13.12.14 " Mercoledì scorso la Camera Metropolitana del Lavoro di Genova e la Fillea, il sindacato dell`edilizia, hanno organizzato un evento pubblico sul tema del dissesto idrogeologico e la drammatica situazione dei lavoratori delle costruzioni. Come dimostrato tragicamente dai fatti, quello genovese è un territorio su cui in questi anni si è costruito parecchio e in modo disordinato." Così apre l'intervento di Fabio Marante, segretario generale Fillea Genova, ospitato dal Secolo XIX di oggi.

L'intervento prosegue "Accanto a ciò, la nostra città vive una crisi senza precedenti che ha cancellato decine di imprese, destrutturato il settore delle costruzioni e facendo perdere solo nell`ultimo anno mille posti di lavoro, duemila negli ultimi quattro a livello regionale. Due facce della medesima medaglia: il dissesto idrogeologico da un canto e il dissesto occupazionale dall`altro. I comuni a rischio a Genova e nella neonata Città metropolitana sono ben 58 su 67: otto esposti al pericolo frane, 18 a quello alluvioni e 32 sia a frane che alluvioni e in tutto il territorio la percentuale di rischio è dell`87%. Le mutate condizioni climatiche non sono però un rischio aggiuntivo ma un amplificatore dei rischi già presenti dovuto anche a misure ambientali, di indifferenza globale per questi temi. L`alibi delle risorse è piuttosto precario. Infatti, in questa situazione, tenere per cinque anni nel cassetto 2,4 miliardi di risorse già stanziate e mai spese è stata una responsabilità gravissima. E inaccettabile che su 62 miliardi di euro di nuovi fondi strutturali europei 2014-2020 solo 1`1,4%, pari a 876 milioni, sia stato destinato alla riduzione del rischio idrogeologico. La ricetta per uscire dal problema si riassume in pochi concetti: prevenzione e costruire sul costruito con una adeguata e ordinaria manutenzione del territorio, in una corretta politica di programmazione e pianificazione territoriale da effettuare a valle di una accurata conoscenza dei processi morfogenetici naturali che guidano l`evoluzione del paesaggio. Tale programmazione crediamo possa essere già realizzata già in fase di redazione del piano regolatore attraverso l`imposizione di vincoli di tipo urbanistico, l`emanazione di mirate regolamentazioni edilizie, la scelta di una idonea disciplina circa l`uso del territorio nelle aree maggiormente vulnerabili. Genova potrebbe trarre  da questi drammatici e ripetuti eventi un`occasione per proporsi come laboratori per una politica che punti alla revisione del nostro assetto territoriale. Ha le capacità, le esperienze, le eccellenze per fare questo: devono essere utilizzate, fatte meglio e messe a disposizione degli Enti locali.
Vi sono due somme urgenze: messa in sicurezza e disoccupazione edile. La Fillea è disponibile e da subito anche a cogliere la sfida di De Angelis, di Italia Sicura, la struttura governativa dedicata alla messa in sicurezza del territorio. Fare le opere presto e bene: per questo chiediamo alla Città metropolitana e Regione di convocarci per confrontarci su priorità delle opere, risorse economiche e soprattutto per impiegare i tanti edili disoccupati del nostro territorio."

 

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