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30.09.14 Nei giorni scorsi presso la sede di Confindustria Cosenza sindacati e Rsu Italcementi hanno avuto un incontro con i vertici aziendali della multinazionale che "a chiare lettere hanno annunciato il blocco delle attività produttive con conseguente ricorso alla cassa integrazione straordinaria di più della metà dell’ organico almeno sino al 32 gennaio 2015." Lo annunciano Fillea e Filca di Castrovillari, che proclamano lo stato di agitazione.
Nell’incontro con i vertici aziendali "più volte abbiamo chiesto come fosse possibile fermare la produzione a Castrovillari essendo lo stabilimento in una zona dove sono in esecuzione le più grandi opere infrastrutturali del Sud (A3 Sa/Rc e S.S. 534) e il sito Italcementi registra in questi mesi significativi incrementi dei livelli delle vendite" affermano i sindacati, che proseguono "la risposta è stata chiara: l’ azienda non ritiene più competitivo e conveniente realizzare la produzione a Castrovillari, spostando la produzione a Matera,  dove in questi anni hanno investito soprattutto nel favorire l’ utilizzo di combustibili alternativi.  In sintesi sembra che si sia aperto uno scenario che vedrà lo stabilimento relegato a semplice centro di macinazione (massimo 35 operai) il tempo necessario a soddisfare i cantieri ed a finire di utilizzare le materie prime delle nostre cave, er poi inesorabilmente essere dismesso."
"Non vediamo francamente altro dietro le comunicazioni fatte dalla Direzione aziendale" proseguono Fillea e Filca "in questi anni non c’erano mai state comunicazioni di questo tipo, tutti aspettavamo l’apertura dei cantieri per capire quale sarebbe stato il futuro dello stabilimento e le politiche aziendali. Insieme alle istituzioni locali  già nel 2012 ci eravamo fatti promotori di un tavolo che discutesse di come mettere in atto quegli investimenti necessari e fondamentali a tutelare i livelli occupazionali diretti ed indiretti" discussione arenatasi però "senza averne capito il motivo.  Sono più di 200 le maestranze che direttamente o indirettamente ruotano attorno allo stabilimento."
E dai sindacati, la domanda "il nostro territorio  può perdere tutti questi posti di lavoro?" e l'appello a tutti per "una seria riflessione su cosa storicamente abbia significato questa fabbrica per la nostra comunità locale."

 

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