Concluso con un nulla di fatto l'incontro al Ministero del Lavoro sul caldo. Bartoli: imprese negano l'emergenza, governo dribbla le responsabilità, sostegno alle amministrazioni locali che stanno emanando ordinanze urgenti.
“Le imprese negano l'emergenza caldo e dicono che esiste ampia strumentazione per garantire la sicurezza dei lavoratori, il Governo propone l’adozione del protocollo dello scorso anno ma resta confusa la questione relativa alle risorse. Intanto, le temperature salgono ed i lavoratori rischiano la salute e la vita." E’ quanto afferma la segretaria nazionale della Fillea Cgil Giulia Bartoli all’indomani dell’incontro al ministero del Lavoro con sindacati e imprese sui rischi derivanti dal caldo estremo per gli addetti alle lavorazioni maggiormente esposte.
E mentre le imprese negano l’emergenza ed il governo dribbla le proprie responsabilità, a mostrare buon senso ed interesse alla salute dei lavoratori sono le amministrazioni locali, che cominciano ad emanare ordinanze urgenti per lo stop alle lavorazioni a rischio nelle ore più calde, provvedimenti di fatto salva-vita come ricorda Bartoli “nei cantieri è molto frequente che non vengano rispettate neanche le più elementari norme di sicurezza, come le pause e la disponibilità di acqua fresca. E questo lo sanno anche le associazioni datoriali, le quali anziché opporsi a provvedimenti a tutela della salute dei lavoratori, avrebbero potuto sostenere la necessità di ritardare la consegna dei lavori senza attivazione delle penali, ed avrebbero trovato il nostro convinto appoggio”.
In attesa che - come promesso dal ministro - venga immediatamente attivato il protocollo del luglio 2023, rimasto per troppo tempo lettera morta, e ne vengano altresì immediatamente verificate le risorse assegnate "da parte nostra ribadiamo la necessità di una modifica strutturale alla Cig, con l'accesso alla cassa integrazione per eventi climatici fuori dal contatore delle 52 settimane massime attualmente previste. Nel frattempo sosteniamo la mobilitazione nei territori per sollecitare le amministrazioni locali ad emanare ordinanze” conclude la segretaria nazionale Fillea.