06.09.14 "Le settimane sono state drammatiche per i lavoratori edili, sette infortuni mortali tra cui quello di Maurizio Benassi, morto nel cantiere A1, dell'impresa Pavimental. In questi ultimi giorni in Toscana si sono verificati due infortuni gravi, due lavoratori sono precipitati dal tetto di capannoni sui quali stavano operando, l'ultimo a Figline." Così apre il suo intervento sulla Repubblica edizione Firenze il segretario provinciale Fillea Marco Benati.
"Le cause sono purtroppo sempre le stesse, folgorazione, cadute dall'alto, esplosioni; rischi tipici del cantiere che come tali dovrebbero essere adeguatamente gestiti. Altre vite perse da inserire nei freddi numeri delle statistiche, che ci dicono, ad esempio, che dall'inizio della crisi (2008) la frequenza degli infortuni è aumentata del'11% per gli edili dipendenti (del 50% per gli artigiani)" prosegue Benati, che sottolinea come "da anni denunciamo lo stato di emergenza della sicurezza e della regolarità del lavoro nei cantieri, senza ottenere politiche adeguate, anzi. Si è risposto alla crisi abbassamento l'asticella della sicurezza e della regolarità di chi lavora. Così è stato per tutti i governi che si sono succeduti in questi anni e che si sono ben guardati dal modificare la legge degli appalti al massimo ribasso, che hanno indebolito la forza del DURC (che è il documento di regolarità contributiva). Durante gli anni, in sostanza tutti i governi hanno paradossalmente indebolito gli organi di controllo pubblici piuttosto che rafforzarli, come avrebbero dovuto, con adeguate assunzioni e più importanti risorse. Purtroppo, il governo in carica ci sembra proseguire sulla stessa strada."
"E così troppe imprese, grandi e piccole, si sono ampiamente adeguate scegliendo di licenziare, spesso giustificandosi con la crisi, i propri dipendenti e hanno preferito ricorrere ai subappalti, hanno scelto di utilizzare il lavoro flessibile e spesso irregolare, e di ridurre drasticamente pericolosamente la formazione. Sta accadendo a Firenze - prosegue il segretario . anche nei grandi cantieri. La situazione è peggiorata, il confronto sindacale per l'organizzazione del lavoro (sicurezza, orari, regolarità) è difficile se non impossibile, la contrattazione di anticipo nei cantieri è una chimera (vedi tramvia), pur avendo dato importanti risultati negli anni passati (vedi Cavet). Chiediamo al governo, a tutte le istituzioni locali e alle parti sociali impegnate di voltare pagina. Gridino con noi basta e agiscano di conseguenza. L'uscita dalla crisi non può che partire dalla centralità del lavoro, abbattere diritti e tutele rende tutti responsabili delle conseguenze sulla vita dei lavoratori e nega una ripresa qualitativa dell'economia in generale e del settore edile in particolare."