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26.03.15 Altri settanta appartamenti sottratti ai boss di Cosa nostra andranno ad alleviare l`emergenza abitativa a Palermo. Intanto scende in piazza la protesta degli edili delle aziende del gruppo Aiello, impresa in amministrazione giudiziaria, che chiedono lavoro. L'articolo de La Repubblica di Palermo.

L'articolo: Altri settanta appartamenti sottratti ai boss di Cosa nostra andranno ad alleviare l`emergenza abitativa a Palermo. L`assegnazione, decisa ieri dal Consiglio direttivo dell`Agenzia nazionale dei beni confiscati presieduto dal prefetto Umberto Postiglione, verrà ufficializzata dopo Pasqua nel corso di una cerimonia durante la quale Postiglione consegnerà al sindaco Orlando gli alloggi che dovranno essere destinati ai senzatetto. «È un mezzo chiaro per trasmettere ai cittadini concretamente il senso di recupero della legalità della nostra azione», dice il prefetto Postiglione estremamente soddisfatto dell`operato dell`Agenzia che ieri ha deliberato l`assegnazione di circa 2.500 beni confiscati in tutta Italia, una cifra-record. Di questi, oltre ai 70 appartamenti a Palermo, 460 sono in Sicilia ( molti nelleprovince orientaliche fino adorasono state le meno beneficiate dai provvedimenti di riutilizzo sociale) e vanno ad aggiungersi ai 530 beni già consegnati in autunno alla presenza del ministro dell`Interno Alfano.
Al prefetto Postiglione si sono rivolti ieri i sindacati che rappresentano i 114 lavoratori delle aziende edili confiscate all`ingegnere Michele Aiello, Ati Group, Edimar ed Ediltecna, in amministrazione giudiziaria. Tutti gli operai, tranne dieci, sono incassa integrazione e i cantieri relativi alle commesse che le aziende avevano in affidamento sono rimasti fermi. Ieri a Bagheria i lavoratori hanno dato vita ad un corteo fino al Comune. «Chiediamo che ripartano i lavori per il completamento di Santa Teresa, la costruzione del mattatoio di Partinico e il cantiere interrotto dentro il Policlinico - dicono Mario Ridulfo della segreteria provinciale Cgil e Franco Macaluso della Fillea - a maggior ragione dopo la firma del contratto per la Bolognetta Lercara. Da quando è arrivata la confisca definitiva sono iniziati i problemi di liquidità perché le banche non hanno concesso più credito all`azienda. Oggi atuteladel bene ci sono solo i lavoratori e i mezzi, in parte obsoleti». Il prefetto Postiglione non ha grandi risposte da dare loro: «L`agenzia non è un ente appaltante. Purtroppo è un momento difficile per il settore edile e le aziende non sono in una zona dove pullulano i cantieri. Cercheremo di farli lavorare nella ristrutturazione di alcuni appartamenti confiscati a Grigoli nel Trapanese».

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