottamento e hissà quando verrà riaperta... forse fra 5 o 10 anni. Per non parlare della strada 575 per Troina che è ridotta ad un colabrodo...
Pertanto dovremmo farLe fare un altro percorso più lungo. Dovremmo prendere l`autostrada Catania-Palermo e uscire ad Agira. Sarebbe bello farLe visitare rima di Troina il paesino di Gagliano Castel Ferrato con il castello rupestre, dove nel 263 a. C. si accamparono le milizie dei consoli Romani Attilio Grasso  M. V. Massimo. Ma non si può... La strada che collega l`autostrada con Gagliano e Troina è chiusa al traffico da ben 5 anni, chissà quando riaprirà!». Insomma venature ironiche che, però,fanno decisamente piangere. Schilirò, ma ovviamente non soltanto lui, da anni enuncia il sistematico abbandono del territorio ennese dove, nonostante tutto, sono fiorite negli ultimi anni alcune iniziative mprenditoriali originali e capaci di interagire commercialmente a livello nazionale ed internazionale, soprattutto nei settori più innovativi e tecnologicamente ll`avanguardia. Ma sono fiori neldeserto. E se è vero che gran parte dello sviluppo di un`area dipende dal sistema dei trasporti e dalla viabilità, si spiega facilmente erché questa provincia non solo non decolla, ma affonda. Chiuse o interrotte con lavori in corso pluridecennali le strade-trazzere di sempre, pochi cantieri aperti nelle grandi opere che avrebbero potuto cambiare il volto della provincia e di mezza Sicilia. Per esempio la Nord-Sud, quella che dovrebbe collegare Santo Stefano di Camastra a Gela, tagliando il territorio ennese. Insomma Schilirò ci prova e scrive al Presidente, aggiungendo: «Il nostro territorio è ricco ma nonostante tutto, la nostra  la provincia più degradata, la più depressa del Sud Italia. Ripeto, Caro Presidente, sarà un`impresa difficile ma ci attrezzeremo magari potremmo percorrere insieme questi nostri Comuni con gli asini o come si chiamano qui da noi "stecchi". Si chiamano così perché durante la dominazione araba, quando i siciliani edevano arrivare gli Sceicchi con gli asini erroneamente li chiamavano "Stecchi`. Noi, caro Presidente, vorremmo fermamente che la situazione in questa nostra terra cambiasse, perché vorremmo essere cittadini d`Europa come i popoli nordici e non stecchi!

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